Sono sicuramente più consapevoli rispetto al passato. Ma necessitano ancora di un supporto, per avvicinarsi a quello che dovrebbe diventare lo standard. Le mamme italiane sono sempre più impegnate a garantire il benessere del proprio figlio fin dalla gravidanza. Lo si evince dai risultati preliminari di uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha monitorato le abitudini di quasi 30mila donne relativamente a una serie di comportamenti: dall'assunzione di acido folico al rispetto del periodo di allattamento esclusivo al seno, dall'abolizione del fumo e del consumo di bevande alcoliche in gravidanza al rispetto delle indicazioni riportate nel calendario vaccinale. Quello che emerge è uno scenario con più luci che ombre. Sicuramente perfettibile, però.
L'IMPORTANZA DEI PRIMI MILLE GIORNI
L'indagine è stata condotta «agganciando» e intervistando le donne nei centri vaccinali di 11 Regioni, tra la fine dello scorso anno e la primavera del 2019. Obbiettivo: misurare la diffusione delle buone pratiche relativamente ad alcuni aspetti cruciali nei primi mille giorni di vita di un bambino. Il periodo comprende i nove mesi di gravidanza più i primi due anni di vita. In questo arco di tempo le scelte adottate dai genitori sono cruciali per lo sviluppo e la crescita del feto prima e del bambino poi. Ma anche per la salute del futuro adulto. Numerose ricerche hanno infatti evidenziato come quello che accade in questi primi mille giorni può influenzare la predisposizione allo sviluppo di varie malattie: da quelle cardiovascolari ad alcune psichiatriche, fino a diverse forme di cancro. Per proteggere i bambini, quasi tutta la prevenzione ruota attorno all'adozione di un corretto stile di vita. Da qui la decisione di misurare l'impatto di diversi anni di campagne informative sulle scelte assunte dalle donne nel periodo della gravidanza e dell'allattamento.
ACIDO FOLICO: ASSUNZIONE NON SEMPRE TEMPESTIVA
Tra i vari aspetti indagati, particolare attenzione è stata riservata all'assunzione di acido folico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne raccomanda l'assunzione quotidiana di 400 microgrammi: a partire dal mese precedente l’inizio della gravidanza e fino ai tre successivi, per ridurre il rischio di malformazioni neonatali. Dall'indagine si evince che quasi
la totalità delle mamme interpellate (97,3 per cento) aveva integrato la dieta con l'acido folico durante l'attesa. Ma erano state in poche (21,7 per cento) a farlo in maniera appropriata, iniziando ad assumere gli integratori almeno un mese prima del concepimento. La carenza di acido folico rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di alcune malformazioni congenite, come la spina bifida (incompleta chiusura di una o più vertebre: da cui la malformazione del midollo spinale) e l'anencefalia (il feto risulta privo della volta cranica). Ma l’acido folico è essenziale anche per la maturazione delle cellule cutanee e del midollo osseo, oltre che dell’embrione nel suo complesso.
MENO DI 1 DONNA SU 4 ALLATTA FINO AL SESTO MESE
Un altro capitolo importante della ricerca riguarda l'allattamento al seno. Quello esclusivo, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe durare almeno sei mesi. Scenario che, stando ai risultati raccolti, riguarda nel complesso meno di 1 donna su 4, con una variabilità che oscilla tra il 16.6 per cento e il 44.7 per cento (le quote più basse sono state rilevate nelle regioni del Sud). Un bambino su 10, inoltre, risulta non essere mai stato allattato nei primi mesi di vita. I benefici dell'allattamento per la mamma e per il bambino sono così consolidati che le principali autorità scientifiche suggeriscono di prolungarlo anche fino ai due anni. Peculiarità del latte materno è quella di «adattarsi ai bisogni delle varie fasi di crescita, cambiando composizione in base a quelle che sono le esigenze nutrizionali di un neonato in crescita», ricorda Fabio Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia. «L’allattamento è il primo mezzo per creare un legame stabile e positivo tra la mamma e il neonato».
Fonte https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/ginecologia/acido-folico-e-allattamento-le-mamme-italiane-possono-fare-di-piu
L'IMPORTANZA DEI PRIMI MILLE GIORNI
L'indagine è stata condotta «agganciando» e intervistando le donne nei centri vaccinali di 11 Regioni, tra la fine dello scorso anno e la primavera del 2019. Obbiettivo: misurare la diffusione delle buone pratiche relativamente ad alcuni aspetti cruciali nei primi mille giorni di vita di un bambino. Il periodo comprende i nove mesi di gravidanza più i primi due anni di vita. In questo arco di tempo le scelte adottate dai genitori sono cruciali per lo sviluppo e la crescita del feto prima e del bambino poi. Ma anche per la salute del futuro adulto. Numerose ricerche hanno infatti evidenziato come quello che accade in questi primi mille giorni può influenzare la predisposizione allo sviluppo di varie malattie: da quelle cardiovascolari ad alcune psichiatriche, fino a diverse forme di cancro. Per proteggere i bambini, quasi tutta la prevenzione ruota attorno all'adozione di un corretto stile di vita. Da qui la decisione di misurare l'impatto di diversi anni di campagne informative sulle scelte assunte dalle donne nel periodo della gravidanza e dell'allattamento.
ACIDO FOLICO: ASSUNZIONE NON SEMPRE TEMPESTIVA
Tra i vari aspetti indagati, particolare attenzione è stata riservata all'assunzione di acido folico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ne raccomanda l'assunzione quotidiana di 400 microgrammi: a partire dal mese precedente l’inizio della gravidanza e fino ai tre successivi, per ridurre il rischio di malformazioni neonatali. Dall'indagine si evince che quasi
la totalità delle mamme interpellate (97,3 per cento) aveva integrato la dieta con l'acido folico durante l'attesa. Ma erano state in poche (21,7 per cento) a farlo in maniera appropriata, iniziando ad assumere gli integratori almeno un mese prima del concepimento. La carenza di acido folico rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di alcune malformazioni congenite, come la spina bifida (incompleta chiusura di una o più vertebre: da cui la malformazione del midollo spinale) e l'anencefalia (il feto risulta privo della volta cranica). Ma l’acido folico è essenziale anche per la maturazione delle cellule cutanee e del midollo osseo, oltre che dell’embrione nel suo complesso.
MENO DI 1 DONNA SU 4 ALLATTA FINO AL SESTO MESE
Un altro capitolo importante della ricerca riguarda l'allattamento al seno. Quello esclusivo, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe durare almeno sei mesi. Scenario che, stando ai risultati raccolti, riguarda nel complesso meno di 1 donna su 4, con una variabilità che oscilla tra il 16.6 per cento e il 44.7 per cento (le quote più basse sono state rilevate nelle regioni del Sud). Un bambino su 10, inoltre, risulta non essere mai stato allattato nei primi mesi di vita. I benefici dell'allattamento per la mamma e per il bambino sono così consolidati che le principali autorità scientifiche suggeriscono di prolungarlo anche fino ai due anni. Peculiarità del latte materno è quella di «adattarsi ai bisogni delle varie fasi di crescita, cambiando composizione in base a quelle che sono le esigenze nutrizionali di un neonato in crescita», ricorda Fabio Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia. «L’allattamento è il primo mezzo per creare un legame stabile e positivo tra la mamma e il neonato».
Fonte https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/ginecologia/acido-folico-e-allattamento-le-mamme-italiane-possono-fare-di-piu
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