Hai appena scoperto di aspettare un bimbo. Amici e parenti ti fanno gli auguri e chiedono: “quando nascerà?”. Se ricordi la data di inizio delle tue ultime mestruazioni, puoi fare una stima: puoi determinare la data presunta del parto, cioè il giorno in cui è massima la probabilità che il tuo bimbo venga alla luce. Ma ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione.
Come si calcola?
La durata media della gravidanza è di nove mesi, cioè 40 settimane, o 280 giorni calcolati dal giorno in cui sono comparse le ultime mestruazioni prima del concepimento. Facile, no? Sembra di sì, ma in realtà bisogna considerare alcuni potenziali fattori di incertezza. Per prima cosa, non è detto che la futura mamma ricordi con precisione la data delle ultime mestruazioni, soprattutto se la gravidanza non era programmata. In secondo luogo, quando si calcola la data presunta del parto, la stima si basa sull’assunto che il concepimento sia avvenuto il giorno dell’ovulazione e che questo fosse il 14° giorno di un ciclo di 28 giorni. Ma il concepimento può avvenire fino a 24 ore dopo l’ovulazione e non tutti i cicli durano esattamente 28 giorni. Anche la donna più regolare può avere, di quando in quando, un ciclo più breve o più lungo del solito.
La rotella della gravidanza e la regola di Naegele
Per facilitare il calcolo dei giorni e delle settimane sulla base della data di inizio delle ultime mestruazioni, ostetriche e ginecologi si servono tradizionalmente di un semplice strumento: il regolo ostetrico, o rotella della gravidanza. È formato da due dischi sovrapposti, uno più grande e uno più piccolo, che possono ruotare l’uno rispetto all’altro. Entrambi sono graduati. Quello maggiore è suddiviso in 365 settori uguali corrispondenti ai giorni dell’anno, raggruppati in 12 settori corrispondenti ai rispettivi mesi. Quello più piccolo riporta invece le 40 settimane di gravidanza raggruppate in trimestri. Facendo scorrere la ruota piccola rispetto a quella grande e portando il giorno di inizio della gravidanza della ruota piccola a coincidere con il primo giorno delle ultime mestruazioni individuato sulla ruota grande, l’ultimo giorno di gravidanza evidenziato sulla ruota piccola corrisponderà alla data presunta del parto sulla ruota grande.
In alcuni ospedali e consultori, alla prima visita dell’attesa viene offerto alle future mamme un regolo ostetrico di cartoncino, che porta evidenziate le date dei controlli e degli esami di routine da effettuare nelle varie fasi della gravidanza. Oggi, poi, molti siti web dedicati a fertilità e gravidanza dispongono di contatori digitali equivalenti alla rotella ostetrica: basta inserire la data delle ultime mestruazioni nello spazio apposito per ottenere la data presunta del termine.
E chi i conti preferisce farli da sola, a mente, può semplificarsi l’operazione usando la regola di Naegele: sommare al primo giorno dell’ultima mestruazione un anno, poi ancora sette giorni e infine sottrarre tre mesi.
L’ecografia di datazione
Si è detto, però, che l’età gestazionale calcolata sulla data dell’ultima mestruazione può non essere accurata per diversi motivi. A questo fine, è importante la prima ecografia prevista in gravidanza, che si effettua di solito tra l’8ª e la 12ª settimana. “In quel lasso di tempo, c’è una corrispondenza esatta tra la lunghezza dell’embrione, cioè la distanza tra il vertice e il sacro, e la sua età gestazionale, che può essere determinata con la precisione del singolo giorno. La tabella che associa lunghezza dell’embrione ed età gestazionale nelle prime settimane di attesa vale per tutte le gravidanze: non c’è variabilità individuale in quella fase”, spiega Mario Fadin, ginecologo di Milano. “Durante l’esame ecografico, dunque, il medico misura accuratamente l’embrione e ne ricava l’età gestazionale del piccolo. Così facendo, può ricalcolare la data di inizio gravidanza, nel caso in cui la stima della donna si riveli inesatta per qualunque motivo”.
