lunedì 10 agosto 2020

Cannabis durante gravidanza collegato a rischio più alto di autismo per bambino

      L’utilizzo abituale di cannabis da parte della madre durante la gravidanza può essere collegato ad un rischio maggiore di autismo da parte del bambino secondo uno un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Ospedale di Ottawa. Secondo il comunicato apparso sul sito dello stesso ospedale canadese, per i bambini esposti alla cannabis durante la gravidanza l’incidenza di autismo era di 4 su 1000 anni-persona rispetto ad un livello più basso dei bambini non esposti che si fermava 2,42. Sebbene la cannabis sia ora legale in Canada, per esempio, gli stessi ricercatori ne sconsiglio l’utilizzo per le donne incinte oppure che si trovano in fase di allattamento.
      I ricercatori hanno infatti scoperto che nonostante i molti avvertimenti, sono sempre più le donne che continuano ad usare cannabis nel corso della gravidanza, come spiega Mark Walker, uno dei responsabili del reparto di ostetricia e ginecologia che considera la cosa abbastanza preoccupante.

      Per giungere a questi risultati i ricercatori hanno analizzato i dati di 2200 donne le quali riferivano di usare solo cannabis nel corso della gravidanza (e dunque nessun’altra sostanza come alcol, oppioidi o tabacco). Nell’analizzare i dati, i ricercatori scoprivano la maggiore percentuale di rischio di autismo nei nascituri proprio per queste donne rispetto a quelle che non usavano cannabis.
Già in precedenza ricercatori avevano scoperto che usare cannabis durante la gravidanza può essere collegato a rischi più alti di parto pretermine.
      “Questo è uno dei più grandi studi su questo argomento fino ad oggi. Ci auguriamo che i nostri risultati aiuteranno le donne e i loro fornitori di assistenza sanitaria a prendere decisioni informate”, spiega Daniel Corsi, un epidemiologo dell’ospedale di ottava affiliato anche al CHEO Research Institute.

Approfondimenti
Ottawa Hospital Research Institute (IA)
Maternal cannabis use in pregnancy and child neurodevelopmental outcomes | Nature Medicine (IA) (DOI: 10.1038/s41591-020-1002-5)

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