È una patologia tipica dell’età fertile, mantenuta dall’azione degli ormoni estrogeni. La fascia di età più esposta è tra i 20 e i 30 anni. L’endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi circa) fino ad essere invalidante; i sintomi caratteristici sono dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale, in concomitanza con lo stesso o durante l’ovulazione, dolore ovarico intermestruale, dolore all’evacuazione, dolore durante l’atto sessuale o post-coitale (64%); è causa di infertilità (30/35%), aborti spontanei, affaticamento cronico, aumento di infiammazione a carico delle mucose, colite, periodi di stitichezza alternati a diarrea. La paziente può inoltre manifestare menorragia (mestruazione abbondante), metrorragia (perdita di sangue al di fuori della mestruazione) o entrambe. È abbastanza comune la dismenorrea (mestruazione dolorosa data da un’alterazione mestruale, accompagnata da disturbi generali o locali e da dolori, che interessano in genere la regione pelvica e l’addome) presente in 8 donne su 10.
Dagli studi più recenti è emersa una relazione tra uno stile di vita sano, caratterizzato da una dieta corretta, una regolare attività fisica, il mantenimento di un corretto peso corporeo, e l’endometriosi poiché è stato evidenziato che i processi fisiologici e patologici della malattia come l’infiammazione, l’attività degli estrogeni, la ciclicità mestruale, il metabolismo delle prostaglandine, possono essere influenzati dalla dieta. Rispetto all’alimentazione ci sono studi che sostengono che l’assunzione di grassi riduca il rischio di endometriosi e altri che dicono l’opposto.
Il ricorso a complessi vitaminici (vitamina B6, A, C, E) e a sali minerali (Calcio, Magnesio, Zinco, Selenio) o ad elementi antiossidanti e anti-infiammatori contenuti in pesci come il salmone o nelle noci, possono contribuire a ridurre lo stato infiammatorio cronico e quindi, di conseguenza, la sintomatologia dolorosa.
Gli studi attuali (Genome-Wide Association Studies – GWAS) accentuano l’attenzione su una possibile predisposizione genetica per tale patologia; il DNA è stato decifrato da pochi anni motivo per il quale ci sono poche ricerche in cui sia stato evidenziato il rapporto tra mutazioni genetiche e manifestazione della malattia endometriosica. Nel 15-20 % dei casi tale patologia può essere asintomatica e la diagnosi emerge da riscontro occasionale. La prevalenza dell’endometriosi in donne che soffrono di sterilità può arrivare al 50% e la probabilità di fecondare durante un rapporto, che nelle coppie sane è del 15-20%, nelle donne con l’endometriosi è ridotta al 2-10%. Le cause possono essere legate a un’alterazione, conseguente alle aderenze derivanti dall’infiammazione cronica, dei normali rapporti anatomici che consentono la fecondazione, soprattutto tra tuba e ovaio.
Ad oggi non esiste una cura definitiva per l’endometriosi, si impiegano FANS in monoterapia o in associazione a terapia ormonale, come la pillola anticoncezionale. L’alternativa è l’asportazione chirurgica delle lesioni endometriosiche.
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