Quello delle urine è uno degli esami più importanti durante la dolce attesa perché permette di tenere d'occhio l'eventuale presenza di proteine nelle urine, come ad esempio l'albumina.
In caso positivo, infatti, la futura mamma potrebbe essere affetta da preeclampsia, una malattia strettamente legata alla gravidanza che determina un innalzamento della pressione arteriosa e gonfiori diffusi. La preeclampsia non è da sottovalutare perché può perfino portare a un'importante insufficienza renale: in questo caso i reni non riescono più a lavorare al meglio e si accumulano più proteine del dovuto nelle urine. Se individuata precocemente, questa malattia può essere tenuta sotto controllo in modo che non rappresenti alcun rischio nè per la mamma nè per il piccolo in arrivo.
Leggere il referto
Il risultato dell’esame delle urine si divide in chimico-fisico e di sedimento: mentre nel primo caso vengono indicati i valori riguardanti peso specifico, aspetto e pH; nella seconda parte del referto vengono valutati i leucociti, che possono indicare la presenza di un’infezione alle vie urinarie, e gli eritrociti, che evidenziano le tracce di sangue.
Leucociti nelle urine in gravidanza
«L'esame delle urine serve anche ad individuare eventuali infezioni delle vie urinarie, attraverso la ricerca dei leucociti: se sono compresi tra 4 e 8 significa che la situazione è sotto controllo, in caso invece di test positivo, viene prescritta un'urinocultura per determinare con precisione qual è il batterio in questione e l'antibiogramma per sapere quale antibiotico è più efficace per debellare quel determinato microrganismo», spiega Eugenio Schiavon, specialista in ostetricia e ginecologia.
«In gravidanza è più facile scontrarsi con disturbi di questo genere e, nella maggior parte dei casi, sono causati da batteri di origine intestinale, come escherichia coli, enterococchi, stafilococchi», continua l'esperto. Questo perché il progesterone, che rilassa e dilata la muscolatura delle vie urinarie - l’uretra, il canale che mette in comunicazione la vescica con l’esterno, è più corta e la sua vicinanza con il retto favorisce la contaminazione batterica - facilita la permanenza dei batteri e quindi il loro moltiplicarsi.
Ecco perché è estremamente importante, soprattutto in gravidanza, preoccuparsi dell'igiene intima: bastano azioni scorrette o una piccola infezione intestinale perché insorga un disturbo.
Glucosio nelle urine in gravidanza
Con questo esame, si rivela anche l'eventuale presenza di glucosio, indice di diabete gestazionale, una patologia che può insorgere durante la gravidanza anche nelle donne che in precedenza non ne avevano mai sofferto.
«Come per le proteine, una minima quantità è tollerabile, ma se l'esame è positivo, occorre una minicurva glicemica: si tratta del controllo del dosaggio della glicemia nel sangue dopo 50 grammi di glucosio, che consente di valutare se la donna ha una predisposizione a sviluppare questo tipo di diabete», spiega il ginecologo.
Emoglobina nelle urine in gravidanza
Naturalmente non devono esserci tracce di sangue. E questa regola è valida per tutti, non solo per le donne in attesa.
«In caso di gravidanza però, la presenza di sangue può dipendere da diversi fattori: una cistite, un polipo cervicale oppure anche una piaghetta, che possono determinare un lieve stillicidio ematico, o ancora la renella che sfrega l’uretere provocando una piccola fuoriuscita di sostanza ematica», sottolinea il dottor Schiavon.
Infine, ad alcune donne capita di avere perdite in corrispondenza dei giorni del ciclo e se si effettuano gli esami delle urine proprio in quel periodo è naturale che si trovino tracce di sangue.
La raccolta
L'esame delle urine va fatto di prima mattina e, ovviamente, vanno raccolte in un barattolino sterile acquistabile in farmacia.
Sapevi che il primo "getto di pipì" va scartato? Si tratta infatti di urine che hanno stazionato nell’uretra che è a contatto con l’ambiente esterno e quindi facilmente contaminabile. È il secondo getto, quello che arriva dalla vescica, che si deve raccogliere. Il campione di urina si deve consegnare entro un’ora per evitare che si alteri: se il tragitto è lungo, sarebbe meglio effettuare il test in laboratorio o in ospedale.
I tempi
«Per la sua importanza nella prevenzione delle complicanze in gravidanza, l'esame delle urine va effettuato subito, al massimo entro la tredicesima settimana e ripetuto possibilmente con scadenza mensile sino alla fine dei nove mesi. L'ultimo controllo è previsto tra la trentottesima e la quarantesima settimana di gestazione», conclude il ginecologo.
