Uno studio condotto dall’University College London sembra, infatti, aver individuato il nesso tra le abitudini serali e la capacità dei bambini di tenere alta la concentrazione a scuola, conseguendo così migliori risultati scolastici.
Il segreto delle migliori prestazioni nello studio dei più piccoli, quindi, andrebbe proprio ricercato nella capacità dei genitori di mettere a letto i propri bambini sempre alla stessa ora: una regola d’oro che i nostri nonni conoscevano da tempo, ma che sembra essersi ormai persa.
Lo studio, reso noto dal Journal of Epidemiology and Community Health – rivista medico-scientifica di rilevanza internazionale – è stato condotto su un campione di ben 11.000 bambini, di età compresa tra i 3 e i 7 anni.
Sottoposti a una serie di test, i piccoli hanno dimostrato una maggiore capacità di concentrazione e migliori performance quando la loro routine serale era caratterizzata da regolarità.
Il motivo di questo legame tra sonno regolare e concentrazione - come spiegano gli stessi autori della ricerca – sarebbe da ricercare in un migliore sviluppo cerebrale.
Andare a letto presto e sempre alla stessa ora, infatti, avrebbe l’effetto di aiutare il cervello a elaborare meglio le informazioni immagazzinate durante il giorno, consentendo quindi al cervello un più pieno sviluppo delle sue capacità.
Un sonno insufficiente o irregolare, viceversa, avrebbe l’effetto di ostacolare il cervello del bambino in questa sua naturale funzione, osteggiando i naturali ritmi biologici.
Le conseguenze delle cattive abitudini serali, inoltre, sarebbero anche più negative per i bambini più piccoli, più inclini ad avere bisogno di sonno regolare per assecondare i ritmi del proprio organismo.
Ma quali sono le ragioni per le quali le sane abitudini di sonno sono andate sempre più perdendosi nel tempo?
Andare a letto a orari regolari è una necessità di cui da sempre si intuisce l’importanza.
Eppure, dietro la trasgressione di questa semplice ma salutare regola si nascondono molto spesso le esigenze dei genitori.
Spesso si tratta di lavoratori costretti a ritmi frenetici, che – non riuscendo durante la giornata a passare del tempo con i propri figli – cercano di recuperare protraendo fino a tardi l’orario della veglia.
Eppure, proprio per il bene dei più piccoli, occorre sforzarsi di rispettare la regolarità dei ritmi quotidiani, fornendo ai propri bambini delle abitudini salutari e rassicuranti.
I bambini, infatti, costruiscono il proprio equilibrio e la propria serenità solo in un contesto sul quale possono fare riferimento con sicurezza, e su orari prestabiliti che assecondano le proprie esigenze fisiologiche.
Fonti Time for bed: associations with cognitive performance in 7-year-old children: a longitudinal population-based study. Yvonne Kelly, John Kelly, Amanda Sacker
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