Le lampade solari in gravidanza hanno delle controindicazioni tanto che, oltre al divieto ai minori di 18 anni, la legge italiana ha imposto di aggiornare la possibilità del loro utilizzo anche alle donne nei 9 mesi di gestazione. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato questi dispositivi come cancerogeni, ma i danni coinvolgono la pelle anche con un invecchiamento precoce, gli occhi con infiammazioni e il sistema immunitario con una sua riduzione o addirittura soppressione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da anni segnala che l’esposizione a dosi eccessive di raggi Uva aumenta in modo esponenziale la probabilità di sviluppare un tumore cutaneo, fra cui il melanoma. Ogni anno negli Usa, Europa e Australia vengono diagnosticati oltre 450mila casi di tumore della pelle con un innalzamento dei casi a causa di radiazioni ultraviolette a scopi cosmetici.
Brasile e Australia hanno vietato i lettini commerciali, mentre Stati Uniti, Inghilterra prima, e in seguito l’Italia dal 2011, hanno immesso il divieto di utilizzo delle lampade abbronzanti oltre che per i minori di 18 anni anche per le donne in gravidanza.
Le caratteristiche tecniche e le modalità di utilizzo delle apparecchiature abbronzanti sono state quindi da allora aggiornate.
Il decreto della Gazzetta Ufficiale spiega che “L’irradiazione di raggi ultravioletti non può essere somministrata oltre che alle minorenni, a donne in stato di gravidanza, persone che soffrono o hanno sofferto di neoplasie acute e persone che non si abbronzano o che si scottano facilmente al sole.”
Come funzionano le lampade abbronzanti e perchè fanno male
La luce solare è formata da ultravioletti A, B, luce visibile e raggi infrarossi rispetto ai quali la pelle si protegge mettendo in atto un ispessimento della parte esterna dell’epidermide e poi con una produzione massiccia di melanina.
Le lampade solari invece emettono solo ultravioletti A e in questo caso la pelle non si ispessisce e la melanina si forma solo in uno strato sottile.
Nel caso dell’abbronzatura naturale abbiamo quindi un’azione protettiva, mentre nel caso di quella artificiale no, nonostante l’apparente colorito sia quasi il medesimo.
Non sono stati accertati rischi per il feto se la futura mamma si sottopone a sedute abbronzanti, ma sono comunque da evitare poichè durante i 9 mesi la grande quantità di estrogeni può determinare il cloasma (o melasma) gravidico, l’inestetismo che si manifesta con chiazze scure sul viso fino a formare una vera e propria maschera.
Inoltre le sedute abbronzanti di docce e lettini possono provocare un abbassamento della pressione del sangue con un conseguente malessere da parte della donna e una possibile perdita dei sensi.
Il calore delle lampade abbronzanti induce anche a una dilatazione dei capillari sanguigni che può portare all’aumento del prurito gravidico, un disturbo tipico della gravidanza.
Sbagliano anche le future mamme che prima di andare al mare si sottopongono a sedute di lampade abbronzanti pensando di preparare la pelle al sole e di proteggerla. La tintarella artificiale non prepara l’epidermide ma la danneggia ancora di più di quella del sole.
Da segnalare poi che i raggi UVA, come quelli UVB, abbattono l’acido folico, la vitamina essenziale in gravidanza che protegge il feto contro numerose malformazioni e difetti.
Vediamo anche altre controindicazioni delle lampade solari:
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da anni segnala che l’esposizione a dosi eccessive di raggi Uva aumenta in modo esponenziale la probabilità di sviluppare un tumore cutaneo, fra cui il melanoma. Ogni anno negli Usa, Europa e Australia vengono diagnosticati oltre 450mila casi di tumore della pelle con un innalzamento dei casi a causa di radiazioni ultraviolette a scopi cosmetici.
Brasile e Australia hanno vietato i lettini commerciali, mentre Stati Uniti, Inghilterra prima, e in seguito l’Italia dal 2011, hanno immesso il divieto di utilizzo delle lampade abbronzanti oltre che per i minori di 18 anni anche per le donne in gravidanza.
Le caratteristiche tecniche e le modalità di utilizzo delle apparecchiature abbronzanti sono state quindi da allora aggiornate.
Il decreto della Gazzetta Ufficiale spiega che “L’irradiazione di raggi ultravioletti non può essere somministrata oltre che alle minorenni, a donne in stato di gravidanza, persone che soffrono o hanno sofferto di neoplasie acute e persone che non si abbronzano o che si scottano facilmente al sole.”
Come funzionano le lampade abbronzanti e perchè fanno male
La luce solare è formata da ultravioletti A, B, luce visibile e raggi infrarossi rispetto ai quali la pelle si protegge mettendo in atto un ispessimento della parte esterna dell’epidermide e poi con una produzione massiccia di melanina.
Le lampade solari invece emettono solo ultravioletti A e in questo caso la pelle non si ispessisce e la melanina si forma solo in uno strato sottile.
Nel caso dell’abbronzatura naturale abbiamo quindi un’azione protettiva, mentre nel caso di quella artificiale no, nonostante l’apparente colorito sia quasi il medesimo.
Non sono stati accertati rischi per il feto se la futura mamma si sottopone a sedute abbronzanti, ma sono comunque da evitare poichè durante i 9 mesi la grande quantità di estrogeni può determinare il cloasma (o melasma) gravidico, l’inestetismo che si manifesta con chiazze scure sul viso fino a formare una vera e propria maschera.
Inoltre le sedute abbronzanti di docce e lettini possono provocare un abbassamento della pressione del sangue con un conseguente malessere da parte della donna e una possibile perdita dei sensi.
Il calore delle lampade abbronzanti induce anche a una dilatazione dei capillari sanguigni che può portare all’aumento del prurito gravidico, un disturbo tipico della gravidanza.
Sbagliano anche le future mamme che prima di andare al mare si sottopongono a sedute di lampade abbronzanti pensando di preparare la pelle al sole e di proteggerla. La tintarella artificiale non prepara l’epidermide ma la danneggia ancora di più di quella del sole.
Da segnalare poi che i raggi UVA, come quelli UVB, abbattono l’acido folico, la vitamina essenziale in gravidanza che protegge il feto contro numerose malformazioni e difetti.
Vediamo anche altre controindicazioni delle lampade solari:
- i raggi UVA possono attaccare il DNA delle cellule attraverso la produzione di radicali liberi, accelerando il fotoinvecchiamento e la formazione di rughe, macchie e perdita di elasticità dell’epidermide
- l’esposizione in tempi brevi delle sedute abbronzanti concentra in modo innaturale la quantità di radiazioni UVA
- la ventilazione delle lampade abbronzanti non permettono di far percepire l’esagerazione dell’esposizione
- la pelle ha necessità di periodi di riposo che permettano di dare atto ai meccanismi di riparazione di rigenerare la pelle
- le radiazioni UV possono portare a infiammazioni e irritazioni acute anche a lungo termine
Ma il problema più grave rimane quello che i sistemi abbronzanti artificiali aumentano il rischio di avere tumori cutanei, tra cui il melanoma, il più aggressivo, che in Italia viene diagnosticato ogni anno a 2.850 donne, numero raddoppiato negli ultimi 10 anni.
Fonte http://mamma.pourfemme.it/articolo/lampade-solari-in-gravidanza-i-rischi-e-le-controindicazioni/37217/
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