Nello specifico, la Klebsiella Pneumoniae è naturalmente presente nella mucosa respiratoria e nell’intestino dell’uomo, ma in talune circostanze può migrare in altre zone generando un’infezione. Cattiva igiene, basse difese immunitarie, peridi di forte stress e particolari condizioni fisiche, come diabete e gravidanza, possono favorire tale processo e spianare la strada alle infezioni da Klebsiella.
Quelle causate da Klebsiella Pneumoniae sono addirittura tra le infezioni più comunemente contratte durante la gravidanza, con conseguenti infezioni vaginali e delle vie urinarie. Non si tratta tuttavia di infezioni particolarmente gravi ed è possibile risolverle attraverso una mirata terapia antibiotica (da stabilirsi in base all’antibiogramma). Se non trattate, invece, le infezioni da Klebsiella possono minacciare il feto, quindi è importante non sottovalutarle. L’intensità della colonizzazione materna è direttamente correlata al rischio di malattia nel neonato, ma se la carica batterica è bassa e l’infezione localizzata alle vie urinarie, normalmente non si riscontrano conseguenze avverse. E’ infatti importante ricordare che le infezioni da Klebsiella Pneumoniae sono molto comuni, quindi un eccessivo grado di preoccupazione non farebbe altro che peggiorare la situazione, aumentando i livelli di stress e così creando le condizioni favorevoli al proliferare del batterio. Nel caso risultiate positive al test, affidatevi al vostro ginecologo e seguite le sue indicazioni.
Non esitate a contattare il medico in caso di sintomi quali: bruciore e dolore mentre si urina (stranguria), eventuale presenza di sangue nelle urine (ematuria), urine di colore carico e dall’odore forte e dolori localizzati al basso ventre, specie se associati a febbre, nausea, vomito e dolore al fianco.
Fonte http://salute.leonardo.it/klebsiella-pneumoniae-cose-e-quali-rischi-comporta-gravidanza/
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