mercoledì 1 giugno 2016

Duo test: cos’è il test combinato?

        Il duo test, o test combinato com’è più corretto chiamarlo, è un test di screening non invasivo che si esegue tra l’11esima e la 14esima settimana di gravidanza. Composto da due esami distinti, un’ecografia per calcolare la translucenza nucale e un prelievo del sangue della futura mamma, permette di calcolare – senza certezza ma con altissima approssimazione - il rischio di anomalie cromosomiche e di malformazioni congenite nel feto. Ecco cos’è, come si esegue e, in generale, quello che bisogna sapere.

Come si esegue il duo test?


        Tra gli esami più importanti del primo trimestre di gravidanza, il test combinato segnala il rischio che il feto sia affetto da anomalie cromosomiche (in primo luogo la sindrome di Down) o da malformazioni congenite. In pratica, quindi, il referto di questo controllo non sarà “positivo” o “negativo” ma indicherà solo se, rispetto alla soglia di rischio considerata “normale”, i valori considerati sono più alti, più bassi o nella norma: se i rischi risultano più alti rispetto alla soglia considerata normale si potrà decidere di eseguire test più invasivi, come l’amniocentesi o la villocentesi. A differenza di questi ultimi, invece, il test combinato si esegue semplicemente confrontando i risultati degli esami del sangue materno e calcolando la translucenza nucale (la misura della falda liquida che si accumula dietro la testa del feto) grazie a una semplice ecografia.

Test combinato: quanto costa?


        Il duo test si può eseguire privatamente o nelle strutture ospedaliere e il prezzo varia a seconda della scelta. Nel primo caso, infatti, il test di screening ha un prezzo che può spaziare tra i 70 e i 150 euro mentre nel secondo caso per potervici sottoporre è necessario solo il pagamento del ticket regionale, che varia da regione a regione.

Valori di riferimento del duo test


        I valori considerati nel duo test sono vari e spaziano dall’età della gestante (visto che è ormai scientificamente provato che, all’aumentare dell’età della mamma aumentano anche le possibilità che il figlio sia affetto da sindrome di Down) fino alla lunghezza del feto e all’epoca gestazionale. Il confronto tra tutti questi valori, il risultato degli esami del sangue e lo spessore della translucenza nucale permettono di definire un profilo di rischio che si otterrà paragonando il singolo caso a valori di riferimento prestabiliti. Se per una certa età anagrafica e una precisa epoca gestazionale, ad esempio, la “normalità” è di una possibilità su 300 saranno quindi considerate ad “alto rischio” tutte quelle gravidanze che saranno al di sotto di tale soglia (per esempio 1:200) e, al contrario, a “basso rischio” quelle che, al contrario, saranno al di sopra (per esempio 1: 2000). 
Fonte http://magazinedelledonne.it/gravidanza/content/2267537-duo-test-cos-e-il-test-combinato

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