Sono una ragazza di vent'anni, rimasta incinta verso luglio del 2019 e fin da subito iniziai ad avere problemi... quasi subito andai a fare la prima visita per vedere come procedeva vista la presenza di qualche piccola perdita, e la dottoressa mi disse che dovevo stare a riposo e soprattutto senza fare sforzi.
Le minacce d'aborto
Pochi giorni dopo il controllo iniziai ad avere un'importante perdita e andai di corsa al pronto soccorso. Lì mi dissero che avevo avuto una minaccia e che il piccolo non si stava attaccando bene a causa di una mia malformazione all'utero quindi mi prescrissero delle pasticche e delle punture per cercare di migliorare la situazione.
Verso fine agosto si presentò di nuovo una minaccia così corremmo di nuovo al pronto soccorso e per fortuna il piccolo era ancora lì, sentimmo il suo battito e un po' ci tranquillizzammo. Ma il ginecologo disse che avevamo rischiato... così cercammo di fare di tutto per riuscire a far andare avanti la gravidanza.
Continuai con la cura e in più fui costretta a un riposo forzato altrimenti mi avrebbero ricoverato...
Proseguii così fino al sesto mese di gravidanza ferma a letto potendomi alzare solo per bisogni fisiologici. Un periodo davvero stressante e pieno di paure, ma anche di molte emozioni forti.
Fin dall'inizio fu un bimbo molto forte e pieno di energia, un piccolo torello. Si muoveva talmente tanto che la pancia prendeva forme assurde.
Quarantena forzata
Quando iniziai a riprendermi perché il pericolo era scampato e potevo finalmente alzarmi dal letto, boom, arrivò la quarantena forzata e quindi costretti a rimanere a casa… da qui partì il periodo dei controlli settimanali perché il bimbo si stava preparando per nascere così armata di guanti e mascherina entrai in ospedale.
Per fortuna tutto procedeva per il meglio.
In prossimità del giorno del parto venne chiuso l'ospedale dove dovevo andare a partorire perché diventato ospedale Covid-19 quindi tutto il reparto maternità venne trasferito in un altro ospedale dell'asl.
Le prime contrazioni
Finalmente il 1° aprile iniziai ad avere le prime contrazioni intorno le sei del mattino così ci incamminiamo verso l'ospedale... quasi arrivati ci fermò la polizia. Per fortuna si resero conto della situazione e ci lasciarono passare senza troppe storie... arrivammo in ospedale e il mio compagno mi lasciò all'entrata dove mi presero le infermiere e mi portarono in sala travaglio. Da quel momento rimasi sola, senza nessuno che mi stesse vicino e mi desse forza. Il mio compagno passò tutto la giornata in sala d'attesa aspettando per ore senza avere notizie, senza potermi stare vicino e darmi conforto. L'ansia lo stava divorando talmente tanto che non riusciva a stare fermo…
Dopo circa 12 ore di travaglio arrivarono le contrazioni da parto e mi si ruppero le acque. Finalmente stava per nascere... mi portarono in sala parto e alle 18,46 nacque il piccolo Mattia di 3,590 Kg.
Questa è la nostra storia molto travagliata e piena di preoccupazioni. Devo dire che non ci siamo fatti mancare proprio niente, ma nonostante tutto sono la donna più felice del mondo.
Avere un figlio è una cosa che non dimenticherò mai, è un emozione unica e troppo importante. Non si può capire finché non la si prova.
Fonte https://mammenellarete.nostrofiglio.it/pancione/minaccia-aborto-pandemia-gravidanza
Le minacce d'aborto
Pochi giorni dopo il controllo iniziai ad avere un'importante perdita e andai di corsa al pronto soccorso. Lì mi dissero che avevo avuto una minaccia e che il piccolo non si stava attaccando bene a causa di una mia malformazione all'utero quindi mi prescrissero delle pasticche e delle punture per cercare di migliorare la situazione.
Verso fine agosto si presentò di nuovo una minaccia così corremmo di nuovo al pronto soccorso e per fortuna il piccolo era ancora lì, sentimmo il suo battito e un po' ci tranquillizzammo. Ma il ginecologo disse che avevamo rischiato... così cercammo di fare di tutto per riuscire a far andare avanti la gravidanza.
Continuai con la cura e in più fui costretta a un riposo forzato altrimenti mi avrebbero ricoverato...
Proseguii così fino al sesto mese di gravidanza ferma a letto potendomi alzare solo per bisogni fisiologici. Un periodo davvero stressante e pieno di paure, ma anche di molte emozioni forti.
Fin dall'inizio fu un bimbo molto forte e pieno di energia, un piccolo torello. Si muoveva talmente tanto che la pancia prendeva forme assurde.
Quarantena forzata
Quando iniziai a riprendermi perché il pericolo era scampato e potevo finalmente alzarmi dal letto, boom, arrivò la quarantena forzata e quindi costretti a rimanere a casa… da qui partì il periodo dei controlli settimanali perché il bimbo si stava preparando per nascere così armata di guanti e mascherina entrai in ospedale.
Per fortuna tutto procedeva per il meglio.
In prossimità del giorno del parto venne chiuso l'ospedale dove dovevo andare a partorire perché diventato ospedale Covid-19 quindi tutto il reparto maternità venne trasferito in un altro ospedale dell'asl.
Le prime contrazioni
Finalmente il 1° aprile iniziai ad avere le prime contrazioni intorno le sei del mattino così ci incamminiamo verso l'ospedale... quasi arrivati ci fermò la polizia. Per fortuna si resero conto della situazione e ci lasciarono passare senza troppe storie... arrivammo in ospedale e il mio compagno mi lasciò all'entrata dove mi presero le infermiere e mi portarono in sala travaglio. Da quel momento rimasi sola, senza nessuno che mi stesse vicino e mi desse forza. Il mio compagno passò tutto la giornata in sala d'attesa aspettando per ore senza avere notizie, senza potermi stare vicino e darmi conforto. L'ansia lo stava divorando talmente tanto che non riusciva a stare fermo…
Dopo circa 12 ore di travaglio arrivarono le contrazioni da parto e mi si ruppero le acque. Finalmente stava per nascere... mi portarono in sala parto e alle 18,46 nacque il piccolo Mattia di 3,590 Kg.
Questa è la nostra storia molto travagliata e piena di preoccupazioni. Devo dire che non ci siamo fatti mancare proprio niente, ma nonostante tutto sono la donna più felice del mondo.
Avere un figlio è una cosa che non dimenticherò mai, è un emozione unica e troppo importante. Non si può capire finché non la si prova.
Fonte https://mammenellarete.nostrofiglio.it/pancione/minaccia-aborto-pandemia-gravidanza
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