L’apporto inadeguato di iodio in gravidanza e il rischio di ritardo mentale nel nascituro sembra essere un dato appurato, imponendo la necessità di assimilazione delle necessarie quantità di questo elemento.
L’allarme in merito è stato lanciato da una fonte più che autorevole: l’American Academy of Pediatrics, che ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Pediatrics un invito a integrare con iodio l’alimentazione delle donne in attesa.
La carenza di iodio in gravidanza, può ostacolare il corretto sviluppo cerebrale del feto ed espone il bambino a una maggiore vulnerabilità ad alcuni inquinanti presenti nell’atmosfera.
Lo iodio, inoltre, come dimostrato da Rogan del National Institute of Environmental Health Sciences in North Carolina, è un elemento indispensabile per una adeguata produzione degli ormoni tiroidei, che in carenza, determina il quadro di ipotiroidismo.
I neonati che non vengono trattati per risolvere questa patologia possono sviluppare un grave ritardo nello sviluppo cognitivo e manifestando anche danni cerebrali permanenti.
Stando a quanto affermato dal ricercatore, l’integrazione giornaliera di iodio durante la gravidanza dovrebbe oscillare tra i 290 e i 1110 mg.
Per scongiurare i possibili rischi di un apporto inadeguato di iodio durante la gravidanza, le gestanti vegetariane o priva di latticini dovrebbero sottoporsi periodicamente, durante la gestazione, anche a un test delle urine.
La carenza di iodio in gravidanza, stando ai dati del ricercatore, sembra essere piuttosto diffusa.
Questa teoria, supportata anche da un analogo studio condotto presso l’Università del Surray, porta alla conclusione della necessità di una adeguata integrazione di iodio da somministrare durante la gravidanza.
I ricercatori inglesi hanno anche sottoposto alcuni bambini di 8 anni a un test del quoziente intellettivo e altri bambini di 9 anni a un test di lettura.
I risultati hanno evidenziato come i piccoli nati da donne che avevano accusato un apporto inadeguato di iodio in gravidanza avessero più probabilità di ottenere punteggi inferiori alla norma.
Naturalmente, maggiore è la carenza di iodio durante la gravidanza, maggiori sono i rischi che il bambino riporti danni intellettivi e neurologici.
Anche i dati dell’OMS sottolineano che circa 120 mila neonati presentano carenza di iodio e potrebbero andare incontro a ritardi fisici e mentali.
Questo vale, in particolar modo, per i Paesi mediterranei, Italia compresa, dove l’utilizzo del sale iodato rimane tuttora poco diffuso fra la popolazione.
Fatta salva la nostra raccomandazione, di non eccedere con il sale…
Fonti :
– Effect of inadequate iodine status in UK pregnant women on cognitive outcomes in their children: results from the Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC)
– Iodine Deficiency, Pollutant Chemicals, and the Thyroid: New Information on an Old Problem
L’allarme in merito è stato lanciato da una fonte più che autorevole: l’American Academy of Pediatrics, che ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Pediatrics un invito a integrare con iodio l’alimentazione delle donne in attesa.
La carenza di iodio in gravidanza, può ostacolare il corretto sviluppo cerebrale del feto ed espone il bambino a una maggiore vulnerabilità ad alcuni inquinanti presenti nell’atmosfera.
Lo iodio, inoltre, come dimostrato da Rogan del National Institute of Environmental Health Sciences in North Carolina, è un elemento indispensabile per una adeguata produzione degli ormoni tiroidei, che in carenza, determina il quadro di ipotiroidismo.
I neonati che non vengono trattati per risolvere questa patologia possono sviluppare un grave ritardo nello sviluppo cognitivo e manifestando anche danni cerebrali permanenti.
Stando a quanto affermato dal ricercatore, l’integrazione giornaliera di iodio durante la gravidanza dovrebbe oscillare tra i 290 e i 1110 mg.
Per scongiurare i possibili rischi di un apporto inadeguato di iodio durante la gravidanza, le gestanti vegetariane o priva di latticini dovrebbero sottoporsi periodicamente, durante la gestazione, anche a un test delle urine.
La carenza di iodio in gravidanza, stando ai dati del ricercatore, sembra essere piuttosto diffusa.
Questa teoria, supportata anche da un analogo studio condotto presso l’Università del Surray, porta alla conclusione della necessità di una adeguata integrazione di iodio da somministrare durante la gravidanza.
I ricercatori inglesi hanno anche sottoposto alcuni bambini di 8 anni a un test del quoziente intellettivo e altri bambini di 9 anni a un test di lettura.
I risultati hanno evidenziato come i piccoli nati da donne che avevano accusato un apporto inadeguato di iodio in gravidanza avessero più probabilità di ottenere punteggi inferiori alla norma.
Naturalmente, maggiore è la carenza di iodio durante la gravidanza, maggiori sono i rischi che il bambino riporti danni intellettivi e neurologici.
Anche i dati dell’OMS sottolineano che circa 120 mila neonati presentano carenza di iodio e potrebbero andare incontro a ritardi fisici e mentali.
Questo vale, in particolar modo, per i Paesi mediterranei, Italia compresa, dove l’utilizzo del sale iodato rimane tuttora poco diffuso fra la popolazione.
Fatta salva la nostra raccomandazione, di non eccedere con il sale…
Fonti :
– Effect of inadequate iodine status in UK pregnant women on cognitive outcomes in their children: results from the Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC)
– Iodine Deficiency, Pollutant Chemicals, and the Thyroid: New Information on an Old Problem
Nessun commento:
Posta un commento