Sebbene si tratti di una malattia tipicamente infantile, la varicella colpisce circa una donna incinta su 10.000, esponendo il feto al rischio di anomalie congenite, specialmente se contratta durante il primo trimestre o in prossimità del parto.
Trattandosi di una malattia pericolosa per il nascituro, la prevenzione è certamente la miglior strategia. Se si sta programmandoo una gravidanza, la futura mamma dovrebbe sottoporsi alle analisi per la ricerca degli anticorpi contro il virus Varicella-Zoster, specialmente se non è certa di aver contratto la varicella durante l’infanzia. Se gli esiti sono negativi, significa che non si posseggono anticorpi specifici e sussiste quindi il rischio di ammalarsi di varicella in gravidanza. In tal caso, generalmente si consiglia alla futura mamma di vaccinarsi. Se invece la gravidanza è già in corso, è fondamentale evitare il contatto con persone infette, specialmente durante il primo trimestre e nell’ultimo mese di gestazione.
In caso di contatto prolungato con persone infette, come ad esempio un primo figlio che ha contratto la varicella all’asilo, è invece importante recarsi tempestivamente dal medico e richiedere di essere sottoposte a profilassi con immunoglobuline specifiche contro la varicella (immnuoglobulina VZIG). Qualora dovessero manifestarsi i tipici sintomi della malattia, un accurato monitoraggio ecografico risulta quindi l’unico modo per valutare l’insorgenza di malformazioni fetali. Se il contagio si verifica in prossimità della data del parto, è altresì possibile che si proceda con l’induzione, in modo da somministrare al neonato gammaglobuline specifiche contro il virus della varicella. La somministrazione per via orale di farmaci antivirali (come Aciclovir, Valaciclovir) è infine consigliata solo dopo la 20ª settimana di gestazione ed entro le 24 ore dalla comparsa del rash.
Fonte http://salute.leonardo.it/varicella-gravidanza-terapia-e-consigli-utili/
Trattandosi di una malattia pericolosa per il nascituro, la prevenzione è certamente la miglior strategia. Se si sta programmandoo una gravidanza, la futura mamma dovrebbe sottoporsi alle analisi per la ricerca degli anticorpi contro il virus Varicella-Zoster, specialmente se non è certa di aver contratto la varicella durante l’infanzia. Se gli esiti sono negativi, significa che non si posseggono anticorpi specifici e sussiste quindi il rischio di ammalarsi di varicella in gravidanza. In tal caso, generalmente si consiglia alla futura mamma di vaccinarsi. Se invece la gravidanza è già in corso, è fondamentale evitare il contatto con persone infette, specialmente durante il primo trimestre e nell’ultimo mese di gestazione.
In caso di contatto prolungato con persone infette, come ad esempio un primo figlio che ha contratto la varicella all’asilo, è invece importante recarsi tempestivamente dal medico e richiedere di essere sottoposte a profilassi con immunoglobuline specifiche contro la varicella (immnuoglobulina VZIG). Qualora dovessero manifestarsi i tipici sintomi della malattia, un accurato monitoraggio ecografico risulta quindi l’unico modo per valutare l’insorgenza di malformazioni fetali. Se il contagio si verifica in prossimità della data del parto, è altresì possibile che si proceda con l’induzione, in modo da somministrare al neonato gammaglobuline specifiche contro il virus della varicella. La somministrazione per via orale di farmaci antivirali (come Aciclovir, Valaciclovir) è infine consigliata solo dopo la 20ª settimana di gestazione ed entro le 24 ore dalla comparsa del rash.
Fonte http://salute.leonardo.it/varicella-gravidanza-terapia-e-consigli-utili/
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