Che si tratti della nausea tipica del primo trimestre (ma a volte può persistere anche dopo) o dell'acidità, della pesantezza o addirittura del reflusso degli ultimi mesi, i disturbi gastrici sono molto comuni durante la gravidanza. Colpa in parte dei cambiamenti ormonali che accompagnano la gravidanza stessa, in parte degli effetti meccanici che si producono via via che il bambino – e dunque l'utero – si ingrossano. Abbiamo chiesto a Giulia Privitera, nutrizionista presso la Clinica Mangiagalli di Milano, di rispondere ad alcune delle domande che le mamme pongono più frequentemente durante l'attesa.
Ho una nausea che non mi da pace: come posso affrontarla?
"La nausea è un disturbo abbastanza invalidante. Er fortuna tende a scomparire o ad attenuarsi molto dopo le 12-13 settimane, ma nel 10% delle donne che ne soffrono può rimanere anche fino al parto" afferma Privitera.
Il suo primo consiglio per attenuarla è quello di iniziare il pasto con qualcosa di amidaceo (fette biscottate, grissini, cracker). "Un'altra strategia utile è quella di frazionare i pasti, evitando di far passare troppo tempo tra un pasto e l'altro: bene anche mangiare qualcosa appena sveglie. Possono essere dei cracker o della frutta secca, che per molte donne ha un effetto di tamponamento sulla nausea". Un altro consiglio generale può essere quello di provare una tisana allo zenzero (si può semplicemente far bollire in acqua qualche fettina di radice di zenzero).
"Se questi accorgimenti non funzionano, vale la pena ricordare che è disponibile anche in Italia un nuovo farmaco contro nausea e vomito in gravidanza, a base di vitamina B6 (piridossina) e doxilamina. Se il medico lo prescrive, è molto importante rispettare il dosaggio previsto" precisa Privitera. Il nuovo farmaco è considerato molto sicuro: non è miracoloso, ma per alcune donne riesce davvero a fare la differenza.
Ho un'acidità continua. Cosa posso fare per attenuarla?
Anche in questo caso ci sono alcune indicazioni generali: "evitare alimenti a elevata acidità come agrumi, pomodori, cioccolata e bevande gassate o contenenti caffeina; evitare cibi troppo elaborati o grassi; cercare di frazionare i pasti durante la giornata, evitando soprattutto di mangiare troppo alla sera; mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi; prediligere preparazioni semplici come la cottura al vapore, ai ferri, alla griglia o al cartoccio; provare tisane o infusi a base di finocchio, camomilla, malva, liquirizia".
Alcune mamme provano sollievo ingerendo alcuni cibi in particolare, per esempio le mandorle, il latte, le fave: "Per questi alimenti non ci sono indicazioni scientifiche particolari. Ciascuna può autoregolarsi se trova qualcosa che la fa stare meglio, ovviamente stando attenta alle quantità e purché si tratti di alimenti adeguati". Bere litri di bevande gassate e zuccherate perché attenuano il senso di acidità non è comunque una buona idea!
"Infine, se il disturbo non si attenua, si può valutare con il proprio ginecologo l'assunzione di farmaci antiacido, che possono efficacemente aiutare ad attenuare la gastrite e possono essere presi con continuità" conclude Privitera.
L'acidità può persistere anche dopo il parto?
"In genere acidità e bruciore di stomaco che si presentano in gravidanza si risolvono con la gravidanza stessa o poco dopo il parto" afferma Privitera. "Se il sintomo continua a persistere, tuttavia, è bene non parlarne con il medico e magari fare qualche indagine più approfondita".
Sono alle ultime settimane di gravidanza e mi sembra di fare indigestioni continue: il bicarbonato può aiutare?
"Probabilmente si tratta di una forma di pesantezza molto accentuata" risponde Privitera. "La prima cosa da fare è provare a bilanciare meglio i pasti, frazionandoli in modo da non appesantirsi a ogni pasto e prediligendo metodi di cottura molto leggeri. Se la sensazione di pesantezza continua o è 'importante' occorre rivolgersi al medico, per associare a una dieta equilibrata una terapia di tipo farmacologico".