Fonte https://www.donnamoderna.com/mamme/gravidanza/le-analisi-delle-urine
In caso positivo, infatti, la futura mamma potrebbe essere affetta da preeclampsia, una malattia strettamente legata alla gravidanza che determina un innalzamento della pressione arteriosa e gonfiori diffusi. La preeclampsia non è da sottovalutare perché può perfino portare a un'importante insufficienza renale: in questo caso i reni non riescono più a lavorare al meglio e si accumulano più proteine del dovuto nelle urine. Se individuata precocemente, questa malattia può essere tenuta sotto controllo in modo che non rappresenti alcun rischio nè per la mamma nè per il piccolo in arrivo.
Leggere il referto
Il risultato dell’esame delle urine si divide in chimico-fisico e di sedimento: mentre nel primo caso vengono indicati i valori riguardanti peso specifico, aspetto e pH; nella seconda parte del referto vengono valutati i leucociti, che possono indicare la presenza di un’infezione alle vie urinarie, e gli eritrociti, che evidenziano le tracce di sangue.
Leucociti nelle urine in gravidanza
«L'esame delle urine serve anche ad individuare eventuali infezioni delle vie urinarie, attraverso la ricerca dei leucociti: se sono compresi tra 4 e 8 significa che la situazione è sotto controllo, in caso invece di test positivo, viene prescritta un'urinocultura per determinare con precisione qual è il batterio in questione e l'antibiogramma per sapere quale antibiotico è più efficace per debellare quel determinato microrganismo», spiega Eugenio Schiavon, specialista in ostetricia e ginecologia.
«In gravidanza è più facile scontrarsi con disturbi di questo genere e, nella maggior parte dei casi, sono causati da batteri di origine intestinale, come escherichia coli, enterococchi, stafilococchi», continua l'esperto. Questo perché il progesterone, che rilassa e dilata la muscolatura delle vie urinarie - l’uretra, il canale che mette in comunicazione la vescica con l’esterno, è più corta e la sua vicinanza con il retto favorisce la contaminazione batterica - facilita la permanenza dei batteri e quindi il loro moltiplicarsi.
Ecco perché è estremamente importante, soprattutto in gravidanza, preoccuparsi dell'igiene intima: bastano azioni scorrette o una piccola infezione intestinale perché insorga un disturbo.
Glucosio nelle urine in gravidanza
Con questo esame, si rivela anche l'eventuale presenza di glucosio, indice di diabete gestazionale, una patologia che può insorgere durante la gravidanza anche nelle donne che in precedenza non ne avevano mai sofferto.
«Come per le proteine, una minima quantità è tollerabile, ma se l'esame è positivo, occorre una minicurva glicemica: si tratta del controllo del dosaggio della glicemia nel sangue dopo 50 grammi di glucosio, che consente di valutare se la donna ha una predisposizione a sviluppare questo tipo di diabete», spiega il ginecologo.
Emoglobina nelle urine in gravidanza
Naturalmente non devono esserci tracce di sangue. E questa regola è valida per tutti, non solo per le donne in attesa.
«In caso di gravidanza però, la presenza di sangue può dipendere da diversi fattori: una cistite, un polipo cervicale oppure anche una piaghetta, che possono determinare un lieve stillicidio ematico, o ancora la renella che sfrega l’uretere provocando una piccola fuoriuscita di sostanza ematica», sottolinea il dottor Schiavon.
Infine, ad alcune donne capita di avere perdite in corrispondenza dei giorni del ciclo e se si effettuano gli esami delle urine proprio in quel periodo è naturale che si trovino tracce di sangue.
La raccolta
L'esame delle urine va fatto di prima mattina e, ovviamente, vanno raccolte in un barattolino sterile acquistabile in farmacia.
Sapevi che il primo "getto di pipì" va scartato? Si tratta infatti di urine che hanno stazionato nell’uretra che è a contatto con l’ambiente esterno e quindi facilmente contaminabile. È il secondo getto, quello che arriva dalla vescica, che si deve raccogliere. Il campione di urina si deve consegnare entro un’ora per evitare che si alteri: se il tragitto è lungo, sarebbe meglio effettuare il test in laboratorio o in ospedale.
I tempi
«Per la sua importanza nella prevenzione delle complicanze in gravidanza, l'esame delle urine va effettuato subito, al massimo entro la tredicesima settimana e ripetuto possibilmente con scadenza mensile sino alla fine dei nove mesi. L'ultimo controllo è previsto tra la trentottesima e la quarantesima settimana di gestazione», conclude il ginecologo.
Fonte https://www.donnamoderna.com/mamme/gravidanza/le-analisi-delle-urine
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