Il menù di Pasqua è certamente appetitoso, ma anche ricco di alimenti grassi o che contengono elevate quantità di zuccheri e di sale. Quali sono i cibi proibiti e quelli ammessi per chi trascorrerà questa festa in gravidanza? Lo abbiamo chiesto a Laura Rossi, nutrizionista e ricercatrice del Centro Nazionale di Ricerche per gli Alimenti e la Nutrizione. “Innanzitutto, occorre fare una premessa: se la gravidanza è fisiologica, la donna normalmente non ha un fabbisogno calorico accresciuto, se non di pochissimo, e alle nostre latitudini è bene fare molta attenzione a evitare aumenti di peso eccessivi e a non cadere nell’errore di ‘mangiare doppio’”, avverte l’esperta. “Quello che aumenta è, invece, il fabbisogno di proteine, ferro, calcio, vitamina B12 e omega3. Dunque, occorre migliorare la qualità di quello che mangiamo, non aumentarne la quantità”.
Colazione salata: sì, ma…
Una delle tradizioni pasquali più diffuse è quella di fare abbondanti colazioni salate. “Questo spesso finisce per ‘scalzare’ il latte, che invece è una preziosa fonte di calcio, al quale la donna incinta non dovrebbe rinunciare”, avverte Laura Rossi. Un altro “effetto collaterale” di questo tipo di colazione è che si finisce, appunto, per ingerire una quota di sale maggiore rispetto agli standard. “Per ‘limare’ quell’eccesso e aiutare l’organismo a drenare, la futura mamma dovrebbe bere ancora più acqua del solito”, raccomanda la nutrizionista. “L’aumento della pressione arteriosa, infatti, come è ben noto, è molto pericoloso in gravidanza”.
Torte rustiche, un buon compromesso
“Le torte salate, spesso presenti nel menù di Pasqua, oltre a essere gustose, sono tendenzialmente bilanciate e rappresentano quindi un buon compromesso nutrizionale. La classica ‘pasqualina’, ad esempio, è un piatto completo perché apporta una quota proteica, grazie alla ricotta e all’uovo, e una di fibre e vitamine, con gli spinaci”. Normalmente, una fetta di questa torta basterebbe per coprire un pasto, ma in questi giorni speciali si può tenerne conto per regolarsi sulle quantità delle altre portate.
Nel menù di Pasqua, via libera anche alle uova. “Sono un’ottima fonte di proteine, hanno un ridotto contenuto di grassi, poche calorie e sono molto digeribili”, dice la nutrizionista. “La futura mamma può mangiarne anche 3 a settimana e, dunque, se in questi giorni le incontriamo un po’ più spesso, anche come ingrediente di molte ricette, nulla osta purché siano ben cotte”.
Guardia alzata con i salumi
In generale, andrebbero consumati con grande moderazione, solo in modo occasionale. Per chi aspetta un bambino, poi, possono trasformarsi in un veicolo di infezioni, come la toxoplasmosi, se il toxo-test rivela che la futura mamma non è immune. In questo caso, come sempre, sono consentiti solo i salumi cotti, come mortadella e prosciutto cotto, e banditi quelli crudi. “Di norma, dobbiamo insospettirci di fronte a tutte le preparazioni morbide, a pasta grossa – in ogni regione hanno un nome diverso – e a base di maiale fresco: questi salumi non sono sufficientemente stagionati e, quindi, rimane il rischio toxoplasmosi”.
Carne: occhio al barbecue
Un altro tipico alimento del menù di Pasqua è la carne, agnello in primis: “La carne, di tutti i tipi, deve essere sempre cotta molto bene: non devono vedersi fili rossi, per intendersi, e la colorazione deve tendere al grigio”. D’altra parte, attenzione anche alle bruciature, possibili specialmente in caso di carne alla griglia, molto gettonata nelle scampagnate di Pasquetta: “Gli alimenti bruciati sono cancerogeni in generale e, se consumati durante la gravidanza, recano anche il rischio di essere teratogeni, cioè di esporre il feto al rischio di malformazioni”, avverte la dottoressa Rossi.
