Negli ultimi dieci anni sono avvenuti moltissimi
cambiamenti nel campo di procreazione assistita quindi il fatto che una donna
di 50-60 anni può partorire un figlio concepito in vitro non fa piu’ notizia
come una volta. Le cliniche di progettazione di famiglia ricevono sempre piu’
richieste dalle donne fuori età fertile che esplicitano di voler avere figli
con l’ausilio della FIVET.
Esistono i limiti d’età per poter partecipare ad una
FIVET per procreare? È etico aiutare a rimanere incinte le donne che hanno giò
superato il periodo fertile? E, infine, è giusto che dobbiamo ignorare
l’andamento naturale della vita umana e il ruolo che ha la maternità alle età
diverse? In questo articolo cerceheremo di trovare le risposte alle domande
sopraccitate.
Le innovazioni nel campo di medicina riproduttiva hanno
aperto la porta al mondo della maternità alle donne di tutte le età (a
condizione che si abbiano i soldi per pagare il programma e l’utero per la
gestazione).
Da un lato, la meternità dopo la menopausa non sembra
naturale. Ma al contempo non lo sono neanche le iniezioni di insulina nelle
cure del diabete e il trampianto del cuore. È un argomento controverso ed è
difficile provare che la maternità post-menopausa sia un fenomeno sbagliato.
Una FIVET efettuata dopo 50 anni comporta molti rischi, - dirà la maggioranza.
Però, d’altronde, la riproduzione di per sé è un rischio indipendentemente
dall’età. Per cui i dottori moderni affermano che se la donna è in ottima
salute, non ha controindicazioni mediche e se è stabile psicologicamente lei
può eseguire la FIVET a qualsiasi età.
Altri si preoccupano di piu’ non per la donna e per gli
eventuali rischi a cui si sottopone. Qui entra in gioco il destino del bambino
che è privo della facoltà di scegliere se venire al mondo o meno. Sì, è vero
che i bambini partoriti dalle madri che hanno piu’ di 40’anni sono sottoposti
ad un maggior rischio di avere complicazioni causate dall’accumulo dei difetti
genetici negli ovuli invecchiati. Però le donne che hanno già subito la menopausa
non hanno nessun rischio di avere questo tipo di problema in quanto per
effettuare una FIVET vengono usati gli ovuli donati delle giovani ragazze.
Grazie agli ultimi il bambino concepito con l’ausilio dell’ovulo donato e
partorito da una donna sesantenne può avere meno rischi di uno che è stato
concepito in modo naturale da una donna quarantenne.
Bisogna tener presente che persino nei periodi migliori
la gravidanza non è mai priva di rischi comppletamente. Prendendo in
considerazione un insieme di fattori che possono influenzare negativamente la
salute del neonato sarebbe inopportuno affermare che l’età costituisce uno dei
maggiori pericoli. È importante che la donna anziana sia in grado di portare
avanti una gravidanza e di sopportare i travagli del parto dando la vita ad un
bambino sano.
Un’altra opinione molto diffusa è che il figlio di una
madre anziana può rimanere orfano in giovane età. Qui gli esperti affermano che
la durata della vita aumenta ogni anno. E una donna sessantenne può vivere
molto piu’ di 80’anni. Inoltre, le giovani donne che fanno le cure contro
l’infertilità spesso ricorrono all’aiuto dei riproduttologi proprio perché la
loro saluta ha subito danni in seguito al tumore oppure ad altre malattie
gravi. Tuttavia, le donne che cercano di curare l’infertilità dopo malattie
gravi non subiscono presssioni da parte dei mass media e la questione della
durata della loro vita non viene mai messa in discussione.
Bisogna precisare che al giorno d’oggi il parto dopo
40’anni non è piu’ una novità. Sono sempre piu’ numerose le donne che decidono
di avere figli in età piu’ matura. Secondo la statistica, il numero delle
gravidanze tardive è cresciuto di 56% solo negli ultimi anni. Adesso non è piu’
tardi partorire il primogenito a 40 anni. Adesso sono tre volte in piu’ le
donne che partoriscono il primogenito dopo 37 anni rispetto a vent’anni fa. La
statistica ufficiale dice che circa 4% delle donne dopo 40 anni concepiscono in
modo naturale e oltre 70% fanno ricorso ad una FIVET oppure ovodonazione.
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