Le trombofilie provocano complicazioni ostetriche come tromboembolismo venoso, ipertensione, preeclampsia, aborti ripetuti, morte fetale e ritardo nella crescita intrauterina
La trombofilia è una malattia ereditaria o acquisita della coagulazione sanguigna, e si presenta con la tendenza a coaguli arteriosi o venosi. Nelle donne incinte è un fattore di rischio per possibili complicanze ostetriche.
Durante la gravidanza si verifica naturalmente un cambiamento nel flusso sanguigno, perché il corpo attiva un meccanismo per proteggere dalla perdita di sangue durante il parto, ma i problemi compaiono quando questa alterazione influisce sulla vascolarizzazione della placenta e provoca la comparsa di tromboembolismo venoso, iptertensione gestazionale, preeclampsia, aborti, morte fetale e ritardo nella crescita intrauterina.
La trombofilia aquisita è la più frequente durante la gravidanza, e viene chiamata “sindrome antifosfolipidi”. Si tratta di una malattia autoimmune che colpisce soprattutto donne giovani ed è caratterizzata dalla formazione di coaguli che ostruiscono i vasi sanguigni ostacolando l’ossigenazione e l’alimentazione del feto.
Fino al 2% delle donne incinte può soffrirne, e quindi ci si chiede come sospettare se si soffre di trombofilia o di rischio di trombosi in gravidanza. Gli ematologi dicono che è difficile, visto che è una malattia che non si individua se non si analizza una serie di varianti genetiche specifiche (con sangue o saliva), ma ci sono segnali di allerta che permettono di identificare se può esserci qualche rischio: edemi (gonfiori) alle gambe e flebite (infiammazione di vene o varici). Altri fattori sono associati a problemi di fertilità, complicazioni ostetriche precedenti, aborti ricorrenti e precedenti familiari di trombosi, ictus, infarto, ipertensione, obesità, ecc.
Fattori di rischio
Uno dei principali fattori di rischio di subire un tromboembolismo durante la gravidanza è che la donna abbia dei precedenti personali e/o familiari e/o presenti uno o più dei seguenti fattori di rischio “classici”:
Per diagnosticare qualsiasi tipo di trombofilia non basta un’analisi convenzionale, essendo richieste analisi specifiche che hanno un costo ma offrono informazioni sui fattori di coagulazione alterati e sui geni coinvolti nel sistema sanguigno e nella circolazione del sangue.
Fonte https://it.aleteia.org/2017/12/06/trombofilia-causa-complicanze-gravidanza/
La trombofilia è una malattia ereditaria o acquisita della coagulazione sanguigna, e si presenta con la tendenza a coaguli arteriosi o venosi. Nelle donne incinte è un fattore di rischio per possibili complicanze ostetriche.
Durante la gravidanza si verifica naturalmente un cambiamento nel flusso sanguigno, perché il corpo attiva un meccanismo per proteggere dalla perdita di sangue durante il parto, ma i problemi compaiono quando questa alterazione influisce sulla vascolarizzazione della placenta e provoca la comparsa di tromboembolismo venoso, iptertensione gestazionale, preeclampsia, aborti, morte fetale e ritardo nella crescita intrauterina.
La trombofilia aquisita è la più frequente durante la gravidanza, e viene chiamata “sindrome antifosfolipidi”. Si tratta di una malattia autoimmune che colpisce soprattutto donne giovani ed è caratterizzata dalla formazione di coaguli che ostruiscono i vasi sanguigni ostacolando l’ossigenazione e l’alimentazione del feto.
Fino al 2% delle donne incinte può soffrirne, e quindi ci si chiede come sospettare se si soffre di trombofilia o di rischio di trombosi in gravidanza. Gli ematologi dicono che è difficile, visto che è una malattia che non si individua se non si analizza una serie di varianti genetiche specifiche (con sangue o saliva), ma ci sono segnali di allerta che permettono di identificare se può esserci qualche rischio: edemi (gonfiori) alle gambe e flebite (infiammazione di vene o varici). Altri fattori sono associati a problemi di fertilità, complicazioni ostetriche precedenti, aborti ricorrenti e precedenti familiari di trombosi, ictus, infarto, ipertensione, obesità, ecc.
Fattori di rischio
Uno dei principali fattori di rischio di subire un tromboembolismo durante la gravidanza è che la donna abbia dei precedenti personali e/o familiari e/o presenti uno o più dei seguenti fattori di rischio “classici”:
- Età superiore a 35 anni
- Parti gemellari
- Obesità
- Tabagismo
- Immobilizzazione (riposo)
- Interventi recenti
Per diagnosticare qualsiasi tipo di trombofilia non basta un’analisi convenzionale, essendo richieste analisi specifiche che hanno un costo ma offrono informazioni sui fattori di coagulazione alterati e sui geni coinvolti nel sistema sanguigno e nella circolazione del sangue.
Fonte https://it.aleteia.org/2017/12/06/trombofilia-causa-complicanze-gravidanza/
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