Ogni anno alla Clinica ostetrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova oltre 300 donne si sottopongono a tecniche di procreazione medicalmente assistita, ma solo due su dieci riescono a stringere tra le braccia il proprio bebè. Le statistiche dicono che la causa è condivisa in ugual modo tra donna e uomo. L’infertilità si presenta più di frequente in chi fuma, è obeso e affetto da malattie croniche. Contribuisce anche l’età avanzata dell’aspirante mamma: non a caso la maggior parte dei trattamenti Pma a Padova avviene in donne tra i 30 e 45 anni. Se ne è parlato ieri in occasione del Fertility day, la prima giornata italiana istituita dal ministero della Salute per sensibilizzare la popolazione su questi temi. Padova assieme a Bologna, Roma e Catania è stata individuata come capofila del progetto. Il dibattito, diffuso in streaming sul sito del ministero, si è svolto all’aula Nievo del Bo con la tavola rotonda “Funzione riproduttiva compromessa: diagnosi e possibili terapie”. Hanno partecipato alcuni tra i maggiori esperti di riproduzione umana.
Secondo gli esperti, per evitare di incorrere in problemi, le donne dovrebbero cercare una gravidanza prima dei 35 anni. Tra le cause di infertilità femminile possono esserci patologie come l’endometriosi, la sindrome dell’ovaio policistico, i fibromi uterini. L’associazione padovana Sos Pma onlus è nata per aiutare e sostenere le aspiranti mamme che cercano una gravidanza. «Presso il centro pubblico di procreazione medicalmente assistita di Padova», spiega Cristina Bernardi, presidente di Sos Pma Onlus, «lo scorso anno circa 300 donne si sono sottoposte a cicli di fecondazione in vitro, Fivet ed Icsi con una percentuale di gravidanza del 20-25%.
Inoltre sono state 40 le inseminazioni intrauterine. La percentuale di infertilità tra le giovani sta aumentando notevolmente. Tra le diverse cause, l’endometriosi è in netto aumento tra le ragazze poco più che adolescenti. La necessità di fare prevenzione ed informazione è fondamentale, vogliamo che il Fertility day sia solo un punto di partenza».
Quasi nella metà dei casi di infertilità di coppia la causa è maschile. Un uomo può soffrire di varicocele, criptorchidismo o azoospermia, senza accusare particolari sintomi. «Molti maschi scoprono di essere infertili a 40 anni, quando ormai gli interventi sono poco efficaci», spiega il professor Carlo Foresta, andrologo dell’Azienda Ospedaliera, «Ricordo che le tecniche di procreazione medicalmente assistita,per quanto avanzate ed eccellenti possano essere, non sono la strada giusta. La chiave del successo sta nella prevenzione, è bene seguire stili di vita sani e farsi controllare dal proprio medico. La donna si rende più facilmente conto delle alterazioni del proprio sistema riproduttivo».
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