Finalmente un’app di incontri seria. Una che si occupa di quello a cui tutte le altre segretamente tendono: la riproduzione. Non prendiamoci in giro: ad eccezione del sempre meno raro esemplare di cagna moderna, la donna in età fertile non si iscrive ai vari Tinder, Meetic, Happn e compagnia per due botte disinteressate di quelle che poi lui di notte dorme girato dall’altra parte e tu vai in para perché ti senti usata come un kleenex alla calendula. No. Si iscrive per conoscere, conquistare, innamorarsi, sposarsi ma soprattutto produrre un piccolo esserino grasso da mostrare alle amiche vantandosi di quanto sia profumata la sua cacca e di come gli doni il mini gilet di Ralph Lauren Kids. E a quel punto la presenza dell’uomo diventa marginale. Anzi, forse lo è sempre stata. A parte nel momento in cui, dopo gli appuntamenti, i fiori, le cene, i messaggi e le gelosie abbiamo iniziato a fargli quello screening eugenetico per capire come avrebbe potuto divincolarsi il suo corredo cromosomico durante il crossing over con il nostro. Ebbene, da oggi possiamo risparmiarci tutti quegli annosi convenevoli iniziali e andare dritto al sodo. Direttamente da smartphone.
Sì perché la Banca del Seme di Londra (la più grande del Regno Unito) si è fatta app. A tutti gli effetti: scaricabile gratuitamente, prevede un meccanismo di notifica alle utenti quando un nuovo donatore è disponibile. Ma non solo. Per chi ha le idee chiare e poco tempo da perdere ad analizzare le oltre 10mila fiale disponibili nel database, esiste la possibilità di creare una wishlist con le caratteristiche desiderate, in termini di colore degli occhi e dei capelli, di peso, altezza, nazionalità, educazione, professione e velleità personali. Le quasi mamme più esigenti vengono poi avvisate nel momento in cui si palesa un donatore che soddisfi tutti i loro rigidi parametri. In sostanza, quando c’è un match. Il che fa molto Tinder, a cui l’app della Sperm Bank è stata infatti facilmente accostata.
Che fa ridere ma non riderissimo. La nuova app risponde infatti a un’esigenza più che seria, quella difacilitare il processo che precede la fecondazione in vitro a donne con problemi di fertilità. Modernizzando al contempo un ramo della sanità che ha il dovere, forse più degli altri, di essere quanto mai vicino e alla portata del paziente. E in modo più che ufficiale: nonostante non sia l’unica a offrire questo servizio, l’app della Sperm Bank di Londra è quella che senza dubbio attua i migliori controlli. Supportata dalla Human Fertilisation and Embryology Authority inglese, che conferisce una credibilità essenziale all’erogazione di un simile servizio, la piattaforma mette sotto la lente anche (e soprattutto) le analisi mediche e le anamnesi complete di ogni donatore.
Una volta individuato il campione ideale, alla fortunata non resta che pagarlo: 950 sterline, esattamente quanto costerebbe recandosi fisicamente alla Banca del Seme o ordinando dal catalogo classico. A quel punto non rimane che aspettare che questo venga spedito, non all’indirizzo personale dell’ordinante (per ragioni di sicurezza e riservatezza) ma direttamente alla clinica presso cui verrà effettuata l’inseminazione. La risposta dei centri di fecondazione pubblici e privati sembra ottima, dato che più della metà si è già registrata al servizio. Il che non stupisce, dato che il primo neonato fecondato in vitro nacque proprio in Inghilterra nel 1978, e dato che da allora le fecondazioni andate a buon fine sono passate dal 5% al 40-50% odierno.
Fonte http://www.smartweek.it/londra-donatore-sperma-sceglie-via-app/
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