I vecchi miti sul sesso del nascituro
I vecchi miti sul sesso del nascituro sono duri a morire: nonostante numerose ricerche abbiano smentito le superstizioni, ancor oggi nelle credenze popolari resistono molti dei “metodi divinatori” utilizzati per indovinare se il bebè sarà un maschietto o una femminuccia.
Secondo queste credenze, ad esempio, se la pancia è a forma di palla si tratta di un maschio mentre è una femmina se sembra un anguria; fiocco azzurro se il pancione è basso e fiocco rosa se è alto; il nascituro è un maschietto anche se aumenta la peluria sul corpo della mamma mentre non c’è alcuna variazione se è una femminuccia; è femmina se durante il sonno si sognano maschi e viceversa.
E ancora, è maschio se si ha voglia di sottaceti, carne e formaggi e femmina se il desiderio è rivolto a dolciumi e aranciata; il fiocco sarà azzurro se la mamma ha i piedi più freddi e rosa se non c’è stata variazione; maschio se la pelle è liscia e femmina se vengono i brufoli, maschietto se si dorme sul fianco sinistro e femminuccia se sul destro, maschio se il seno sinistro è più piccolo del destro e femmina in caso contrario… Insomma, tutto e il contrario di tutto.
Secondo uno studio canadese: dipende da dove si impianta il feto
Qualche metodo meno empirico e più scientifico per capire quale sarà il sesso del bebè, però, esiste davvero. Anche se si tratta più che altro di un calcolo probabilistico, che quindi non è in grado di dare una certezza assoluta, per la quale sono necessari esami clinici. Secondo uno studio canadese del 2007, ad esempio, è sufficiente determinare in che posizione si impianta il feto: la ricerca, condotta dal dottor Saad Ramzi Ismail su 5.376 donne in un arco di 10 anni, ha stabilito che nel 97% dei casi se l’impianto avviene sulla parte destra dell’utero si tratta di un maschio, mentre le femmine si impiantano sulla sinistra.
Altri studi: dipende dalla stagione, dalla temperatura, dal mestiere del papà...
Altri autorevoli studi, citati dalla rivista neozelandese OHbaby!, hanno invece dimostrato che in primavera nascono più femmine, mentre negli anni più caldi vengono al mondo più maschi; e ancora, che nei Paesi più vicini all’equatore nascono più femmine mentre i rapporti si invertono man mano che si sale verso i Poli; che gli uomini di colore diventano più facilmente padri di una femmina mentre gli asiatici hanno più probabilità di concepire un maschio; che i forti fumatori mettono al mondo più femmine. E, infine, che tra maratoneti, piloti di caccia, astronauti, contadini che usano pesticidi, carpentieri navali e lavoratori esposti ai metalli pesanti nascono più femmine, così come più femmine nascono nei periodi di crisi economica o di carestia e tra le madri che prima della gravidanza sono state vittime di eventi traumatici.
In definitiva, secondo OH baby!, il tratto comune di tutte queste ricerche è che, mentre normalmente il tasso di natalità è di 100 femmine ogni 125 maschi, in presenza di condizioni ambientali difficili le proporzioni cambiano a favore del sesso debole: pochi soldi, poco cibo, stress e inquinamento (oltre a far diminuire il tasso generale di fertilità, che viene quindi compromesso) portano il rapporto a 100 femminucce ogni 105 maschi. La spiegazione è che il “sesso debole” è in realtà molto meno fragile quando si tratta di adattarsi a condizioni di vita difficili: le femmine, infatti, al momento del parto pesano mediamente 100 grammi meno dei maschi, e necessitano di meno nutrienti per restare in vita e per crescere in salute.
Nessun commento:
Posta un commento