É stato dimostrato da diversi studi, infatti, che il feto, durante i primi mesi della gravidanza, non avendo ancora sviluppato una ghiandola tiroidea funzionante, dipenda esclusivamente dagli ormoni tiroidei della madre. Va da sé che un qualsiasi squilibrio nei valori materni, può causare problemi al nascituro.
Inoltre, la tiroide svolge una importante funzione per quanto riguarda la fertilità femminile. Diventa ancor più importante, dunque, assicurarsi che la propria tiroide sia perfettamente funzionante.
Ma quali controlli sono necessari e quali sono i rischi per la gestante e per il feto? Per rispondere a questa domanda, Tiroide 2.0 ha approfondito con la Prof.ssa Fugazzola:
Inoltre, la tiroide svolge una importante funzione per quanto riguarda la fertilità femminile. Diventa ancor più importante, dunque, assicurarsi che la propria tiroide sia perfettamente funzionante.
Ma quali controlli sono necessari e quali sono i rischi per la gestante e per il feto? Per rispondere a questa domanda, Tiroide 2.0 ha approfondito con la Prof.ssa Fugazzola:
Il controllo dei valori di TSH va considerato un esame “di prassi” per le donne in cerca di una gravidanza?
Nonostante non sia a tutt’oggi indicato lo screening universale della funzione tiroidea pre-concezionale, è raccomandato valutare i livelli di TSH nelle prime settimane di gravidanza nelle donne considerate a rischio (età superiore a 30 anni, storia di patologia tiroidea, patologie autoimmuni concomitanti, obesità grave, presenza di gozzo). In considerazione dell’aumento dell’età della donna al momento della ricerca di gravidanza, la valutazione della funzionalità tiroidea assume particolare importanza. In particolare, durante la gravidanza i valori di TSH ottimali dovrebbero essere < 2.5 mU/l nel primo trimestre e < 3 mU/l nel secondo e terzo trimestre. Valori di TSH superiori sono stati infatti associati ad un maggior rischio di parto pre-termine, ad un basso peso alla nascita ad una maggiore frequenza di aborto, come segnalato dalle più recenti linee guida. Va inoltre ricordato che valori di TSH> 2.5 mU/l, rilevabili in una percentuale variabile dall’1 al 7% delle donne in età riproduttiva, possono contribuire ad una ridotta fertilità. Per maggior chiarezza dobbiamo dire che questa variabile, da sola, non è probabilmente in grado di causare infertilità femminile ma, essendo quest’ultima un problema multifattoriale, può avere un peso rilevante. È pertanto assolutamente raccomandata la valutazione della funzione tiroidea in preparazione alle tecniche di procreazione medico assistita, procedure sempre più frequenti se consideriamo che l’infertilità colpisce fino al 20% delle coppie.[...]
Esistono altre situazioni “a rischio” che potrebbero essere evidenziate con controlli preventivi?
“Sì. Una situazione differente che sarebbe importante identificare prima del concepimento, è quella costituita dalla presenza di autoanticorpi anti-tiroide (anti-tireoglobulina e anti-tireoperossidasi). È stato riportato infatti che la loro positività, anche in presenza di valori di TSH assolutamente normali, potrebbe interferire con la fertilità, riducendola. [...] Tuttavia, va anche ricordato che dopo la gravidanza, in presenza di autoanticorpi, la funzionalità tiroidea va controllata ogni 6-12 mesi.
Se cercate una gravidanza e volete sottoporvi ad un controllo, o pensate di essere a rischio di patologia tiroidea, parlatene con il vostro medico curante, che saprà indicarvi gli esami più giusti per la vostra situazione ed eventuali terapie a correzione di anomalie.
Fonte http://www.alfemminile.com/concepimento/gravidanza-tiroide-s1983947.html
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