Niente selezione delle caratteristiche fisiche per avere un bambino con la fecondazione assistita eterologa, tecnica che entra ufficialmente nelle linee guida della legge 40. Il documento – che rappresenta il braccio normativo della legge da aggiornare sulla base delle novità scientifiche che arrivano di continuo in questo settore (così come previsto dalla stessa legge) – è stato firmato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il prossimo passo sarà l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ha annunciato il ministro, con l’inserimento dei trattamenti fra quelli garantiti a carico del Servizio Sanitario Nazionale, mettendo ordine così anche alle differenze che si sono profilate in questi mesi da regione a regione.
Le nuove norme entreranno in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Fra le principali novità c’è appunto l’accesso all’eterologa: si rende possibile la doppia donazione all’interno delle stessa coppia sia di ovociti che di seme. Vengono fornite le indicazioni per la coppia che accede ai trattamenti di fecondazione assistita, mentre tutto ciò che riguarda i donatori di gameti (seme ed ovuli) sarà contenuto nel testo di un nuovo Regolamento, già approvato dal Consiglio Superiore di Sanità, che sta proseguendo il suo iter. In cartella clinica le procedure dovranno essere descritte con maggior dettaglio di quanto non lo siano state in precedenza. E vengono in mente gli scambi di embrioni in un ospedale romano che hanno provocato tanto clamore e preoccupazione, così come la morte di una donna in Puglia sottoposta a fecondazione nonostante le sue delicate condizioni di salute, scoperte dagli ispettori inviati dal ministro della Salute.
«Dopo l’istituzione del Registro nazionale dei donatori, questo è il secondo importante passo per l’aggiornamento dell’intero quadro normativo che regola la Procreazione Medicalmente assistita in Italia», ha detto Lorenzin. Presto, ha aggiunto il ministro,arriveranno i decreti sul consenso informato e sui cosiddetti “embrioni abbandonati”, e il recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti. «E’ stato un lavoro corposo e impegnativo portato avanti anche grazie al contributo di maggior esperti italiani di settore convocati ai tavoli di lavoro già da luglio dello scorso anno. Questa serie di provvedimenti, insieme all’aggiornamento dei LEA (che includeranno anche i trattamenti di PMA) contribuirà a conferire certezza al quadro normativo ed amigliorare accesso e qualità dei percorsi in questo ambito così delicato del SSN», ha concluso.
Per Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, che attende di conoscere il testo integrale del provvedimento, rimangono delle criticità. In particolare Gallo, avvocato di molte coppie che hanno fatto ricorso contro i paletti della legge 40, si chiede come mai le linee guida non considerino anche l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, che ha cancellato il divieto di accesso alla fecondazione per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche. Bene il maggior dettaglio in cartella clinica delle procedure adottate, a patto che «ciò non costituisca un’opera di controllo dell’operato del medico per limitarne la sfera d’azione». Infine il segretario dell’associazione Coscioni si chiede quando sarà emanato il decreto sui Lea «che i malati stanno chiedendo dal 2001. Se le linee guida corrispondono a quanto preannunciato, sicuramente un plauso al Ministro. Se non sarà così invece, saranno valutate dai giudici come già avvenuto in passato». “Soddisfatta” invece Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato. «Le esamineremo attentamente – spiega – per poterle incrociare con la revisione della legge 40 attraverso il ddl a mia prima firma, già incardinato in commissione Sanità del Senatoro».
(Maria Emilia Bonaccorso – ANSA)
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