La voglia di essere mamma, alla fine, ha prevalso su tutto: sulle proprie paure, legittime, ma anche sul semaforo arancione che i medici inizialmente le avevano mostrato.
Perchè Francesca, 33enne della Val Seriana, è affetta da sclerosi multipla e le sue condizioni, in quel periodo non completamente stabili, non erano considerate ottimali per iniziare una gravidanza.
È bastato però un confronto onesto e diretto con l’equipe medica per capire che quel desiderio, con le giuste precauzioni, era realizzabile: una rassicurazione fondamentale, innanzitutto dal punto di vista clinico.
Francesca è una delle donne seguite dall’ambulatorio multidisciplinare dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, centro riconosciuto da Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, nell’ambito del progetto “Una cicogna per la sclerosi multipla” (LEGGI QUI): ginecologi, neurologi, tossicologi e psicologi affrontano insieme alle pazienti percorsi dedicati, garantendo assistenza clinica e, se necessario, supporto psicologico durante tutta la gravidanza e l’allattamento.
“La mia storia inizia nel 2007, quando a 22 anni ho avuto i primi sintomi della sclerosi – racconta Francesca – Mi era stata diagnosticata una neurite ottica, uno dei segnali principali della malattia. Dagli esami diagnostici in ospedale, però, sono emerse sia lesioni tipiche della sclerosi multipla che alcuni valori che potevano far pensare al lupus. Non è stato facile identificare esattamente la patologia, così sono sempre stata seguita sia da reumatologi che da neurologi”.
Più passano gli anni e più i sintomi spingono verso la sclerosi: “Non posso dire di non aver pianto all’inizio – confessa – Poi però sono sempre stata bene fisicamente e quello mi ha aiutata: ho avuto forse solo un paio di ricadute dal lato visivo ma ho sempre fatto sport e una vita identica a quella precedente, se non fosse per i continui controlli in ospedale e la rinuncia all’attività agonistica. Mi avevano consigliato subito l’ospedale di Bergamo e non posso che spendere belle parole: mi sono trovata benissimo, agli inizi dalla dottoressa Maria Rosa Rottoli e poi da un’equipe che lavora e si coordina alla perfezione”.
Il momento più delicato, come detto, nel 2017 quando Francesca decide che è il momento di diventare mamma: i medici le spiegano che, per avere una gravidanza, sono necessarie determinate condizioni di stabilità. In quel periodo, invece, la 33enne avrebbe dovuto affrontare un cambio di cura.
“Alla proposta dei medici ho risposto dicendo che mi sarebbe piaciuto avere un figlio – racconta – Non mi hanno detto di no, ma al tempo stesso erano titubanti: sono stati però molto gentili nel dirmi che la mia situazione non era drammatica e che avrei potuto provare. Era agosto, ho sospeso le cure e a dicembre sono rimasta subito incinta”.
La gravidanza, pur senza nessuna terapia, trascorre liscia e ad agosto 2018 Francesca dà alla luce il suo bimbo: “Tutto è andato per il verso giusto, si è optato per un cesareo ma è stata una scelta esclusivamente legata al parto e non alla mia patologia. I mesi seguenti sono stati i più delicati ma ho allattato senza problemi per quattro mesi e poi a dicembre ho ripreso le normali cure”.
“Sinceramente non ho mai avuto dubbi sulla gravidanza – conclude Francesca – Ho avuto la possibilità di confrontarmi con altre donne con la sclerosi che avevano avuto figli: mi avevano tranquillizzato, raccontandomi di esperienze positive e questo senza dubbio mi è stato d’aiuto. La preoccupazione di non stare sempre bene ce l’avevo: ma le scelte, come quella di lasciare lo sport agonistico, le ho sempre fatte per motivi personali, non perchè lo decideva la malattia. Ho avuto un percorso sereno, in cui ho condiviso sempre con reumatologi e neurologi le soluzioni migliori”.
