Come si differenzia l’iperemesi gravidica dalle normali nausee ?
I sintomi dell’iperemesi gravidica possono comprendere: estrema nausea e vomito, rapida perdita di peso, disidratazione, squilibrio elettrolitico, vertigini e salivazione eccessiva. Alcune donne possono iniziare a vomitare sangue o bile e possono necessitare di idratazione per via endovenosa e di farmaci.L’iperemesi gravidica non si controlla con piccoli pasti e sgranocchiando i crackers come si fa con le normali nausee, e può durare più a lungo del tipico primo trimestre di gravidanza.
I sintomi possono essere veramente forti e quindi è raccomandato rivolgesi al medico non appena si sospetti di soffrire di tale patologia.
Gli effetti sul feto
Ci sono studi che hanno dimostrato che la malnutrizione nei primi mesi di gravidanza può essere legata a problemi di salute a lungo termine nel feto.
I bambini esposti a iperemesi gravidica in utero hanno un rischio 3 volte più alto di avere un ritardo nello sviluppo neurologico.
Vi è un aumento di 4 volte del rischio di parto pretermine e una probabilità 3,6 volte più alta per le donne con iperemesi di soffrire di disturbi emotivi come la depressione e l’ansia.
Gli effetti dell’iperemesi gravidica possono anche durare a lungo dopo la nascita. Vi è un aumentato di rischio infatti di soffrire di disturbi cronici nel post parto come reflusso, ansia, depressione, insonnia, stanchezza e dolori muscolari, e molte manifestano tutti i sintomi dello stress post traumatico.
L’iperemesi gravidica può anche portare alla encefalopatia di Wernicke (WE), una grave condizione neurologica causata da un deficit di tiamina (vitamina B1). Sono stati pubblicati una dozzina di casi nella letteratura medica tra il 2012-2014 , e le morti materne recenti causate da complicazioni da iperemesi (tra cui encefalopatia di Wernicke ) sono stati documentati negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Africa. Una condizione quindi che non va affatto sottovalutata.
In un sondaggio condotto su 800 donne con iperemesi , una donna su 7 ha deciso di interrompere la gravidanza perchè non vedeva speranza di sollievo dalla patologia.
Come viene trattata l’iperemesi gravidica?
E’ difficile reperire informazioni sulla sicurezza dei farmaci che possono trattare l’iperemesi gravidica. In parte questo è dovuto al disastro del talidomide che veniva prescritto negli anni ’50 alle donne con iperemesi per alleviare le nausee. Il talidomide assunto in gravidanza causava deformità agli arti dei bambini.
Questo ha ovviamente causato difficoltà a sviluppare e testare i farmaci sulle donne in gravidanza.
Dai pochi dati a disposizione si è visto che Ondansetron (Zofran) è efficace nel trattamento dei sintomi dell’iperemesi in oltre il 50 per cento delle donne che si sono sottoposte al trattamento. Gli effetti collaterali come l’ostruzione intestinale, sono rari e in una recente ricerca non si sono visti legami con difetti alla nascita del neonato.
Si sa per certo però che le donne con iperemesi gravidica che stano perdendo peso e che non sono in grado di tollerare il cibo e le vitamine per più di una settimana, dovrebbero essere trattate non solo con flebo di liquidi, ma anche con la tiamina per evitare la comparsa rara ma evitabile della encefalopatia di Wernicke.
Serve sapere la causa per poterla trattare
Non si sa ancora che cosa causi l’ iperemesi gravidica e per tale motivo non si è trovata al momento un trattamento sicuro ed efficace per tutte.
Attualmente, l’ipotesi principale è che siano gli ormoni della gravidanza a causare nausea e vomito, insieme a fattori genetici e ambientali che trasformano le normali nausee in iperemesi.
Si fa sempre più strada come ipotesi di causa, la componente genetica. Se una donna soffre di iperemesi gravidica durante una gravidanza, vi è circa l’80 per cento il rischio di recidiva in una successiva gravidanza. Il maggior fattore di rischio per l’iperemesi gravidica (oltre ad avere una precedente gravidanza con l’iperemesi ) è avere una sorella che ha sofferto di iperemesi, cosa che costituisce un rischio aumentato di 17 volte.
Una volta che saranno identificate le cause biologiche e genetiche e associate all’iperemesi, saranno necessarie ulteriori ricerche per sviluppare terapie che abbiano come target le cause della condizione.
Fonte
Il testo riassume il lavoro della ricercatrice Marlena Schoenberg Fejzo d ell’Unversità della California. I dati citati sono linkati ai rispettivi studi scientifici pubblicati.
Marlena Schoenberg Fejzo nel 1999 ha perso un bambino nel 2 ° trimestre di gravidanza a causa dell’iperemesi gravidica (HG). L’iperemesi ha cambiato la sua vita, la sua famiglia e la sua carriera lavorativa.
Attraverso la sua collaborazione con la Fondazione HER risponde alle domande delle donne che soffrono di questa patologia e raccoglie dati per studi e ricerche scientifiche.
Per tutte le informazioni: http://www.helpher.org/
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