sabato 6 aprile 2019

Fertilità femminile: le nuove tecniche anti-age per ringiovanire le ovaie

GettyImages         Dopo i 35 anni, si sa, la fertilità femminile declina rapidamente e dopo i 40 anche le tecniche di procreazione assistita hanno meno successo. Colpa della riserva ovarica che si fa via via più scarsa. Ma l’invecchiamento delle ovaie è una condanna senza appello o il processo si può almeno parzialmente invertire? Di ringiovanimento ovarico, ultima frontiera della sfida contro il tempo in tema di maternità, si è parlato in occasione del 34° Congresso della Società Europea di Riproduzione Umana e di Embriologia (ESHRE), nel corso del quale Nuria Pellicer, medico dell’ospedale La Fe di Valencia, ha presentato i risultati di uno studio condotto in collaborazione con IVI (istituzione medica made in Spagna specializzata in riproduzione), che verrà presto pubblicato su Fertility & Sterility: grazie alla tecnica di trapianto di cellule staminali del midollo osseo della donna nell’arteria ovarica si sono ottenute varie gravidanze e sono nati tre bambini. Ed è attualmente partita la terza fase dello studio che coinvolgerà aspiranti mamme ancora giovani ma già in menopausa o pre-menopausa precoce e che prevede anche una seconda strada, meno invasiva: reinfondere le staminali nell’area circostante l’ovaio. Lo scopo è sempre quello di favorire l’attivazione dei follicoli dormienti, che altrimenti resterebbero nell’ovaio senza svilupparsi.

Bridget Jone's Baby         Accanto all’iniezione di fattori di crescita, per il ringiovanimento ovarico si sta sperimentando anche la cosiddetta frammentazione ovarica (OFFA), che comporta un intervento in laparoscopia durante il quale si estrae una piccolissima parte di corteccia ovarica, che viene ridotto in minuscoli pezzettini, poi reiniettati nelle ovaie per “svegliare” gli ovociti e favorire la genesi di nuovi follicoli.

         Una terza tecnica (Augment) si attua invece direttamente sugli ovociti prelevati per una fecondazione in vitro, a cui viene cambiata per così dire la batteria, grazie a un’iniezione di mitocondri – la fonte di energia della cellula – estratti dalla corteccia di rivestimento dell’ovaio.
ICSI (artificial fertilization), sperm being injected into egg x200
Per fermare le lancette dell’orologio biologico, e mettere al riparo il proprio patrimonio fertile dall’inevitabile invecchiamento, o da cure, come la chemioterapia, che possono danneggiarlo irrimediabilmente, c’è infine un’altra possibilità, non terapeutica ma di prevenzione: congelare per tempo i propri ovociti. Gli ovuli vengono prelevati con un piccolo intervento e crioconservati attraverso il tradizionale congelamento lento o la più innovativa vitrificazione. Una volta scongelati, seguiranno la strada di una fecondazione in vitro. Le percentuali di successo, nel caso del social freezing (o per meglio dire Age banking), ossia della scelta fatta da donne sane, dipende molto dall’età del prelievo: quella ideale è tra i 25 e i 35 anni.

Fonte https://www.iodonna.it/?post_type=post&p=882619?ref=1

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