Per questa ragione la prima ecografia, offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale entro le prime 13 settimane di attesa, prende anche il nome di ecografia di datazione. La data presunta del parto stimata sulla base dell’età ecografica dell’embrione è più attendibile.
A cosa serve conoscere l’età gestazionale
Conoscere la data presunta del parto non serve solo ai futuri genitori per fare programmi per l’arrivo del bebè e preparare amici e parenti. Stabilire l’età gestazionale del nascituro è fondamentale per calibrare esami e interventi medici. Alcuni test, come la misurazione dello spessore nucale dell’embrione per stimare il rischio di anomalia cromosomica, vanno fatti in una determinata finestra temporale e, se i tempi sono sbagliati, il responso potrebbe risultare falsato.
L’età gestazionale serve, inoltre, a valutare l’accrescimento del feto in occasione delle visite e delle ecografie di controllo e, al termine della gravidanza, per decidere se e quando è opportuno indurre il travaglio senza aspettare oltre il suo avvio naturale.
Data presunta del parto: solo una stima probabilistica
Attenzione, però: la durata della gravidanza ha una variabilità fisiologica. Quindi, la data presunta del parto è solo una stima probabilistica. “L’attesa si considera a termine da 37 settimane a 41 settimane + 6 giorni”, spiega il ginecologo. “Nel linguaggio comune si parla di ‘gravidanza oltre il termine’ già dal giorno successivo alla data presunta del parto, ma qualche giorno di ritardo è fisiologico. Di solito, se non prende il via spontaneamente, il travaglio viene indotto entro la 42ª settimana di gravidanza per ragioni di sicurezza”.
Statisticamente, le primipare tendono a ritardare rispetto alla data presunta del parto, mentre le pluripare tendono ad anticipare.
Va detto, poi, che in caso di attesa gemellare la data presunta del parto deve essere anticipata. Di solito i gemelli nascono tra la 32ª e la 38ª settimana per… raggiunti limiti di spazio. Se aspetti due o più bimbi, chiedi al tuo medico di fiducia una stima personalizzata del termine della tua gravidanza.
Fonte https://www.dolceattesa.com/gravidanza/data-presunta-del-parto-che-valore-ha_salute-ed-esami/
Come si calcola?
La durata media della gravidanza è di nove mesi, cioè 40 settimane, o 280 giorni calcolati dal giorno in cui sono comparse le ultime mestruazioni prima del concepimento. Facile, no? Sembra di sì, ma in realtà bisogna considerare alcuni potenziali fattori di incertezza. Per prima cosa, non è detto che la futura mamma ricordi con precisione la data delle ultime mestruazioni, soprattutto se la gravidanza non era programmata. In secondo luogo, quando si calcola la data presunta del parto, la stima si basa sull’assunto che il concepimento sia avvenuto il giorno dell’ovulazione e che questo fosse il 14° giorno di un ciclo di 28 giorni. Ma il concepimento può avvenire fino a 24 ore dopo l’ovulazione e non tutti i cicli durano esattamente 28 giorni. Anche la donna più regolare può avere, di quando in quando, un ciclo più breve o più lungo del solito.
La rotella della gravidanza e la regola di Naegele
Per facilitare il calcolo dei giorni e delle settimane sulla base della data di inizio delle ultime mestruazioni, ostetriche e ginecologi si servono tradizionalmente di un semplice strumento: il regolo ostetrico, o rotella della gravidanza. È formato da due dischi sovrapposti, uno più grande e uno più piccolo, che possono ruotare l’uno rispetto all’altro. Entrambi sono graduati. Quello maggiore è suddiviso in 365 settori uguali corrispondenti ai giorni dell’anno, raggruppati in 12 settori corrispondenti ai rispettivi mesi. Quello più piccolo riporta invece le 40 settimane di gravidanza raggruppate in trimestri. Facendo scorrere la ruota piccola rispetto a quella grande e portando il giorno di inizio della gravidanza della ruota piccola a coincidere con il primo giorno delle ultime mestruazioni individuato sulla ruota grande, l’ultimo giorno di gravidanza evidenziato sulla ruota piccola corrisponderà alla data presunta del parto sulla ruota grande.
