Uno studio del The New England Journal of Medicine ha in particolare sollevato numerosi dubbi, affermando che nei bambini nati da procreazione assistita sarebbero maggiori i rischi di nascita con malformazioni; a tali affermazioni si oppone chi sostiene che una simile maggiore percentuale di rischio dipenda in realtà strettamente dalla tipologia di fecondazione prescelta. Proprio per questo motivo possiamo sicuramente consigliarvi, laddove doveste decidere di ricorrere a questa tipologia di intervento, di procedere a un dialogo aperto e sincero col vostro medico, e a una anamnesi quanto mai veritiera.
Ma vediamo di schematizzare, in maniera più chiara, i possibili rischi e le attuali soluzioni approntate dalla scienza medica.
- I rischi per la madre: uno studio recente pubblicato su “Fertility and Sterility” ha in realtà affermato la sicurezza per la madre nel ricorso a questa tipologia di fecondazione. In particolare, ove si proceda a una fecondazione in vitro, si è esclusa la successiva maggiore attitudine a sviluppare patologie di tipo tumorale. È chiaro, comunque, e ci preme ribadirlo, che il consiglio del vostro medico avrà sempre maggior valore di statistiche generiche e scevre da qualsiasi connessione col caso concreto.
- I parti gemellari: si è giunti a valutare, specie con le tecniche imposte nel nostro Paese dalla legge 40/2004, ma in genere in tutte le fecondazioni assistite, la maggiore probabilità di sviluppo di parti gemellari. Di solito, 1 parto su 100 sviluppa gemelli se effettuati con fecondazione assistita, ma tale statistica cresce vertiginosamente a 1 su 5 ove la fecondazione avvenga in vitro: in realtà, si è giunti oggi a delineare una formula che permette di individuare, con buon grado di certezza, il numero di gameti che riusciranno ad attecchire.
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