Uno studio condotto dagli scienziati della Mailman School of Public Health della Columbia University e dei Paesi Bassi ha messo in evidenza come una scarsa nutrizione della gestante durante la gravidanza, si rifletta in età adulta sulla salute del nascituro, con un’incidenza particolarmente alta di malattie cardiovascolari e di tumori, quando la denutrizione materna si concentra soprattutto nel primo trimestre di gravidanza.
I risultati, pubblicati sull’American Journal of Epidemiology, hanno messo in evidenza come una dieta da 900 o meno calorie al giorno di una futura mamma sia responsabile, non solo di una malnutrizione durante la gravidanza stessa e alla nascita del bambino, ma anche un fattore di grave rischio per la salute negli anni a venire, aumentando l’incidenza di malattie e la predisposizione all’insorgenza di patologie di un particolare gravità.
I risultati ottenuti, in realtà, sono stati estrapolati da dati storici ricavati dalla valutazione dei soggetti nati durante il periodo di carestia dell’Olanda, avvenuto negli anni 1944-1945.
Infatti, gli uomini nati in quegli anni e sottoposti alla visita militare dei 18 anni, mostravano già uno stato di salute precario ed una forma di malnutrizione pregressa.
Inoltre, di questi, ben 5.011 soggetti morirono non per causa accidentali ma per malattie e più precisamente il 39% morì di tumore, il 21% di malattie cardiache, il 29% di malattie circolatorie, diabete e cause naturali.
Questi risultati, associati all’anno di nascita avvenuta in corrispondenza della carestia (che molto presumibilmente impose un regime alimentare ristrettissimo e al di sotto di un livello accettabile per le donne in gravidanza) e all’indice di massa corporea registrata in corso di visita militare con eventuale idoneità, hanno quindi permesso di trarre conclusioni circa la sottonutrizione durante la gravidanza e gli effetti sullo stato di salute del figlio in età adulta.
La fame che patirono i civili in Olanda nell’inverno tra il ’44 e il ’45, unita alla scarsa e cattiva nutrizione causata dalla seconda guerra mondiale, ci offrono un dato storico su cui incentrare uno studio dalla grande importanza sociale e sanitaria, fornendo l’opportunità unica di studiare la possibile origine fetale di malattie molto diffuse e i relativi effetti in età adulta.
Inoltre si è notato, come la maggior parte degli uomini e delle donne che sono stati esposti alla cosiddetta fame prenatale, hanno presentato una notevole incidenza di aumento di massa corporea ed insorgenza di diabete di tipo II.
Lo studio, inoltre, mette in luce come, soprattutto durante il primo trimestre di gestazione, momento particolarmente delicato e di notevole sensibilità per il feto verso l’ambiente e i cambiamenti del grembo materno, sia stato decisivo nell’innescare processi patologici precisi e prevedibili, sia in soggetti nati durante la carestia, sia in soggetti nati successivamente ed esposti alla fame durante l’infanzia.
Fonte
Prenatal Famine Exposure and Adult Mortality From Cancer, Cardiovascular Disease, and Other Causes Through Age 63 Years
I risultati, pubblicati sull’American Journal of Epidemiology, hanno messo in evidenza come una dieta da 900 o meno calorie al giorno di una futura mamma sia responsabile, non solo di una malnutrizione durante la gravidanza stessa e alla nascita del bambino, ma anche un fattore di grave rischio per la salute negli anni a venire, aumentando l’incidenza di malattie e la predisposizione all’insorgenza di patologie di un particolare gravità.
I risultati ottenuti, in realtà, sono stati estrapolati da dati storici ricavati dalla valutazione dei soggetti nati durante il periodo di carestia dell’Olanda, avvenuto negli anni 1944-1945.
Infatti, gli uomini nati in quegli anni e sottoposti alla visita militare dei 18 anni, mostravano già uno stato di salute precario ed una forma di malnutrizione pregressa.
Inoltre, di questi, ben 5.011 soggetti morirono non per causa accidentali ma per malattie e più precisamente il 39% morì di tumore, il 21% di malattie cardiache, il 29% di malattie circolatorie, diabete e cause naturali.
Questi risultati, associati all’anno di nascita avvenuta in corrispondenza della carestia (che molto presumibilmente impose un regime alimentare ristrettissimo e al di sotto di un livello accettabile per le donne in gravidanza) e all’indice di massa corporea registrata in corso di visita militare con eventuale idoneità, hanno quindi permesso di trarre conclusioni circa la sottonutrizione durante la gravidanza e gli effetti sullo stato di salute del figlio in età adulta.
La fame che patirono i civili in Olanda nell’inverno tra il ’44 e il ’45, unita alla scarsa e cattiva nutrizione causata dalla seconda guerra mondiale, ci offrono un dato storico su cui incentrare uno studio dalla grande importanza sociale e sanitaria, fornendo l’opportunità unica di studiare la possibile origine fetale di malattie molto diffuse e i relativi effetti in età adulta.
Inoltre si è notato, come la maggior parte degli uomini e delle donne che sono stati esposti alla cosiddetta fame prenatale, hanno presentato una notevole incidenza di aumento di massa corporea ed insorgenza di diabete di tipo II.
Lo studio, inoltre, mette in luce come, soprattutto durante il primo trimestre di gestazione, momento particolarmente delicato e di notevole sensibilità per il feto verso l’ambiente e i cambiamenti del grembo materno, sia stato decisivo nell’innescare processi patologici precisi e prevedibili, sia in soggetti nati durante la carestia, sia in soggetti nati successivamente ed esposti alla fame durante l’infanzia.
Fonte
Prenatal Famine Exposure and Adult Mortality From Cancer, Cardiovascular Disease, and Other Causes Through Age 63 Years
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