Chemio e radioterapia danneggiano le ovaie
Il tumore, anche se in maniera indiretta, può mettere seriamente a rischio la fertilità. La chemio e la radioterapia necessarie per trattare molti tipi di cancro, infatti, incidono negativamente sulla funzionalità delle ovaie, arrestando lo sviluppo dei follicoli, le piccole sacche che contengono le cellule uovo nei vari stadi di maturazione. È per questa ragione che negli ultimi anni i ricercatori hanno lavorato per mettere a punto delle tecniche capaci di proteggere la capacità riproduttiva e, quindi, di realizzare il sogno di diventare genitori anche dopo un tumore.
Oggi la sfida è stata vinta, almeno parzialmente. Infatti, ci sono diverse metodiche per salvaguardare la fertilità dei pazienti oncologici. Nelle donne si usano soprattutto la crioconservazione degli ovociti e del tessuto ovarico. In pratica, prima di iniziare le cure, la donna viene sottoposta a un prelievo di cellule uovo fatte giungere a maturazione grazie a una stimolazione ovarica oppure di tessuto ovarico, che poi vengono conservati a bassissime temperature, per poter essere utilizzati una volta finite le cure. Il tessuto ovarico, infatti, può essere trapiantato dopo il tumore, mentre gli ovuli possono essere utilizzati per fecondazioni assistite. Negli uomini si impiega quasi sempre la crioconservazione del seme o del tessuto testicolare.
Ancora tanti esclusi
Basti pensare che oggi meno del 10% delle donne con tumore è sottoposta a una delle tecniche che, superata la malattia, le potranno permettere di diventare madre e che solo una minoranza di coloro che ricevono una diagnosi di neoplasia in età riproduttiva viene informata delle possibili conseguenze dei trattamenti antitumorali sulla capacità riproduttiva.
Fonte http://www.bimbisaniebelli.it/concepimento/fecondazione-assistita/genitori-un-tumore-oggi-si-puo-43114
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