Nella stragrande maggioranza dei casi l’impianto dell’ovulo fecondato si manifesta nella tuba e molto più raramente si sviluppa a livello dell”ovaio, nella cavità addominale o nella cervice uterina. Le cause sono determinate solitamente da lesioni infiammatorie o da altri fattori che ritardano o impediscono il trasporto dell’uovo fecondato favorendo l’impianto della blastocisti nella tuba.
L’incidenza della GEU è del 2%, ciò significa che 2 gravidanza su 100 vanno incontro a questa diagnosi.
I fattori di rischio principali sono:
- precedente gravidanza extrauterina
- chirurgia tubarica
- utilizzo di IUD
- malattia infiammatoria pelvica
- infertilità
- fumo
La sintomatologia è caratterizzata da dolori addominali, amenorrea e, in un terzo dei casi, da perdite ematiche. Se i sintomi vengono trascurati possono sfociare in un addome acuto con shock emorragico.
Dinanzi a tali sintomi è necessario recarsi in ospedale dove verrà eseguita una visita ginecologica ed esami specialistici per stabilire l’ esatta diagnosi. Gli esami per la diagnosi prevedono l’ecografia transvaginale e addominale e il dosaggio seriato delle b-hcg. La diagnosi precoce riduce la mortalità poichè impedisce che l’aumento di volume dell’embrione provochi la rottura della tuba con conseguente shock ipovolemico della gestante.
Dinanzi a tali sintomi è necessario recarsi in ospedale dove verrà eseguita una visita ginecologica ed esami specialistici per stabilire l’ esatta diagnosi. Gli esami per la diagnosi prevedono l’ecografia transvaginale e addominale e il dosaggio seriato delle b-hcg. La diagnosi precoce riduce la mortalità poichè impedisce che l’aumento di volume dell’embrione provochi la rottura della tuba con conseguente shock ipovolemico della gestante.
Raramente si assiste ad un riassorbimento spontaneo del materiale ovulare, pertanto l’intervento chirurgico rappresenta il gold standard della terapia. La terapia chirurgica prevede la salpingectomia (rimozione totale della salpinge) o la salpingotomia (rimozione parziale della tuba) per via laparoscopica o la laparotomica.
E’ possibile intervenire anche con terapia medica, attraverso l’utilizzo di Methotrexate, un antagonista dell’acido folico che agisce bloccando la sintesi di DNA inibendo la crescita delle cellule trofoblastiche, per via locale o sistemica.
Se la gestante è clinicamente stabile con livelli di hCG inferiori a 175 mIU/ml e ecografia transvaginale non dirimente per GEU è ragionevole il trattamento d’attesa.
Mentre la mortalità per gravidanza ectopica è scesa vertiginosamente grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche e terapeutiche, rimane un’ emergenza ginecologica significativa e un ritardo nella diagnosi e nel trattamento può avere effetti disastrosi.
La miglior prevenzione per evitare una gravidanza extrauterina dunque è la diagnosi precoce.
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