
Il registro Ottilia è attivo dal gennaio del 2012 ed è di estrema importanza perché esiste una letteratura scientifica contrastante rispetto all’uso di farmaci anticoagulanti in donne incinte con quelle caratteristiche. E poiché sarebbe troppo difficile portare avanti uno studio randomizzato, “abbiamo scelto di raccogliere dati relativi all’attività clinica per poi valutarli e trarne degli elementi di confronto”, prosegue Grandone.
“Il dato che posso anticiparvi è uno ed è esemplificativo: dal nostro registro risulta ad oggi che gli anticoagulanti vengono somministrati a circa il 70 per cento delle donne con gravidanza a rischio”, spiega. E aggiunge: “Una cifra alta se si pensa che non esistono evidenze scientifiche che dimostrino che gli aborti spontanei precedenti fossero sempre associati a problematiche di coagulazione”.
Come a dire che a volte l’uso degli antitrombotici non sia del tutto motivato? “E’ ciò che vogliamo capire”.
Fonte https://www.insalutenews.it/in-salute/aspirina-in-gravidanza-quali-rischi-xxv-congresso-nazionale-siset/
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