Nel concetto di stress rientrano una pluralità di eventi che possono incidere su una condizione fisica e psichica. La prima definizione di questa condizione risale al 1936 ed è stata effettuata da Hans Selye: “si tratta di una risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. Questo stato, in sostanza, si concretizza in una risposta psicofisica ad una serie di “impegni” emotivi, lavorativi, sociali e cognitivi che sono considerati come eccessivi dalla persona. Occorre precisare come la risposta a questi eventi non sia oggettiva e generalizzata, ma dipenda da ogni singolo soggetto e dall’entità che lo stimolo assume per l’individuo. In particolare, gli effetti negativi di questa condizione si verificano quando non sussiste coincidenza fra le richieste dell’ambiente e la capacità del soggetto di esaudirle.
Lo stress e l’infertilità
La reazione fisica conseguente ad una condizione di stress può manifestarsi attraverso una pluralità di problematiche. Le più frequenti sono insonnia, ansia, stato di agitazione, nervosismo. In alcuni casi questa condizione può produrre effetti anche sul sistema immunitario. Recentemente si è anche evidenziato come lo stress possa incidere sulle probabilità di una gravidanza. Uno dei primi studi in questo ambito risale al 2001: i ricercatori dell’Università di San Diego avevano stimato come le donne con i più alti livelli di stress avessero il 93% di probabilità in meno di rimanere incinte rispetto a chi non viveva questi problemi o aveva livelli più bassi.
L’incidenza dello stress sull’ovulazione
Negli ultimi 20 anni gli studi sul rapporto fra stress e concepimento sono stati sempre più frequenti e accurati e hanno aggiunto nuovi, fondamentali, tasselli per comprendere questa correlazione. Una recente ricerca pubblicata su Annals of Epidemiology, condotta su 400 donne di età non superiore a 40 anni, ha evidenziato una correlazione fra questa condizione e l’ovulazione. Le pazienti sono state sollecitate a scrivere un diario nel quale indicare i dettagli sul ciclo, i rapporti sessuali, il consumo di alcol e tabacco. Ogni donna è stata invitata a dare un valore al proprio livello di stress giornaliero. L’effetto negativo di quest’ultimo è stato proprio durante la fase dell’ovulazione. In sostanza i ricercatori hanno evidenziato come in tali condizioni le probabilità di concepire sono inferiori del 45%.
Il legame fra il benessere emotivo e la probabilità di rimanere incinte
Un altro studio condotto dalla scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Boston e pubblicato sulla rivista American Journal of Epidemology ha messo ribadito la stretta correlazione fra benessere emotivo e probabilità di una gravidanza. La ricerca, condotta su 1.272 uomini e 4.769 donne, si è fondata sul “Perceived Stress Scale” un questionario per valutare la condizione di stress individuale. Dopo le risposte dei pazienti, i ricercatori hanno accertato come le donne soggette ad importanti situazioni stressanti avevano una probabilità di concepimento inferiore del 13% rispetto alle altre. Un legame che assume caratteri anche maggiori nei soggetti con un’età inferiore a 35 anni. Una problematica che non coinvolge soltanto le donne. La ricerca, infatti, ha evidenziato come esista una correlazione fra punteggio dell’uomo nel “Perceived stress scale” e fertilità della coppia. Secondo i risultati emersi, in particolare, le coppie hanno una riduzione delle probabilità di concepire pari al 25% quando il punteggio maschile raggiunge un limite “guardia”. In particolare, secondo un altro studio dell’American Society for Reproductive Medicine, elevati livelli di stress possono comportare una riduzione dei livelli di testosterone.
