In particolare, la metodica consta di cinque momenti fondamentali:
1) si inizia con una isteroscopia in vaginoscopia che consente di valutare il canale cervicale, l’utero e gli osti tubatici. Durante l’esame è possibile asportare eventuali anomalie come polipi, fibromi o sinechie di piccole dimensioni o praticare biopsie endometriali;
2) l’idrolaparoscopia transvaginale, il tempo principale della metodica, si esegue introducendo nella pelvi, per via vaginale (esattamente il passaggio è attraverso il fornice vaginale posteriore), un trocar con un introduttore dopo avere precedentemente anestetizzato localmente la zona con mepivacaina. L’esame degli organi pelvici è realizzato in mezzo liquido (soluzione fisiologica sterile) e ciò permette una visualizzazione dettagliata degli organi potendo così evidenziare la presenza di eventuali anomalie. In genere la paziente non avverte dolore in questa fase e può seguire la procedura guardando il monitor. Qualche fastidio è avvertito, invece, per l’applicazione dello speculum (che serve per evidenziare il collo dell’utero) e per l’introduzione del catetere intrauterino per la cromosalpingoscopia;
3) successivamente si effettua la cromosalpingoscopia o prova di pervietà tubarica che si realizza mediante iniezione attraverso l’utero di blu di metilene tramite uno specifico catetere intrauterino che viene introdotto in cavità. Il passaggio del blu dall’utero nella cavità addominale tramite le tube, ci dice se queste ultime sono occluse o pervie, se sono regolari o tortuose;
4) in circa la metà dei casi è possibile effettuare una salpingoscopia, esame che consiste nell’introduzione dell’ottica nel padiglione tubarico allo scopo di esplorare la mucosa tubarica bilateralmente. La tecnica consiste nel passaggio dell’ottica nel padiglione e nell’ampolla di ciascuna tuba per esplorarne l’epitelio;
5) un ulteriore esame di complemento è la microsalpingoscopia, da eseguirsi sistematicamente. Essa consiste, grazie a dispositivi di ingrandimento dell’ottica, nell’esaminare le cellule della mucosa tubarica dopo la prova di pervietà con il blu.
La colorazione dei nuclei delle cellule tubariche permette di apprezzare la capacità funzionale della tuba: più i nuclei sono colorati, meno funzionante è la mucosa.
1) si inizia con una isteroscopia in vaginoscopia che consente di valutare il canale cervicale, l’utero e gli osti tubatici. Durante l’esame è possibile asportare eventuali anomalie come polipi, fibromi o sinechie di piccole dimensioni o praticare biopsie endometriali;
2) l’idrolaparoscopia transvaginale, il tempo principale della metodica, si esegue introducendo nella pelvi, per via vaginale (esattamente il passaggio è attraverso il fornice vaginale posteriore), un trocar con un introduttore dopo avere precedentemente anestetizzato localmente la zona con mepivacaina. L’esame degli organi pelvici è realizzato in mezzo liquido (soluzione fisiologica sterile) e ciò permette una visualizzazione dettagliata degli organi potendo così evidenziare la presenza di eventuali anomalie. In genere la paziente non avverte dolore in questa fase e può seguire la procedura guardando il monitor. Qualche fastidio è avvertito, invece, per l’applicazione dello speculum (che serve per evidenziare il collo dell’utero) e per l’introduzione del catetere intrauterino per la cromosalpingoscopia;
3) successivamente si effettua la cromosalpingoscopia o prova di pervietà tubarica che si realizza mediante iniezione attraverso l’utero di blu di metilene tramite uno specifico catetere intrauterino che viene introdotto in cavità. Il passaggio del blu dall’utero nella cavità addominale tramite le tube, ci dice se queste ultime sono occluse o pervie, se sono regolari o tortuose;
4) in circa la metà dei casi è possibile effettuare una salpingoscopia, esame che consiste nell’introduzione dell’ottica nel padiglione tubarico allo scopo di esplorare la mucosa tubarica bilateralmente. La tecnica consiste nel passaggio dell’ottica nel padiglione e nell’ampolla di ciascuna tuba per esplorarne l’epitelio;
5) un ulteriore esame di complemento è la microsalpingoscopia, da eseguirsi sistematicamente. Essa consiste, grazie a dispositivi di ingrandimento dell’ottica, nell’esaminare le cellule della mucosa tubarica dopo la prova di pervietà con il blu.
La colorazione dei nuclei delle cellule tubariche permette di apprezzare la capacità funzionale della tuba: più i nuclei sono colorati, meno funzionante è la mucosa.
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