La colomba: in piccole dosi e meglio come spuntino
“Se pesiamo una fetta di colomba pasquale, è sorprendente quanto sia piccola una da 80 grammi, il peso massimo consigliato. Questa dose apporta già oltre 300 kcal”, avverte la nutrizionista. Pur senza pesare i nostri peccati di gola, teniamo conto di questa realtà: “Si tratta certamente di una concessione giusta, ma cerchiamo di non consumare la colomba, l’uovo e gli altri dolci pasquali a fine pasto”. La nutrizionista suggerisce “un trucco”: “In questi giorni particolari, si possono usare i dolci come spezza-fame: distanziarli un po’ dal pranzo o dalla cena, consumandoli come spuntino, per non appesantirsi ulteriormente al termine di un pranzo impegnativo”. In caso di diabete gestazionale, ovviamente, il consumo di dolci è limitatissimo (o proibito) e dunque sarà la ginecologa, o la dietista che segue la gravidanza, a guidare la futura mamma, caso per caso.
L’uovo di Pasqua: da consumare con parsimonia
Che sia al latte o fondente, sul fronte nutrizionale cambia poco: “È una ‘bomba’ di grassi e zuccheri, e dunque nutrizionalmente non desiderabile. Sul fronte calorico, quello al latte e quello fondente più o meno si equivalgono: il secondo contiene polifenoli, preziose molecole dalle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ma questo non ne giustifica un consumo eccessivo”, avverte l’esperta. Preziose fonti di queste sostanze sono anche frutta e verdura: meglio, quindi, farne scorta consumando questi alimenti. “L’uovo di Pasqua, e i dolci in generale, sono cibi voluttuari: non dobbiamo demonizzarli, certo, ma dobbiamo sempre tener presente che li mangiamo per quello, e che non ci portano benefici nutrizionali specifici se non il piacere di mangiarli, che pure è importante”, ricorda la nutrizionista.
Menù di Pasqua: i “rimedi” nei giorni successivi
“Compensare gli eccessi è sempre raccomandato”, suggerisce la nutrizionista. La prima arma a disposizione è quella di aumentare il movimento, possibilmente a ridosso dei pasti per contrastare il picco glicemico (anche in assenza di diabete gestazionale), sia nei giorni di festa sia in quelli successivi. Per rimediare agli eccessi pasquali, andrebbe anche incrementata la quota di fibre introdotta durante la giornata. “Si può aumentare il consumo di verdure, ad esempio, ricche di fibre solubili, quelle che l’organismo riesce meglio a utilizzare: questo aiuterà a controllare la glicemia e anche la colesterolemia. Inoltre, aumenterà il senso di sazietà e consentirà di controllare le calorie ingerite”, suggerisce la dottoressa Rossi.
Fonte https://www.dolceattesa.com/gravidanza/menu-di-pasqua-in-gravidanza-qualche-cautela-in-piu_alimentazione/
Colazione salata: sì, ma…
Una delle tradizioni pasquali più diffuse è quella di fare abbondanti colazioni salate. “Questo spesso finisce per ‘scalzare’ il latte, che invece è una preziosa fonte di calcio, al quale la donna incinta non dovrebbe rinunciare”, avverte Laura Rossi. Un altro “effetto collaterale” di questo tipo di colazione è che si finisce, appunto, per ingerire una quota di sale maggiore rispetto agli standard. “Per ‘limare’ quell’eccesso e aiutare l’organismo a drenare, la futura mamma dovrebbe bere ancora più acqua del solito”, raccomanda la nutrizionista. “L’aumento della pressione arteriosa, infatti, come è ben noto, è molto pericoloso in gravidanza”.
Torte rustiche, un buon compromesso
“Le torte salate, spesso presenti nel menù di Pasqua, oltre a essere gustose, sono tendenzialmente bilanciate e rappresentano quindi un buon compromesso nutrizionale. La classica ‘pasqualina’, ad esempio, è un piatto completo perché apporta una quota proteica, grazie alla ricotta e all’uovo, e una di fibre e vitamine, con gli spinaci”. Normalmente, una fetta di questa torta basterebbe per coprire un pasto, ma in questi giorni speciali si può tenerne conto per regolarsi sulle quantità delle altre portate.
Nel menù di Pasqua, via libera anche alle uova. “Sono un’ottima fonte di proteine, hanno un ridotto contenuto di grassi, poche calorie e sono molto digeribili”, dice la nutrizionista. “La futura mamma può mangiarne anche 3 a settimana e, dunque, se in questi giorni le incontriamo un po’ più spesso, anche come ingrediente di molte ricette, nulla osta purché siano ben cotte”.