Per quanto riguarda il bicarbonato, "può essere usato all'occorrenza, una volta ogni tanto, nella dose di un cucchiaino da caffè sciolto in un bicchiere d'acqua. Per esempio lo si può utilizzare durante le feste, dopo un pasto particolarmente impegnativo, ma non va usato ogni giorno o più volte al giorno".
Nei primi mesi di gravidanza sono diventata intollerante al lattosio: è normale? L'intolleranza rimarrà anche dopo il parto?
"Sì, può succedere" chiarisce Privitera. "La gravidanza è un momento delicato dal punto di vista metabolico, per cui possono svilupparsi ipersensibilità fino a quel momento non conosciute e una delle più comuni è proprio l'intolleranza al lattosio".
In questo caso, uno dei primissimi sintomi è costituito dalla comparsa di dolore addominale o di diarrea o di un forte meteorismo poco dopo l'ingestione di latte o latticini. "La cosa da fare è rivolgersi a un nutrizionista per ottenere un piano alimentare adeguato, con tutte le indicazioni necessarie per modificare le proprie abitudini".
Un'altra intolleranza che potrebbe verificarsi in gravidanza è quella al glutine, che però è un po' più difficile da diagnosticare (e ancora di più da autodiagnosticare). "Un consiglio generale, valido per tutti, è comunque quello di alternare ai cereali tradizionali altri cereali o pseudocereali naturalmente privi di glutine come riso, miglio, grano saraceno".
Difficile prevedere in anticipo cosa succedere dopo il parto: "La sensibilità potrebbe scomparire, ma potrebbe anche rimanere" conclude Privitera.
Da quando sono incinta non ho mai fame. E' normale? Può compromettere lo sviluppo del bambino?
"A volte ci si sente inappetenti soltanto perché si sentono altre future mamme 'lamentarsi' di una fame insaziabile o di voglie continue, mentre il proprio appetito non è cambiato. Però questa non è davvero inappetenza" afferma Privitera. "Se invece la mancanza di fame è reale, bisogna verificare che non ostacoli la mamma dal nutrirsi in modo adeguato, magari anche forzandosi un po'. In questi casi in genere non ci sono problemi per il bambino, che invece potrebbero esserci se l'inappetenza, in particolare dopo i primi mesi, è tale da portare a perdita di peso. Allora è il caso di parlarne con il ginecologo, che valuterà il benessere del bambino e potrebbe consigliare una consulenza nutrizionale".
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/disturbi-gastrici-in-gravidanza-le-risposte-alle-domande-piu-comuni-delle-mamme
Ho una nausea che non mi da pace: come posso affrontarla?
"La nausea è un disturbo abbastanza invalidante. Er fortuna tende a scomparire o ad attenuarsi molto dopo le 12-13 settimane, ma nel 10% delle donne che ne soffrono può rimanere anche fino al parto" afferma Privitera.
Il suo primo consiglio per attenuarla è quello di iniziare il pasto con qualcosa di amidaceo (fette biscottate, grissini, cracker). "Un'altra strategia utile è quella di frazionare i pasti, evitando di far passare troppo tempo tra un pasto e l'altro: bene anche mangiare qualcosa appena sveglie. Possono essere dei cracker o della frutta secca, che per molte donne ha un effetto di tamponamento sulla nausea". Un altro consiglio generale può essere quello di provare una tisana allo zenzero (si può semplicemente far bollire in acqua qualche fettina di radice di zenzero).
"Se questi accorgimenti non funzionano, vale la pena ricordare che è disponibile anche in Italia un nuovo farmaco contro nausea e vomito in gravidanza, a base di vitamina B6 (piridossina) e doxilamina. Se il medico lo prescrive, è molto importante rispettare il dosaggio previsto" precisa Privitera. Il nuovo farmaco è considerato molto sicuro: non è miracoloso, ma per alcune donne riesce davvero a fare la differenza.
Ho un'acidità continua. Cosa posso fare per attenuarla?
Anche in questo caso ci sono alcune indicazioni generali: "evitare alimenti a elevata acidità come agrumi, pomodori, cioccolata e bevande gassate o contenenti caffeina; evitare cibi troppo elaborati o grassi; cercare di frazionare i pasti durante la giornata, evitando soprattutto di mangiare troppo alla sera; mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi; prediligere preparazioni semplici come la cottura al vapore, ai ferri, alla griglia o al cartoccio; provare tisane o infusi a base di finocchio, camomilla, malva, liquirizia".
