Se concepire può diventare sempre più difficile a causa dell'età, sapere di poter mandare indietro le lancette dell'orologio biologico è un grande progresso. Stando a quanto riporta il Telegraph, gli scienziati, che definiscono la ricerca "sorprendente", sono partiti da un'osservazione: hanno notato che le donne che si sottoponevano alla chemioterapia per il linfoma di Hodgkin risultavano avere una produzione di ovuli aumentata. Questo a causa del mix di farmaci somministrati, una combinazione nota come "ABVD".
Hanno così analizzato i tessuti ovarici di 14 donne che si erano sottoposte a chemioterapia, insieme ai tessuti provenienti da 12 donne sane. È emerso che il tessuto di almeno otto donne sottoposte alla chemioterapia e trattate con ABVD presentava una produzione di ovuli aumentata dalle 4 alle 10 volte rispetto alle donne sane o a quelle che avevano assunto un altro tipo di farmaco. Il tessuto sembrava essere in buone condizioni, simile a quello di una ragazza.
"Siamo rimasti meravigliati quando abbiamo visto cosa era accaduto al tessuto. Sembrava essere in una fase prepuberale con un'alta densità di follicoli e grappoli che non si vedono normalmente in un adulto - ha spiegato la professoressa Evelyn Telfer, della School of Biological Sciences dell'università di Edimburgo -. Sapevamo che la ABVD non porta il rischio di sterilità come altri farmaci, ma scoprire che possono essere prodotti nuovi ovuli, in grandi quantità, è stato sorprendente".
"Ora dobbiamo capire il meccanismo - ha aggiunto la ricercatrice -. Il risultato potrà essere significativo e di vasta portata". Se è vero che è ancora presto per affermare di aver trovato un "antidoto" all'infertilità e ulteriori studi dovranno essere condotti, è vero anche che si tratta di una ricerca che riaccende la speranza per molte coppie alle prese con il dramma dell'infertilità.
Fonte http://www.huffingtonpost.it/2016/12/06/infertilita-femminile-ricerca-speranza_n_13453852.html
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