Ogni anno nel mondo nascono 15 milioni di bambini prematuri. Se le donne assumessero durante la gravidanza integratori di omega 3, quel numero potrebbe essere notevolmente ridotto. È quanto suggerisce una nuova review Cochrane condotta in collaborazione con i ricercatori del South Australian Health and Medical Research Institute (Sahmri).
Gli scienziati hanno analizzato 70 trial clinici randomizzati che valutavano gli effetti sul feto dei due tipi di acidi grassi omega 3, l’eicosapentaenoico (Epa) e il docosaesaenoico (Dha).
E hanno scoperto che le donne incinte che aumentano il consumo giornaliero del cosiddetto olio di pesce riducono le probabilità di partorire troppo presto.
Più precisamente: grazie agli omega 3, si riduce dell’11 per cento il rischio di avere un parto pre-termine (nato prima della 37esima settimana), del 42 per cento quello di avere un bambino prematuro (nato prima delle 34 settimane) e del 10 per cento di avere un figlio sottopeso (inferiore a 2500 grammi).
Gli omega 3 fanno veramente la differenza come dimostrano i numeri assoluti. Senza integratori si hanno 134 nascite prima della 37esima settimana ogni 1000, con gli integratori si passa a 119 ogni 1000. L’assunzione quotidiana di olio di pesce in gravidanza permette di passare da 46 neonati prematuri (prima della 34esima settimana) ogni 1000 nascite a 27 ogni 1000.
La review Cochrane appena pubblicata è l’aggiornamento di un’indagine analoga condotta nel 2006. Allora però non erano emersi dati sufficienti a sostegno dei benefici dell’assunzione di olio di pesce in gravidanza. In dieci anni la ricerca ha prodotto prove nuove e convincenti sugli effetti postivi degli integratori.
«In definitiva, speriamo che questa review - ha dichiarato Philippa Middleton della Cochrane Pregnancy and Childbirth e del Sahmri - contribuisca a dimostrare con prove evidenti che abbiamo bisogno di ridurre le nascite premature, che continuano a essere uno dei problemi di salute materna e infantile più urgenti e senza soluzione in tutti i paesi del mondo».
Qual è la dose di omega 3 che le donne incinte dovrebbero assumere per allontanare le probabilità di un parto anticipato?
«È difficile ottenere la quantità raccomandata di omega-3 esclusivamente dal cibo - scrivono i ricercatori - a meno che non si mangi regolarmente pesce grasso, come salmone, sardine o sgombri.
Per ottenere la quantità raccomandata di Dha dal salmone, è necessario consumare almeno 2 grandi portate (150 g) di salmone ogni settimana o 3 porzioni più piccole (100 g) di salmone ogni settimana».
Gli scienziati australiani consigliano piuttosto alle donne in attesa di un figlio di cominciare ad assumere integratori di omega 3 Dha e Epa ogni giorno a partire dalla 12esima settimana in dosi di almeno 500 mg al giorno. Non serve esagerare: quantità superiori ai 1000 grammi giornalieri non procurano maggiori benefici al nascituro. Bisogna assicurarsi che il prodotto in vendita contenga le dosi necessarie a prevenire le nascite premature. Dopo il parto si può sospendere l’assunzione degli integratori.
«Non esistono molte possibilità di prevenire le nascite premature - dice Middleton - quindi questi nuovi risultati sono molto importanti per le donne incinte, i bambini e il personale sanitario che si prende cura di loro. Non conosciamo ancora le cause dei parti prematuri, quindi prevedere e prevenire le nascite premature è sempre stata una sfida.
È uno dei motivi per cui gli integratori di omega 3 in gravidanza sono di così elevato interesse per i ricercatori di tutto il mondo».
Fonte http://www.healthdesk.it/prevenzione/omega-3-gravidanza-prevenire-parto-prematuro
Gli scienziati hanno analizzato 70 trial clinici randomizzati che valutavano gli effetti sul feto dei due tipi di acidi grassi omega 3, l’eicosapentaenoico (Epa) e il docosaesaenoico (Dha).
E hanno scoperto che le donne incinte che aumentano il consumo giornaliero del cosiddetto olio di pesce riducono le probabilità di partorire troppo presto.
Più precisamente: grazie agli omega 3, si riduce dell’11 per cento il rischio di avere un parto pre-termine (nato prima della 37esima settimana), del 42 per cento quello di avere un bambino prematuro (nato prima delle 34 settimane) e del 10 per cento di avere un figlio sottopeso (inferiore a 2500 grammi).
Gli omega 3 fanno veramente la differenza come dimostrano i numeri assoluti. Senza integratori si hanno 134 nascite prima della 37esima settimana ogni 1000, con gli integratori si passa a 119 ogni 1000. L’assunzione quotidiana di olio di pesce in gravidanza permette di passare da 46 neonati prematuri (prima della 34esima settimana) ogni 1000 nascite a 27 ogni 1000.
La review Cochrane appena pubblicata è l’aggiornamento di un’indagine analoga condotta nel 2006. Allora però non erano emersi dati sufficienti a sostegno dei benefici dell’assunzione di olio di pesce in gravidanza. In dieci anni la ricerca ha prodotto prove nuove e convincenti sugli effetti postivi degli integratori.
«In definitiva, speriamo che questa review - ha dichiarato Philippa Middleton della Cochrane Pregnancy and Childbirth e del Sahmri - contribuisca a dimostrare con prove evidenti che abbiamo bisogno di ridurre le nascite premature, che continuano a essere uno dei problemi di salute materna e infantile più urgenti e senza soluzione in tutti i paesi del mondo».
Qual è la dose di omega 3 che le donne incinte dovrebbero assumere per allontanare le probabilità di un parto anticipato?
«È difficile ottenere la quantità raccomandata di omega-3 esclusivamente dal cibo - scrivono i ricercatori - a meno che non si mangi regolarmente pesce grasso, come salmone, sardine o sgombri.
Per ottenere la quantità raccomandata di Dha dal salmone, è necessario consumare almeno 2 grandi portate (150 g) di salmone ogni settimana o 3 porzioni più piccole (100 g) di salmone ogni settimana».
Gli scienziati australiani consigliano piuttosto alle donne in attesa di un figlio di cominciare ad assumere integratori di omega 3 Dha e Epa ogni giorno a partire dalla 12esima settimana in dosi di almeno 500 mg al giorno. Non serve esagerare: quantità superiori ai 1000 grammi giornalieri non procurano maggiori benefici al nascituro. Bisogna assicurarsi che il prodotto in vendita contenga le dosi necessarie a prevenire le nascite premature. Dopo il parto si può sospendere l’assunzione degli integratori.
«Non esistono molte possibilità di prevenire le nascite premature - dice Middleton - quindi questi nuovi risultati sono molto importanti per le donne incinte, i bambini e il personale sanitario che si prende cura di loro. Non conosciamo ancora le cause dei parti prematuri, quindi prevedere e prevenire le nascite premature è sempre stata una sfida.
È uno dei motivi per cui gli integratori di omega 3 in gravidanza sono di così elevato interesse per i ricercatori di tutto il mondo».
Fonte http://www.healthdesk.it/prevenzione/omega-3-gravidanza-prevenire-parto-prematuro
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