martedì 11 luglio 2017

Gravidanza, occhio alla tiroide: i rischi sul feto

Gravidanza, occhio alla tiroide: i rischi sul feto

Картинки по запросу gravidanza e tiroide       La gravidanza ha un profondo impatto sulla tiroide e le sue funzioni. Durante i nove mesi di gestazione aumenta la richiesta di iodio e di ormoni tiroidei di circa il 50% in relazione alle modifiche fisiologiche del metabolismo dello iodio e degli ormoni tiroidei correlate allo stato gestazionale e alla richiesta di ormoni tiroidei da parte del feto in crescita. Per far fronte a tali esigenze è necessario che la quantità di iodio presente nella dieta sia ottimale e la ghiandola tiroidea sia efficiente. Pertanto, in gravidanza è importante saper riconoscere precocemente le donne con ridotta riserva tiroidea e mettere in atto le misure di correzione dell’ipotiroidismo materno che consistono nell'aumentare l'introito di iodio ed eventualmente somministrare l'ormone tiroideo. E' la raccomandazione arrivata dagli esperti riuniti a Milano in occasione del Clinical Update in Endocrinologia e Metabolismo-Cuem.

       "La tiroide è ancora trascurata dai controlli in gravidanza – ha spiegato Andrea Giustina Full Endocrinology Professor all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – a causa della aumentata richiesta di ormoni tiroidei da parte del feto, è necessario un aumentato apporto di iodio alimentare. Nelle aree di carenza da lieve a moderata, la quantità di iodio utilizzato dalla ghiandola tiroidea diminuisce gradualmente ma inesorabilmente dal primo al terzo trimestre, a causa di un’aumentata escrezione renale. Infatti in gravidanza il fabbisogno di iodio aumenta dai canonici 150 microgrammi al dì a 250 microgrammi. Lo stesso fabbisogno è richiesto dalla donna durante l’allattamento per compensare le perdite renali e soddisfare le aumentate esigenze materne e neonatali".

       "Una carenza severa di iodio – ha chiarito il professore – è stata associata ad un aumento della prevalenza di gozzo nella madre. Livelli normali di ormoni tiroidei sono essenziali per la crescita dei neuroni, la mielinizzazione delle vie nervose e numerosi cambiamenti strutturali del cervello fetale. E' importante ricordare che lo sviluppo neurologico fetale inizia intorno alla ottava settimana di gestazione, mentre fino alla 12 settimana di gestazione il feto non è in grado di produrre autonomamente gli ormoni tiroidei; pertanto, in questa fase lo sviluppo neurologico fetale dipende completamente dal rifornimento di ormoni tiroidei materni. Quando la carenza di iodio è persistente, anche la ghiandola tiroidea fetale avrà difficoltà a produrre una quantità adeguata di ormoni tiroidei e le conseguenze neurologiche possono essere anche severe configurandosi quello che in passato veniva descritto come "cretinismo endemico" vale a dire il severo deficit intellettivo conseguente all'ipotiroidismo congenito associato al severo deficit di iodio. Queste forme oggi sono per fortuna molto meno frequenti, ma studi clinici hanno suggerito che un ipotiroidismo materno-fetale anche lieve può comportare un difetto intellettivo del bambino durante l'età scolare".


Fonte http://www.today.it/donna/amore-psiche/gravidanza-tiroide-rischi.html


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