Guardia alzata con i salumi
In generale, andrebbero consumati con grande moderazione, solo in modo occasionale. Per chi aspetta un bambino, poi, possono trasformarsi in un veicolo di infezioni, come la toxoplasmosi, se il toxo-test rivela che la futura mamma non è immune. In questo caso, come sempre, sono consentiti solo i salumi cotti, come mortadella e prosciutto cotto, e banditi quelli crudi. “Di norma, dobbiamo insospettirci di fronte a tutte le preparazioni morbide, a pasta grossa – in ogni regione hanno un nome diverso – e a base di maiale fresco: questi salumi non sono sufficientemente stagionati e, quindi, rimane il rischio toxoplasmosi”.
Carne: occhio al barbecue
Un altro tipico alimento del menù di Pasqua è la carne, agnello in primis: “La carne, di tutti i tipi, deve essere sempre cotta molto bene: non devono vedersi fili rossi, per intendersi, e la colorazione deve tendere al grigio”. D’altra parte, attenzione anche alle bruciature, possibili specialmente in caso di carne alla griglia, molto gettonata nelle scampagnate di Pasquetta: “Gli alimenti bruciati sono cancerogeni in generale e, se consumati durante la gravidanza, recano anche il rischio di essere teratogeni, cioè di esporre il feto al rischio di malformazioni”, avverte la dottoressa Rossi.
La colomba: in piccole dosi e meglio come spuntino
“Se pesiamo una fetta di colomba pasquale, è sorprendente quanto sia piccola una da 80 grammi, il peso massimo consigliato. Questa dose apporta già oltre 300 kcal”, avverte la nutrizionista. Pur senza pesare i nostri peccati di gola, teniamo conto di questa realtà: “Si tratta certamente di una concessione giusta, ma cerchiamo di non consumare la colomba, l’uovo e gli altri dolci pasquali a fine pasto”. La nutrizionista suggerisce “un trucco”: “In questi giorni particolari, si possono usare i dolci come spezza-fame: distanziarli un po’ dal pranzo o dalla cena, consumandoli come spuntino, per non appesantirsi ulteriormente al termine di un pranzo impegnativo”. In caso di diabete gestazionale, ovviamente, il consumo di dolci è limitatissimo (o proibito) e dunque sarà la ginecologa, o la dietista che segue la gravidanza, a guidare la futura mamma, caso per caso.
L’uovo di Pasqua: da consumare con parsimonia
Che sia al latte o fondente, sul fronte nutrizionale cambia poco: “È una ‘bomba’ di grassi e zuccheri, e dunque nutrizionalmente non desiderabile. Sul fronte calorico, quello al latte e quello fondente più o meno si equivalgono: il secondo contiene polifenoli, preziose molecole dalle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ma questo non ne giustifica un consumo eccessivo”, avverte l’esperta. Preziose fonti di queste sostanze sono anche frutta e verdura: meglio, quindi, farne scorta consumando questi alimenti. “L’uovo di Pasqua, e i dolci in generale, sono cibi voluttuari: non dobbiamo demonizzarli, certo, ma dobbiamo sempre tener presente che li mangiamo per quello, e che non ci portano benefici nutrizionali specifici se non il piacere di mangiarli, che pure è importante”, ricorda la nutrizionista.
Menù di Pasqua: i “rimedi” nei giorni successivi
“Compensare gli eccessi è sempre raccomandato”, suggerisce la nutrizionista. La prima arma a disposizione è quella di aumentare il movimento, possibilmente a ridosso dei pasti per contrastare il picco glicemico (anche in assenza di diabete gestazionale), sia nei giorni di festa sia in quelli successivi. Per rimediare agli eccessi pasquali, andrebbe anche incrementata la quota di fibre introdotta durante la giornata. “Si può aumentare il consumo di verdure, ad esempio, ricche di fibre solubili, quelle che l’organismo riesce meglio a utilizzare: questo aiuterà a controllare la glicemia e anche la colesterolemia. Inoltre, aumenterà il senso di sazietà e consentirà di controllare le calorie ingerite”, suggerisce la dottoressa Rossi.
Fonte https://www.dolceattesa.com/gravidanza/menu-di-pasqua-in-gravidanza-qualche-cautela-in-piu_alimentazione/
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