Durante i nove mesi ci si può depilare in tutta tranquillità o è meglio evitare alcuni metodi? Ne parliamo con Patrizia Piersini, medico estetico a Torino.
Meno peli durante i nove mesi. E’ un dato di fatto che durante la gravidanza i peli crescono più lentamente. Il ‘miracolo’ è compiuto dagli ormoni femminili estrogeni, che aumentano a discapito degli ormoni maschili, come il testosterone, colpevoli della crescita dei peli. Tant’è vero che, dopo la gravidanza e l’allattamento, quando si verifica un calo degli estrogeni, le neomamme notano un’inversione di tendenza e non di rado compare qualche nuovo follicolo pilifero.
Crema sì, ma con cautela. La crema depilatoria non arreca danni al bambino, poiché agisce solo a livello superficiale e non ha un assorbimento sistemico, tuttavia nel corso dei nove mesi meno sostanze chimiche applichiamo sulla pelle, meglio è. Inoltre, anche se si tratta di un prodotto che abbiamo sempre utilizzato, la cute durante l’attesa è particolarmente sensibile e potrebbe irritarsi.
Se vogliamo usarla ugualmente, è prudente testarla su una piccola zona almeno 24 ore prima di applicarla su aree più ampie, in modo da verificare che non ci siano irritazioni cutanee.
La ceretta, solo a freddo. La ceretta si può fare, ma solo con il metodo a freddo. “Durante la gravidanza, abbiamo già una situazione vascolare meno favorevole, per l’aumento del peso corporeo e del volume plasmatico” spiega la Piersini. “In più, col procedere dei mesi, c’è una maggiore pressione dell’utero sulle vene, che comporta un affaticamento della circolazione.
Anche gli ormoni (soprattutto il progesterone) influiscono negativamente sul microcircolo, indebolendo le pareti dei vasi. Insomma, meglio evitare di stressare ulteriormente capillari e vene con il calore della ceretta. Nessuno problema invece ad usare la cera a freddo o le strisce già pronte, che si scaldano semplicemente tra le mani.
Specie negli ultimi mesi, però, l’ideale sarebbe fare la ceretta dall’estetista, visto che potrebbe risultare più difficile raggiungere certe zone. Negli istituti inoltre è possibile trovare prodotti a base di sostanze naturali, come la cera al limone e miele, molto delicati sulla pelle”.
Ok all’epilatore elettrico. Un’ottima alternativa alla ceretta è l’uso dell’epilatore elettrico, che estirpa i peli ma senza traumatizzare i capillari. I modelli di nuova generazione, inoltre, sono in grado di catturare anche i peli più corti, quindi non c’è bisogno di aspettare la ricrescita, come succede con la ceretta (anzi, più sono corti, meno dolorosa è l’operazione).
E dopo? Disinfetta e idrata. Una buona regola, subito prima e subito dopo la depilazione, è passare sulla pelle un disinfettante (ad esempio a base di clorexidina): “I metodi che tagliano il pelo, come il rasoio, potrebbero infatti provocare qualche lesione sulla cute, che è bene disinfettare, mentre con i sistemi a strappo il follicolo resta dilatato e questo facilita l’ingresso di batteri, che possono causare lo sviluppo di piccole pustole” commenta il medico.
Dopo aver disinfettato e fatto asciugare la pelle, applica una crema lenitiva e idratante. “Ottime le capsule monodose a base di vitamina E, una sostanza dalle eccellenti proprietà lenitive ed antiossidanti” suggerisce Patrizia Piersini, “in grado di ricostruire il film idrolipidico rimosso con la depilazione. Si trovano in farmacia e ce ne sono di specifiche per il viso o per il corpo. In alternativa, vanno bene le salviette imbevute di olio, in genere allegate nella confezione delle cerette, che aiutano anche a rimuovere eventuali residui di cera”.
I metodi definitivi. E se dopo il parto vuoi eliminare i peli per sempre? “Due le tecniche più efficaci: la luce pulsata e il laser” risponde la Piersini. “Sono metodi simili, poiché entrambi utilizzano l’energia luminosa per colpire la melanina del pelo, carbonizzandolo, e distruggere la matrice, dove sono contenute le cellule germinative del pelo, impedendone così la ricrescita”.
Durante ogni seduta viene trattata tutta la zona, ma vengono rimossi definitivamente solo il 10-15% dei peli. Questo perché si riescono a distruggere solo i peli che si trovano nella fase anagen, che è la fase di crescita, in cui il bulbo è più grosso e più vicino alla matrice: per eliminarli tutti sono necessarie da 6 a 8 sedute, ad un mese di distanza l’una dall’altra, in modo da dare il tempo a tutti i peli di trovarsi nella fase anagen.
“Laser e luce pulsata sono entrambi metodi validi, approvati dall’ente americano FDA, ma è bene sapere che per ogni tecnica ci sono macchinari differenti e con potenza diversa e quelli con potenza più elevata possono essere utilizzati solo da dermatologi e medici estetici” avverte la Piersini.
“Sia il laser che la luce pulsata, inoltre, agendo sulla melanina del pelo, risultano inefficaci sui peli bianchi o molto chiari. L’alternativa in tal caso è la diatermocoagulazione, che prevede l’inserimento di un ago sottilissimo all’interno dei singoli follicoli piliferi che trasmette una piccola scarica elettrica alla matrice, inattivandola. Dovendo trattare i peli singolarmente, è un metodo indicato solo per aree poco estese”.
Fonte http://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/depilazione-in-gravidanza
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