In quali casi si pratica l’isterectomia?
Un’ablazione dell’utero può essere necessaria in presenza di polipi (escrescenze anormali) o di fibromi uterini, chiamati anche mioma (tumore non cancerogeno). Queste anomalie possono essere all’origine di emorragie più o meno gravi. L’isterectomia può essere proposta in caso di tumore dell’utero, dell’endometrio o dell’ovaio. Questo tipo di intervento si pratica anche per trattare un prolasso genitale, ossia un abbassamento degli organi verso la vagina, dovuto a un rilassamento dei tessuti e dei muscoli.
Come si svolge un’isterectomia?
L’isterectomia può essere effettuata in due modi: dall'altro, tramite un'incisione addominale (laparoisterectomia), o dal basso, attraverso la vagina. L’operazione generalmente dura tra i 40 e i 90 minuti, e il ricovero raramente dura più di 7 giorni.
L’isterectomia è rischiosa?
Cosa succede dopo l’operazione?
La ripresa completa dopo l’isterectomia varia da 6 a 8 settimane. Le prime due settimane di convalescenza richiedono molto riposo. Se una donna non ancora in menopausa subisce l’operazione e le vengono ritirate anche le ovaie, non avrà più le mestruazioni dopo l’intervento (è la cosiddetta menopausa chirurgica). E non potrà più avere figli dopo aver subito questa operazione. La possibilità di avere rapporti sessuali, invece, non viene compromessa. Trattandosi di un intervento delicato, dalle possibili ripercussioni psicologiche, è meglio spiegare chiaramente la propria situazione al medico prima di decidere se sottoporsi o meno a questa operazione.
Fonte http://magazinedelledonne.it/ginecologia/content/996104-isterectomia-operazione-rischi-e-convalescenza
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