Per le nostre nonne il parto in casa era la cosa più normale del mondo, poi tutto è cambiato e la gravidanza è stata sempre più tecnicizzata raggiungendo un vero e proprio eccesso, ma siccome le fasi sono cicliche, ecco che negli ultimi anni si sta diffondendo nuovamente la tendenza a partorire in contesti più umani: parto in casa e nascita nelle case di maternità.
Ma valutiamo il parto in casa.
Tale possibilità è auspicata perché l’ambiente di casa è più intimo e più consono ad un evento che è del tutto naturale e guidato dalle leggi della natura, inoltre, le attuali condizioni igieniche delle nostre case, unite alla possibilità di avere strumenti usa e getta completamente sterili, rendono il parto in casa sicuro tanto quanto quello in ospedale se non maggiormente per gli aspetti igienici.
Da una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Copenaghen emerge infatti che con il parto in casa si ridurrebbero automaticamente dal 20% al 60% i ricorsi all’epidurale e al cesareo, ridotte dal 10 al 30% anche le complicanze (emorragia post partum, lacerazioni perineali…)
Il parto in casa non è consigliato a tutti ma solo nelle situazioni di gravidanza fisiologica a basso rischio ostetrico, inoltre, non può essere improvvisato ma deve essere preparato e programmato fin dall’inizio della gravidanza con un team di ostetriche specializzate, perché si tratta di un vero e proprio percorso che deve portare la donna e la coppia ad essere consapevoli e collaboranti in un rapporto che si poggia su una reciproca fiducia.
Esistono pertanto dei criteri ben definiti per poter partorire in massima sicurezza, tali elementi sono reperibili in questa linea guida delle ostetriche libere professioniste.
Il parto in casa è incoraggiato anche dagli organismi internazionali, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che la donna deve essere libera di scegliere di partorire nel luogo in cui si sente più sicura e nel caso in cui scelga la casa deve essere aiutata nell’intento, sempre che se si tratti di gravidanza a basso rischio.
Il Parlamento Europeo si è posto sulla stessa direttiva e con la risoluzione A2 38/88 riconosce che nel caso in cui la donna decida di partorire in casa deve essere fornita adeguata assistenza.
Ecco il testo completo della risoluzione in oggetto, anche denominata Carta Europea dei Diritti della Partoriente in cui è enucleato il diritto all’assistenza nel parto a casa e altri diritti:
Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale dei parti in casa è pari allo 0.2% (in Puglia negli ultimi due anni sono stati 20 i parti in casa) mentre in Europa la percentuale è già al 2%, le percentuali arrivano al 14% in Nord Europa e prossimi al 30% in Olanda (sommati i parti in casa e quelli in casa di maternità).
Alcune regioni si stanno adeguando a questa nuova esigenza e infatti Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lazio e la Province autonome di Trento e Bolzano rimborsano le spese sostenute per il parto extraospedaliero, mentre Lombardia, Toscana, Abruzzo, Liguria, Sicilia e Valle D’Aosta, hanno adottato provvedimenti volti ad agevolare tale pratica.
In Italia sono anche nati alcuni punti nascita, strutture disposte nelle vicinanze di ospedali, in esse è possibile partorire con la tranquillità e l’intimità della propria casa, con un’assistenza strutturata da parte di ostetriche.
Fonti
Planned hospital birth versus planned home birth
Meta-analysis of the safety of home birth.
Ma valutiamo il parto in casa.
Tale possibilità è auspicata perché l’ambiente di casa è più intimo e più consono ad un evento che è del tutto naturale e guidato dalle leggi della natura, inoltre, le attuali condizioni igieniche delle nostre case, unite alla possibilità di avere strumenti usa e getta completamente sterili, rendono il parto in casa sicuro tanto quanto quello in ospedale se non maggiormente per gli aspetti igienici.
Da una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Copenaghen emerge infatti che con il parto in casa si ridurrebbero automaticamente dal 20% al 60% i ricorsi all’epidurale e al cesareo, ridotte dal 10 al 30% anche le complicanze (emorragia post partum, lacerazioni perineali…)
Il parto in casa non è consigliato a tutti ma solo nelle situazioni di gravidanza fisiologica a basso rischio ostetrico, inoltre, non può essere improvvisato ma deve essere preparato e programmato fin dall’inizio della gravidanza con un team di ostetriche specializzate, perché si tratta di un vero e proprio percorso che deve portare la donna e la coppia ad essere consapevoli e collaboranti in un rapporto che si poggia su una reciproca fiducia.
Esistono pertanto dei criteri ben definiti per poter partorire in massima sicurezza, tali elementi sono reperibili in questa linea guida delle ostetriche libere professioniste.
Il parto in casa è incoraggiato anche dagli organismi internazionali, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, ha affermato che la donna deve essere libera di scegliere di partorire nel luogo in cui si sente più sicura e nel caso in cui scelga la casa deve essere aiutata nell’intento, sempre che se si tratti di gravidanza a basso rischio.
Il Parlamento Europeo si è posto sulla stessa direttiva e con la risoluzione A2 38/88 riconosce che nel caso in cui la donna decida di partorire in casa deve essere fornita adeguata assistenza.
Ecco il testo completo della risoluzione in oggetto, anche denominata Carta Europea dei Diritti della Partoriente in cui è enucleato il diritto all’assistenza nel parto a casa e altri diritti:
Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale dei parti in casa è pari allo 0.2% (in Puglia negli ultimi due anni sono stati 20 i parti in casa) mentre in Europa la percentuale è già al 2%, le percentuali arrivano al 14% in Nord Europa e prossimi al 30% in Olanda (sommati i parti in casa e quelli in casa di maternità).
Alcune regioni si stanno adeguando a questa nuova esigenza e infatti Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lazio e la Province autonome di Trento e Bolzano rimborsano le spese sostenute per il parto extraospedaliero, mentre Lombardia, Toscana, Abruzzo, Liguria, Sicilia e Valle D’Aosta, hanno adottato provvedimenti volti ad agevolare tale pratica.
In Italia sono anche nati alcuni punti nascita, strutture disposte nelle vicinanze di ospedali, in esse è possibile partorire con la tranquillità e l’intimità della propria casa, con un’assistenza strutturata da parte di ostetriche.
Fonti
Planned hospital birth versus planned home birth
Meta-analysis of the safety of home birth.
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