La diagnostica isteroscopica permette non solo la valutazione cervicale e cavitaria dal punto di vista anatomico:
- malformazioni,
- polipi,
- fibromi,
- setti uterini e sinechie,
ma anche funzionale specie per quanto riguarda la funzione endometriale e tubarica.
Un corretto monitoraggio isteroscopico dell’endometrio è fondamentale poiché, con la valutazione di parametri essenziali, quali lo spessore, la vascolarizzazione, la ghiandolarità ed il colore dell’endometrio, non altrimenti verificabili, si percorre un passo determinante nella conoscenza delle condizioni ottimali della culla dove dovrà insinuarsi e svilupparsi l’embrione.
Di notevole importanza è la valutazione della funzionalità tubarica troppo spesso ottenuta mediante metodiche invasive, spesso dolorose e quindi poco attendibili a causa delle frequenti reazioni spastiche. “La tuba non è un tubo; la funzionalità non equivale alla pervietà”. Tali motivi rendono essenziale il servizio di isteroscopia presso un Centro di PMA.
L’ isteroscopia inoltre (in relazione alle possibilità diagnostiche anatomo-funzionali dell’utero) è essenziale per una struttura dedicata alle metrorragie (flussi mestruali abbondanti), ed è così importante da permettere l’istituzione di un vero e proprio centro SALVA-UTERO.
Attualmente le possibilità terapeutiche sono varie e multiformi ma imprescindibili da una diagnostica certa della patologia che, locale o sistemica, si esprime tuttavia sempre attraverso manifestazioni classificabili a livello endometriale. L’isterectomia deve rappresentare una estrema ratio a cui ricorrere molto di rado, quando non si tratti di anomalie della statica pelvica o di patologie francamente oncologiche invasive. Nella maggior parte delle indicazioni che fino a pochi anni fa portavano all’asportazione dell’utero, attraverso l’indagine isteroscopica è possibile trovare rimedio non solo corretto ma anche duraturo nel tempo, permettendo così alla donna di conservare quello che non rappresenta solo un mito della vita femminile ma anche un elemento importante della sua integrità psico-fisica.
Nel 2008 vengono ancora praticati troppi raschiamenti sia a scopo diagnostico che terapeutico, ma tale pratica può essere utile solo in minima parte. Anche la tecnica ecografia, per quanto avanzata, nel più del 30% dei casi non permette una diagnosi corretta della sofferenza uterina in quella componente che, con la metrorragia, manifesta più direttamente la propria disfunzionalità: l’endometrio. Ovvio che, a seguito di un iter diagnostico insufficiente e non corrispondente alle necessità reali dell’utero, si giunga al suo sacrificio in modo inopportuno e troppo frequente Nella maggior parte dei casi l’utero si può e si deve salvare.
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