sabato 8 agosto 2020

L’inquinamento atmosferico impatta sulla riproduzione femminile e maschile

inquinamento atmosferico, fertilita, riproduzione       Nel suo ultimo rapporto («Prospettive ambientali dell’OCSE all’orizzonte del 2050»), l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico lo ha messo nero su bianco. Otre che di seicentomila decessi e un tasso di nuovi ammalati non trascurabile, in Europa l’inquinamento atmosferico ha un impatto negativo sulla riproduzione femminile e maschile. I fattori ambientali e l’esposizione ad agenti chimici incidono sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi. Non sembrano dunque esserci più dubbi sull’impatto che l’aria insalubre ha sulla fertilità. Secondo i dati in possesso del Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita dell’Istituto superiore di Sanità, tra le coppie che si rivolgono ai centri specializzati per avere un figlio, la percentuale di uomini infertili è del 29,3 per cento e l’età non rappresenta l’unico fattore responsabile. A nuocere sulla qualità degli spermatozoi, sono anche gli inquinanti prodotti dal traffico urbano e il fumo di sigaretta.

PIÙ DANNEGGIATI GLI SPERMATOZOI DEGLI UOMINI DI TARANTO E DELLA TERRA DEI FUOCHI – L’affermazione trova conferma in uno studio italiano pubblicato sulla rivista «Environmental Toxicology and Pharmacology» dai coordinatori del progetto «Ecofoodfertility», in cui è stato utilizzato esclusivamente il liquido seminale per misurare l’impatto dell’inquinamento sulla salute maschile, rivelando dati inequivocabili sulla vitalità e fertilità del seme maschile di chi vive in aree inquinate come Taranto o la Terra dei Fuochi (a cavallo tra le province di Napoli e Caserta), se comparato con quello di chi abita in zone della stessa regione non considerate a rischio. L’evidente differenza tra i due campioni esaminati ha dimostrato che, sia i lavoratori delle acciaierie sia i pazienti che vivono in un’area altamente inquinata, mostrano una percentuale media di frammentazione del Dna dello sperma superiore al trenta per cento, evidenziando un chiaro danno spermatico. I ricercatori hanno suggerito che la valutazione del Dna dello sperma possa essere sia un indicatore della salute individuale e della capacità riproduttiva sia un dato adeguato per connettere l’ambiente circostante ai suoi effetti.

GLI INQUINANTI SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO – «Gli iperfluorati, usati in una varietà di prodotti di consumo, gli ftalati, impiegati nei giocattoli per bambini, i parabeni, usati soprattutto nei profumi e nei saponi, e il bisfenolo A, utilizzato per la produzione di plastiche quotidiana sono solo alcuni esempi dei moltissimi agenti e sostanze inquinanti che ogni giorno impattano sulla nostra vita – dichiara Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma -. Senza dimenticare poi le diossine sviluppate dagli incendi di materiale plastico e dai rifiuti di ogni genere abbandonati nell’ambiente e nelle nostre città. Sono ormai diversi gli studi scientifici che hanno evidenziato come l’esposizione a queste sostanze nel corso della gravidanza possa provocare mutazioni epigenetiche nel feto, con trasmissione trans-generazionale delle stesse, dagli effetti irreversibili».

STILI DI VITA PRO-FERTILITÀ – Per contrastare e bilanciare gli effetti negativi dell’inquinamento sulla propria fertilità, oltre a cercare di fare attenzione all’utilizzo di determinati prodotti contenenti agenti inquinanti, «occorre ricordare che ci sono tantissimi altri fattori che possono permettere il mantenimento di una buona fertilità, come per esempio seguire un’alimentazione corretta e eliminare alcune cattive abitudini, come il fumo e l’abuso di alcol – chiosa la specialista -. Il concetto che deve passare è quello di pensare alla propria fertilità e prendersene cura, e di mettere in atto tutti i comportamenti necessari a contrastare gli effetti dell’inquinamento odierno sulla nostra vita riproduttiva».

Fonte https://wisesociety.it/salute-e-benessere/inquinamento-atmosferico-fertilita-riproduzione/

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