“Endo: time to end the silence”, è stato lo slogan scelto per la prima Giornata mondiale per l’endometriosi, celebrata lo scorso 13 marzo. In 53 capitali del mondo si tiene la Million woman march for endometriosis, una campagna di sensibilizzazione a livello globale, per porre all’attenzione una malattia troppo spesso sottovalutata e che può avere dei risvolti cronici.
Ma che cos’è l’endometriosi? Quando vostra figlia avverte dolori acuti e persistenti al basso ventre non sottovalutate le sue lamentele. Potrebbe essere un sintomo della endometriosi, causata dal punto di vista medico dalla presenza di endometrio e strome di endometrio al di fuori della cavità uterina in altre zone del corpo femminile, normalmente nella pelvi. Da qui il dolore, persistente, come manifestazione più evidente di questa malattia su cui a tutt’oggi si è scarsamente informate tant’è che la diagnosi si rileva nella maggior parte dei casi tardiva. Ricordiamo che solo recentissimamente è stata riconosciuta come malattia sociale (vedi la denuncia raccontata da L’Indignato).
L’endometriosi può manifestarsi già dalla prima mestruazione se non in età infantile e, stando a quanto riportato dall‘Indagine conoscitiva del Senato della Repubblica sulla malattia, il 38% delle pazienti ha avuto il primo episodio di dolore pelvico a circa 15 anni, il 58% di questa percentuale ha sottovalutato gli episodi attribuendo i dolori al ciclo e non ha interpellato al momento opportuno il ginecologo. Nella stessa relazione, aspetto ancora più preoccupante, il 21% per cento dei medici consultati ha affermato che queste donne non erano affette da endometriosi. Inoltre, scorrendo il medesimo documento, si apprende che il 35% delle pazienti non si è sentita presa seriamente in considerazione dal proprio medico e il 38% non ha trovato aiuto da parte del medico stesso. I costi? In questa relazione che risale ormai al 2006 si riferisce che “l’onere annuale dei congedi malattia dovuti a tale affezione, nell’Unione europea, viene stimato in 30 miliardi di euro”.
Il sanguinamento extra può determinare dolori acuti, fortissimi che vanno poi declinati nei singoli soggetti, in funzione della soglia del dolore che può trarre in inganno le pazienti. Altri sintomi da non escludere per giungere a una diagnosi sono dolore durante i rapporti, dolore al bacino, ai fianchi o al retto. L’endometriosi può anche essere asintomatica ed essere scoperta quando la donna non riesce a rimanere incinta: infatti, la relazione con l’infertilità è sotto analisi
Accennavamo alla diagnosi: come anticipato, in numerose circostanze sia da parte della paziente sia da parte del medico i sintomi sono sottovalutati e si arriva a prescrivere gli esami con molto, molto ritardo. Per valutare o meno se una donna ne è affetta vanno effettuate una visita bimanuale, ecografie specifiche, una laparoscopia e in alcuni casi la risonanza magnetica.
A parte l’intervento chirurgico, che viene indicato solo per i casi più gravi che non hanno tratto beneficio da alcun trattamento farmacologico, l’endometriosi viene curata con prodotti specifici dietro stretta indicazione medica.
Per aiutare la paziente a convivere con il dolore è consigliabile modificare anche il regime alimentare: la dieta consigliata è ricca di fibre, di aumentarne il consumo fino al 20 – 30% nei pasti pertanto aumentare il consumo di frumento integrale, frutta e vegetali, legumi e riso integrale. Un aumentato consumo di acidi grassi omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Anche latte e derivati aiutano a combattere questa malattia come le carni rosse, che andrebbe bilanciata con altri. Da evitare, invece: caffeina, alcool, cioccolato, grassi saturi, burro e margarina, bevande ad alto contenuto di zucchero, carboidrati raffinati.
Fonte https://dilei.it/benessere/endometriosi/7753/
Ma che cos’è l’endometriosi? Quando vostra figlia avverte dolori acuti e persistenti al basso ventre non sottovalutate le sue lamentele. Potrebbe essere un sintomo della endometriosi, causata dal punto di vista medico dalla presenza di endometrio e strome di endometrio al di fuori della cavità uterina in altre zone del corpo femminile, normalmente nella pelvi. Da qui il dolore, persistente, come manifestazione più evidente di questa malattia su cui a tutt’oggi si è scarsamente informate tant’è che la diagnosi si rileva nella maggior parte dei casi tardiva. Ricordiamo che solo recentissimamente è stata riconosciuta come malattia sociale (vedi la denuncia raccontata da L’Indignato).
L’endometriosi può manifestarsi già dalla prima mestruazione se non in età infantile e, stando a quanto riportato dall‘Indagine conoscitiva del Senato della Repubblica sulla malattia, il 38% delle pazienti ha avuto il primo episodio di dolore pelvico a circa 15 anni, il 58% di questa percentuale ha sottovalutato gli episodi attribuendo i dolori al ciclo e non ha interpellato al momento opportuno il ginecologo. Nella stessa relazione, aspetto ancora più preoccupante, il 21% per cento dei medici consultati ha affermato che queste donne non erano affette da endometriosi. Inoltre, scorrendo il medesimo documento, si apprende che il 35% delle pazienti non si è sentita presa seriamente in considerazione dal proprio medico e il 38% non ha trovato aiuto da parte del medico stesso. I costi? In questa relazione che risale ormai al 2006 si riferisce che “l’onere annuale dei congedi malattia dovuti a tale affezione, nell’Unione europea, viene stimato in 30 miliardi di euro”.
Il sanguinamento extra può determinare dolori acuti, fortissimi che vanno poi declinati nei singoli soggetti, in funzione della soglia del dolore che può trarre in inganno le pazienti. Altri sintomi da non escludere per giungere a una diagnosi sono dolore durante i rapporti, dolore al bacino, ai fianchi o al retto. L’endometriosi può anche essere asintomatica ed essere scoperta quando la donna non riesce a rimanere incinta: infatti, la relazione con l’infertilità è sotto analisi
Accennavamo alla diagnosi: come anticipato, in numerose circostanze sia da parte della paziente sia da parte del medico i sintomi sono sottovalutati e si arriva a prescrivere gli esami con molto, molto ritardo. Per valutare o meno se una donna ne è affetta vanno effettuate una visita bimanuale, ecografie specifiche, una laparoscopia e in alcuni casi la risonanza magnetica.
A parte l’intervento chirurgico, che viene indicato solo per i casi più gravi che non hanno tratto beneficio da alcun trattamento farmacologico, l’endometriosi viene curata con prodotti specifici dietro stretta indicazione medica.
Per aiutare la paziente a convivere con il dolore è consigliabile modificare anche il regime alimentare: la dieta consigliata è ricca di fibre, di aumentarne il consumo fino al 20 – 30% nei pasti pertanto aumentare il consumo di frumento integrale, frutta e vegetali, legumi e riso integrale. Un aumentato consumo di acidi grassi omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Anche latte e derivati aiutano a combattere questa malattia come le carni rosse, che andrebbe bilanciata con altri. Da evitare, invece: caffeina, alcool, cioccolato, grassi saturi, burro e margarina, bevande ad alto contenuto di zucchero, carboidrati raffinati.
Fonte https://dilei.it/benessere/endometriosi/7753/
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