Fonte https://www.bergamonews.it/2019/03/29/diventare-mamma-la-sclerosi-multipla-la-malattia-non-mai-scelto/305465/
Perchè Francesca, 33enne della Val Seriana, è affetta da sclerosi multipla e le sue condizioni, in quel periodo non completamente stabili, non erano considerate ottimali per iniziare una gravidanza.
È bastato però un confronto onesto e diretto con l’equipe medica per capire che quel desiderio, con le giuste precauzioni, era realizzabile: una rassicurazione fondamentale, innanzitutto dal punto di vista clinico.
Francesca è una delle donne seguite dall’ambulatorio multidisciplinare dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, centro riconosciuto da Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, nell’ambito del progetto “Una cicogna per la sclerosi multipla” (LEGGI QUI): ginecologi, neurologi, tossicologi e psicologi affrontano insieme alle pazienti percorsi dedicati, garantendo assistenza clinica e, se necessario, supporto psicologico durante tutta la gravidanza e l’allattamento.
“La mia storia inizia nel 2007, quando a 22 anni ho avuto i primi sintomi della sclerosi – racconta Francesca – Mi era stata diagnosticata una neurite ottica, uno dei segnali principali della malattia. Dagli esami diagnostici in ospedale, però, sono emerse sia lesioni tipiche della sclerosi multipla che alcuni valori che potevano far pensare al lupus. Non è stato facile identificare esattamente la patologia, così sono sempre stata seguita sia da reumatologi che da neurologi”.
Più passano gli anni e più i sintomi spingono verso la sclerosi: “Non posso dire di non aver pianto all’inizio – confessa – Poi però sono sempre stata bene fisicamente e quello mi ha aiutata: ho avuto forse solo un paio di ricadute dal lato visivo ma ho sempre fatto sport e una vita identica a quella precedente, se non fosse per i continui controlli in ospedale e la rinuncia all’attività agonistica. Mi avevano consigliato subito l’ospedale di Bergamo e non posso che spendere belle parole: mi sono trovata benissimo, agli inizi dalla dottoressa Maria Rosa Rottoli e poi da un’equipe che lavora e si coordina alla perfezione”.
Il momento più delicato, come detto, nel 2017 quando Francesca decide che è il momento di diventare mamma: i medici le spiegano che, per avere una gravidanza, sono necessarie determinate condizioni di stabilità. In quel periodo, invece, la 33enne avrebbe dovuto affrontare un cambio di cura.
“Alla proposta dei medici ho risposto dicendo che mi sarebbe piaciuto avere un figlio – racconta – Non mi hanno detto di no, ma al tempo stesso erano titubanti: sono stati però molto gentili nel dirmi che la mia situazione non era drammatica e che avrei potuto provare. Era agosto, ho sospeso le cure e a dicembre sono rimasta subito incinta”.
La gravidanza, pur senza nessuna terapia, trascorre liscia e ad agosto 2018 Francesca dà alla luce il suo bimbo: “Tutto è andato per il verso giusto, si è optato per un cesareo ma è stata una scelta esclusivamente legata al parto e non alla mia patologia. I mesi seguenti sono stati i più delicati ma ho allattato senza problemi per quattro mesi e poi a dicembre ho ripreso le normali cure”.
“Sinceramente non ho mai avuto dubbi sulla gravidanza – conclude Francesca – Ho avuto la possibilità di confrontarmi con altre donne con la sclerosi che avevano avuto figli: mi avevano tranquillizzato, raccontandomi di esperienze positive e questo senza dubbio mi è stato d’aiuto. La preoccupazione di non stare sempre bene ce l’avevo: ma le scelte, come quella di lasciare lo sport agonistico, le ho sempre fatte per motivi personali, non perchè lo decideva la malattia. Ho avuto un percorso sereno, in cui ho condiviso sempre con reumatologi e neurologi le soluzioni migliori”.
Fonte https://www.bergamonews.it/2019/03/29/diventare-mamma-la-sclerosi-multipla-la-malattia-non-mai-scelto/305465/
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