Il cortisolo e l’enzima alfa-amilase come indicatori dello stress
Oltre alla somministrazione di questionari per la valutazione della condizione di stress, alcuni ricercatori hanno individuato anche dei parametri fisiologici che potrebbero essere utilizzati come indicatori di questa condizione. In particolare, uno studio pubblicato su Human Reproduction, condotto su 501 coppie, ha messo in evidenza come la presenza nella saliva di elevati livelli di cortisolo e dell’enzima alfa-amilase potessero essere utilizzati come marker dello stress e, di conseguenza, potessero servire per valutare una correlazione fra questa condizione e l’infertilità. I ricercatori, infatti, hanno valutato come livelli alti dell’enzima comportino una riduzione delle probabilità di concepimento fino al 30%
Lo stress e l’infertilità
La reazione fisica conseguente ad una condizione di stress può manifestarsi attraverso una pluralità di problematiche. Le più frequenti sono insonnia, ansia, stato di agitazione, nervosismo. In alcuni casi questa condizione può produrre effetti anche sul sistema immunitario. Recentemente si è anche evidenziato come lo stress possa incidere sulle probabilità di una gravidanza. Uno dei primi studi in questo ambito risale al 2001: i ricercatori dell’Università di San Diego avevano stimato come le donne con i più alti livelli di stress avessero il 93% di probabilità in meno di rimanere incinte rispetto a chi non viveva questi problemi o aveva livelli più bassi.
L’incidenza dello stress sull’ovulazione
Negli ultimi 20 anni gli studi sul rapporto fra stress e concepimento sono stati sempre più frequenti e accurati e hanno aggiunto nuovi, fondamentali, tasselli per comprendere questa correlazione. Una recente ricerca pubblicata su Annals of Epidemiology, condotta su 400 donne di età non superiore a 40 anni, ha evidenziato una correlazione fra questa condizione e l’ovulazione. Le pazienti sono state sollecitate a scrivere un diario nel quale indicare i dettagli sul ciclo, i rapporti sessuali, il consumo di alcol e tabacco. Ogni donna è stata invitata a dare un valore al proprio livello di stress giornaliero. L’effetto negativo di quest’ultimo è stato proprio durante la fase dell’ovulazione. In sostanza i ricercatori hanno evidenziato come in tali condizioni le probabilità di concepire sono inferiori del 45%.
Il legame fra il benessere emotivo e la probabilità di rimanere incinte
Un altro studio condotto dalla scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Boston e pubblicato sulla rivista American Journal of Epidemology ha messo ribadito la stretta correlazione fra benessere emotivo e probabilità di una gravidanza. La ricerca, condotta su 1.272 uomini e 4.769 donne, si è fondata sul “Perceived Stress Scale” un questionario per valutare la condizione di stress individuale. Dopo le risposte dei pazienti, i ricercatori hanno accertato come le donne soggette ad importanti situazioni stressanti avevano una probabilità di concepimento inferiore del 13% rispetto alle altre. Un legame che assume caratteri anche maggiori nei soggetti con un’età inferiore a 35 anni. Una problematica che non coinvolge soltanto le donne. La ricerca, infatti, ha evidenziato come esista una correlazione fra punteggio dell’uomo nel “Perceived stress scale” e fertilità della coppia. Secondo i risultati emersi, in particolare, le coppie hanno una riduzione delle probabilità di concepire pari al 25% quando il punteggio maschile raggiunge un limite “guardia”. In particolare, secondo un altro studio dell’American Society for Reproductive Medicine, elevati livelli di stress possono comportare una riduzione dei livelli di testosterone.
Il cortisolo e l’enzima alfa-amilase come indicatori dello stress
Oltre alla somministrazione di questionari per la valutazione della condizione di stress, alcuni ricercatori hanno individuato anche dei parametri fisiologici che potrebbero essere utilizzati come indicatori di questa condizione. In particolare, uno studio pubblicato su Human Reproduction, condotto su 501 coppie, ha messo in evidenza come la presenza nella saliva di elevati livelli di cortisolo e dell’enzima alfa-amilase potessero essere utilizzati come marker dello stress e, di conseguenza, potessero servire per valutare una correlazione fra questa condizione e l’infertilità. I ricercatori, infatti, hanno valutato come livelli alti dell’enzima comportino una riduzione delle probabilità di concepimento fino al 30%
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