La preparazione del seminale alla procreazione medicalmente assistita (PMA) si avvale di diversi trattamenti, ciascuno dei quali ha uno specifico obiettivo. Il primo di questi è quello di isolare il maggior numero di spermatozoi vivi, morfologicamente normali e dotati di buona motilità, eliminando spermatozoi non vitali, globuli bianchi e batteri, senza causare alterazioni agli spermatozoi separati.
Una volta ottenuto un campione di cellule spermatiche che possiedono le caratteristiche richieste, si passa alla fase di “capacitazione” in vitro. La capacitazione – processo che di norma avviene fisiologicamente nell’utero e si completa a livello delle tube – permette di aumentare la fluidità della testa dello spermatozoo in modo da renderlo appunto “capace” di interagire con il complesso cumulo-ovocita e subire una reazione (reazione acrosomiale) che gli permette di attraversare gli involucri della cellula uovo e, quindi, di fecondarla.
Il campione di seminale così trattato è dunque messo nelle migliori condizioni per ottenere il concepimento tramite il ricorso a tecniche di fecondazione assistita come la l’iniezione intrauterina di spermatozoi (IUI), che rappresenta un primo livello di intervento nel percorso di riproduzione assistita.
Raffaele Ferraro
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