
L’Amoris laetitia parla il linguaggio dell’esperienza. Chiaramente ispirata a situazioni concrete, intende ribadire con forza non l’ideale della famiglia, ma la sua realtà ricca e complessa. Viene chiarita l’importanza di una fecondità “allargata” che, se non è possibile con figli propri, si apra all’adozione (Amoris laetitia, 5, 178,179,180), sempre nella trama del progetto di coppia.
Per questo, l’amore coniugale non si esaurisce all’interno della coppia. L’Amoris laetitia apre a una comprensione della fecondità nuziale più ampia rispetto alla sola fertilità. La prima forma di fecondità nuziale è data dal generare la presenza di Dio nel partner e quindi nella relazione di coppia. È questa la vera fecondità della coppia, oltre la sola fertilità! Generare il coniuge come persona amata, poi, è un generarsi a vicenda; un generarsi come persone che si sentono reciprocamente amate e apprezzate. La prima grande fecondità non è data dalla nascita dei figli, ma dalla nascita di quel ‘noi’ in cui ognuno è unico per l’altro.
Fonte https://www.portalecce.it/index.php/gente-bona-diocesi-lecce/cum-panis/2130-ci-interessa-la-fecondita-non-la-fertilita-2-il-progetto-di-coppia-dell-amoris-laetitia
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