In alcuni ospedali e consultori, alla prima visita dell’attesa viene offerto alle future mamme un regolo ostetrico di cartoncino, che porta evidenziate le date dei controlli e degli esami di routine da effettuare nelle varie fasi della gravidanza. Oggi, poi, molti siti web dedicati a fertilità e gravidanza dispongono di contatori digitali equivalenti alla rotella ostetrica: basta inserire la data delle ultime mestruazioni nello spazio apposito per ottenere la data presunta del termine.
E chi i conti preferisce farli da sola, a mente, può semplificarsi l’operazione usando la regola di Naegele: sommare al primo giorno dell’ultima mestruazione un anno, poi ancora sette giorni e infine sottrarre tre mesi.
L’ecografia di datazione
Si è detto, però, che l’età gestazionale calcolata sulla data dell’ultima mestruazione può non essere accurata per diversi motivi. A questo fine, è importante la prima ecografia prevista in gravidanza, che si effettua di solito tra l’8ª e la 12ª settimana. “In quel lasso di tempo, c’è una corrispondenza esatta tra la lunghezza dell’embrione, cioè la distanza tra il vertice e il sacro, e la sua età gestazionale, che può essere determinata con la precisione del singolo giorno. La tabella che associa lunghezza dell’embrione ed età gestazionale nelle prime settimane di attesa vale per tutte le gravidanze: non c’è variabilità individuale in quella fase”, spiega Mario Fadin, ginecologo di Milano. “Durante l’esame ecografico, dunque, il medico misura accuratamente l’embrione e ne ricava l’età gestazionale del piccolo. Così facendo, può ricalcolare la data di inizio gravidanza, nel caso in cui la stima della donna si riveli inesatta per qualunque motivo”.
Per questa ragione la prima ecografia, offerta gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale entro le prime 13 settimane di attesa, prende anche il nome di ecografia di datazione. La data presunta del parto stimata sulla base dell’età ecografica dell’embrione è più attendibile.
A cosa serve conoscere l’età gestazionale
Conoscere la data presunta del parto non serve solo ai futuri genitori per fare programmi per l’arrivo del bebè e preparare amici e parenti. Stabilire l’età gestazionale del nascituro è fondamentale per calibrare esami e interventi medici. Alcuni test, come la misurazione dello spessore nucale dell’embrione per stimare il rischio di anomalia cromosomica, vanno fatti in una determinata finestra temporale e, se i tempi sono sbagliati, il responso potrebbe risultare falsato.
L’età gestazionale serve, inoltre, a valutare l’accrescimento del feto in occasione delle visite e delle ecografie di controllo e, al termine della gravidanza, per decidere se e quando è opportuno indurre il travaglio senza aspettare oltre il suo avvio naturale.
Data presunta del parto: solo una stima probabilistica
Attenzione, però: la durata della gravidanza ha una variabilità fisiologica. Quindi, la data presunta del parto è solo una stima probabilistica. “L’attesa si considera a termine da 37 settimane a 41 settimane + 6 giorni”, spiega il ginecologo. “Nel linguaggio comune si parla di ‘gravidanza oltre il termine’ già dal giorno successivo alla data presunta del parto, ma qualche giorno di ritardo è fisiologico. Di solito, se non prende il via spontaneamente, il travaglio viene indotto entro la 42ª settimana di gravidanza per ragioni di sicurezza”.
Statisticamente, le primipare tendono a ritardare rispetto alla data presunta del parto, mentre le pluripare tendono ad anticipare.
Va detto, poi, che in caso di attesa gemellare la data presunta del parto deve essere anticipata. Di solito i gemelli nascono tra la 32ª e la 38ª settimana per… raggiunti limiti di spazio. Se aspetti due o più bimbi, chiedi al tuo medico di fiducia una stima personalizzata del termine della tua gravidanza.
Fonte https://www.dolceattesa.com/gravidanza/data-presunta-del-parto-che-valore-ha_salute-ed-esami/
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