"Aver contratto in passato la malattia non ha valore completamente protettivo nel caso del Cytomegalovirus – chiarisce la specialista - e circa l'80% delle persone adulte nel mondo hanno anticorpi specifici contro il Cytomegalovirus, con prevalenza diversa a seconda dello status sociale e dell'area geografica. Una volta contratto, questo virus rimane allo stato latente all'interno dell'organismo, vale a dire che il virus c'è ma non si vede e può riattivarsi. Quello che cambia è la probabilità di trasmissione al feto. L'infezione in gravidanza può essere primaria, quando la si contrae per la prima volta durante la gestazione, ed è più probabile in questo caso che venga trasmessa al feto.
La trasmissione al feto è molto meno frequente invece, quando il virus si riattiva durante la gravidanza in una mamma che aveva già contratto l'infezione in passato (infezione non primaria). I sintomi dell'infezione congenita del neonato possono essere sintomi acuti, o, come accade più frequentemente, il neonato nasce infetto, ma senza sintomi e sviluppa in una percentuale di casi che arriva al 15% esiti permanenti a distanza, come la sordità. Conoscere la storia della gestante è importante per il neonatologo: ci sono farmaci che possono essere somministrati al neonato e si sono dimostrati efficaci nel ridurre l'incidenza di questi esiti a distanza. Lo screening sierologico all'inizio della gravidanza, con il dosaggio delle IgG e delle IgM specifiche, permette di conoscere la situazione infettivologica della mamma e di programmare i controlli successivi"
La trasmissione al feto è molto meno frequente invece, quando il virus si riattiva durante la gravidanza in una mamma che aveva già contratto l'infezione in passato (infezione non primaria). I sintomi dell'infezione congenita del neonato possono essere sintomi acuti, o, come accade più frequentemente, il neonato nasce infetto, ma senza sintomi e sviluppa in una percentuale di casi che arriva al 15% esiti permanenti a distanza, come la sordità. Conoscere la storia della gestante è importante per il neonatologo: ci sono farmaci che possono essere somministrati al neonato e si sono dimostrati efficaci nel ridurre l'incidenza di questi esiti a distanza. Lo screening sierologico all'inizio della gravidanza, con il dosaggio delle IgG e delle IgM specifiche, permette di conoscere la situazione infettivologica della mamma e di programmare i controlli successivi"
Nessun commento:
Posta un commento