La qualità dell’ovocita
Nuovo (relativamente) è l’approccio dato al tema dalla nutrigenomica, ovvero la scienza che indaga le correlazioni tra gli alimenti e le modifiche del DNA. «La domanda che ci si pone è: ciò che mettiamo in tavola può arrivare a provocare un cambiamento genetico? Se sì, in quale misura questo avviene?», si chiede Jemec. «Di fatto questo approccio apre alla medicina della riproduzione un nuovo scenario: per avere una gravidanza, o un successo in un trattamento di procreazione assista, fondamentale è la qualità dell’ovocita. Quindi, che sia sano e non abbia alcuna alterazione cromosomica. Alcuni recenti ricerche stanno confermando che la direzione degli studi parrebbe corretta. E, considerando anche il fatto che l’ovulo inizia a maturare due mesi prima del prelievo, l’alimentazione assume un ruolo importante all’interno del contesto della fertilità».
Ambiente e stili di vita
Dalla nutrizione agli aspetti ambientali, il passo è breve. «Sono sempre più gli studi che mettono in correlazione i fattori ambientali, quali ad esempio inquinamento e microplastiche, con la capacità riproduttiva, arrivando in alcuni casi persino a individuare conseguenze che si manifestano nella seconda generazione». Conclude: «Siamo convinti che la genetica possa aiutare ancora molto la fertilità. E in questa direzione continuiamo a muoverci per mettere al servizio delle coppie che sono alla ricerca di un figlio terapie moderne e soluzioni all’avanguardia». La raccomandazione per quante sono alla ricerca d una gravidanza è sempre valida: «Seguire stili di vita sani, a partire dall’alimentazione».
Fonte https://www.barilive.it/news/contenuti-suggeriti/767683/fertilita-e-alimentazione-un-binomio-sempre-piu-forte
Nessun commento:
Posta un commento