mercoledì 3 agosto 2016

Fecondazione assistita: come avviene, cos’è. La tecnica in vitro e le moderne FIVET e ICSI

        Oggi la fecondazione assistita viene eseguita frequentemente perché si cerca la prole in età avanzata. L’essere umano è fatto per concepire il primo figlio a 16 per la donna e a 18 per l’uomo. Purtroppo, nei Paesi occidentali la ricerca prole è molto avanzata con l’età e generalmente supera i 30 anni – spiega il dottor Giorgio Del Noce, urologo andrologo e sessuologo specializzato in fecondazione assistita. Vi è l’errata convinzione di essere sempre giovani cosa che non è, purtroppo, per la fecondazione.
Tre livelli di fecondazione assistita        «Le tecniche di fecondazione ci permettono di superare gli ostacoli che possono insorgere nei problemi che ci sono nelle coppie sterili e sono fondamentalmente di tre tipi. Un primo livello in cui il seme viene posto direttamente in utero, tale livello si chiama inseminazione intrauterinaperò offre un vantaggio minor rispetto agli altri tipi in vitro», continua il dottor Del Noce.
La fecondazione FIVET        «I tipi in vitro di fecondazione assistita sono fondamentalmente due: la FIVET e la ICSI. La prima è una fecondazione in cui l’ovulo viene messo a contatto con gli spermatozoi. Anzi, sarebbe più corretto dire ‘le uova’ poiché il ginecologo provocherà uno stimolo ovarico affinché la donna possa avere un’ovulazione multipla. In seguito le uova, in sala operatoria, verranno aspirate per via transvaginale e consegnate al biologo. Di solito vengono prodotte 3,5- 6,7 uova che il biologo pone a contatto con il seme che il partner offre con una masturbazione. In questo caso si ottiene la fertilizzazione in vitro delle uova e si formeranno degli embrioni che poi dopo due o tre giorni vengono messi in utero sperando in un impianto dell’embrione». 
La fecondazione ICSI per chi ha pochi spermatozoi        «Per quanto, invece, riguarda la ICSI, si tratta di un intervento che è ancora più sofisticato poiché il biologo preleva uno spermatozoo per ogni uovo e lo inietta dento l’uovo. Questo ci permette di avere la fecondazione quando il paziente, per esempio il maschio, ha pochissimi spermatozoi. Io ho un caso di un paziente che è riuscito ad avere un figlio trovando un solo spermatozoo nel testicolo – perché in qualche caso li vado a recuperare nel testicolo – e la donna un suolo uovo. Si vanno a recuperare gli spermatozoi dal testicolo quando il paziente è azoospermico, ovverosia non ha spermatozoi nel liquido seminale. Ci sono molte cause che provocano tale condizione e in una piccola percentuale dei casi si ritrovano gli spermatozoi nel testicolo. Ci sono molti casi di azoospermia e in una percentuale discreta si possono prendere gli spermatozoi prelevandoli direttamente dal testicolo».
Le percentuali di riuscita variano in base all’età        «Le fecondazioni assistite funzionano molto bene in età più giovane, meno bene in età avanzata. Purtroppo, a 44 anni si ha una percentuale di riuscita della fecondazione assistita che arriva all’1,5 percento. A 45 anni sono pochissimi i casi che riescono, a 46 anni vengono riportati pochi casi in tutto il mondo, sempre utilizzando il seme del partner omologo», conclude il dottor Giorgio Del Noce.
Fonte http://salute.diariodelweb.it/salute/video/?nid=20160805_388105

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