Alcune mamme provano sollievo ingerendo alcuni cibi in particolare, per esempio le mandorle, il latte, le fave: "Per questi alimenti non ci sono indicazioni scientifiche particolari. Ciascuna può autoregolarsi se trova qualcosa che la fa stare meglio, ovviamente stando attenta alle quantità e purché si tratti di alimenti adeguati". Bere litri di bevande gassate e zuccherate perché attenuano il senso di acidità non è comunque una buona idea!
"Infine, se il disturbo non si attenua, si può valutare con il proprio ginecologo l'assunzione di farmaci antiacido, che possono efficacemente aiutare ad attenuare la gastrite e possono essere presi con continuità" conclude Privitera.
L'acidità può persistere anche dopo il parto?
"In genere acidità e bruciore di stomaco che si presentano in gravidanza si risolvono con la gravidanza stessa o poco dopo il parto" afferma Privitera. "Se il sintomo continua a persistere, tuttavia, è bene non parlarne con il medico e magari fare qualche indagine più approfondita".
Sono alle ultime settimane di gravidanza e mi sembra di fare indigestioni continue: il bicarbonato può aiutare?
"Probabilmente si tratta di una forma di pesantezza molto accentuata" risponde Privitera. "La prima cosa da fare è provare a bilanciare meglio i pasti, frazionandoli in modo da non appesantirsi a ogni pasto e prediligendo metodi di cottura molto leggeri. Se la sensazione di pesantezza continua o è 'importante' occorre rivolgersi al medico, per associare a una dieta equilibrata una terapia di tipo farmacologico".
Per quanto riguarda il bicarbonato, "può essere usato all'occorrenza, una volta ogni tanto, nella dose di un cucchiaino da caffè sciolto in un bicchiere d'acqua. Per esempio lo si può utilizzare durante le feste, dopo un pasto particolarmente impegnativo, ma non va usato ogni giorno o più volte al giorno".
Nei primi mesi di gravidanza sono diventata intollerante al lattosio: è normale? L'intolleranza rimarrà anche dopo il parto?
"Sì, può succedere" chiarisce Privitera. "La gravidanza è un momento delicato dal punto di vista metabolico, per cui possono svilupparsi ipersensibilità fino a quel momento non conosciute e una delle più comuni è proprio l'intolleranza al lattosio".
In questo caso, uno dei primissimi sintomi è costituito dalla comparsa di dolore addominale o di diarrea o di un forte meteorismo poco dopo l'ingestione di latte o latticini. "La cosa da fare è rivolgersi a un nutrizionista per ottenere un piano alimentare adeguato, con tutte le indicazioni necessarie per modificare le proprie abitudini".
Un'altra intolleranza che potrebbe verificarsi in gravidanza è quella al glutine, che però è un po' più difficile da diagnosticare (e ancora di più da autodiagnosticare). "Un consiglio generale, valido per tutti, è comunque quello di alternare ai cereali tradizionali altri cereali o pseudocereali naturalmente privi di glutine come riso, miglio, grano saraceno".
Difficile prevedere in anticipo cosa succedere dopo il parto: "La sensibilità potrebbe scomparire, ma potrebbe anche rimanere" conclude Privitera.
Da quando sono incinta non ho mai fame. E' normale? Può compromettere lo sviluppo del bambino?
"A volte ci si sente inappetenti soltanto perché si sentono altre future mamme 'lamentarsi' di una fame insaziabile o di voglie continue, mentre il proprio appetito non è cambiato. Però questa non è davvero inappetenza" afferma Privitera. "Se invece la mancanza di fame è reale, bisogna verificare che non ostacoli la mamma dal nutrirsi in modo adeguato, magari anche forzandosi un po'. In questi casi in genere non ci sono problemi per il bambino, che invece potrebbero esserci se l'inappetenza, in particolare dopo i primi mesi, è tale da portare a perdita di peso. Allora è il caso di parlarne con il ginecologo, che valuterà il benessere del bambino e potrebbe consigliare una consulenza nutrizionale".
Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/disturbi-gastrici-in-gravidanza-le-risposte-alle-domande-piu-comuni-delle-mamme
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