lunedì 8 maggio 2017

Fecondazione assistita, il 2016 anno dei record

         La procreazione medicalmente assistita cresce alla Casa di cura Città di Udine, a tal punto che è diventata la seconda specialità della chirurgia senza ricovero. Dopo l’oculistica, che nel corso del 2016 ha contato 1.927 interventi, è la fecondazione artificiale a rappresentare l’attività più ricorrente: ben 948 gli interventi per prelievo degli ovociti, trasferimento di embrioni in utero e altri interventi inerenti la procreazione medicalmente assistita. Segue l’ortopedia con 795 pazienti operati.
         Complessivamente sono stati effettuati quasi 7.000 interventi chirurgici, circa il 10% in più rispetto all’anno precedente. Di questi, 3.722 rappresentano interventi in chirurgia ambulatoriale, applicata per un’ampia casistica, dalla cataratta alla chirurgia della mano, passando per i numeri importanti del tunnel carpale.
         Ammonta invece a 3.204 il numero di interventi per i quali i protocolli prevedono il ricovero: ordinario, come nel caso delle protesi e della chirurgia dell’apparato digerente; oppure in day surgery (con degenza limitata a poche ore) per isteroscopie operative, chirurgia vascolare, ortopedia, ginecologia, chirurgia generale e urologia, che si dividono la casistica. La tendenza, laddove è possibile, è comunque quella di contrarre la durata del ricovero.
         In ogni settore crescono i numeri dell’attività alla Casa di Cura Città di Udine, la più grande struttura sanitaria privata accreditata operante in Regione, con il Polo 1 nella sede “storica” di Viale Venezia, il nuovo Polo 2 di Via Joppi e i quattro punti prelievo (uno a Udine, due a Trieste, uno a Gorizia).
         Circa il 10% dell’attività complessiva viene svolta in privato; nell’ambulatoriale si arriva a una media di più del 30%, e in questo caso aumentano gli accessi mediante convenzioni private o fondi integrativi, spesso previsti dai contratti di lavoro. La restante parte è rappresentata dalle prestazioni erogate per conto del Servizio sanitario, che si avvale dei privati accreditati per completare l’offerta pubblica di visite, interventi e accertamenti diagnostici necessari a far fronte ai bisogni di salute dei cittadini.
         In rapida ascesa l’attività dell’oculistica, diretta dal Paolo Brusini con la sua équipe, che in un anno ha erogato 14.000 prestazioni: dalla normale visita di controllo, fino alla Tac dell’occhio, la topografia corneale, la determinazione del campo visivo e gli interventi chirurgici, che a volte richiedono il ricovero.
         Fra gli interventi più richiesti c’è la chirurgia della cataratta e il trattamento, a vari livelli, del glaucoma. Il dottor Brusini, in particolare, è uno dei pochissimi specialisti, in Italia a trattare il glaucoma con la canaloplastica. Il dottor Giuseppe Migliorati si occupa invece, oltre che di cataratta, di patologie della retina. Operativo anche un “Centro Cornea”.
         In espansione anche la diagnostica per immagini, per far fronte alle crescenti necessità del territorio: 73.000 indagini nel 2016, tra risonanze magnetiche (più di 8.000 esami), ecografie (più di 9.300), radiologia tradizionale, senologia (più di 6.300 mammografie, oltre alle ecografie e ai prelievi a guida ecografica).
         Le quasi 66.000 prestazioni, tra visite fisiatriche e cicli di terapia, attestano l’attivazione a pieno regime del Centro ospitato al Polo 2 di Via Joppi, dove lavorano fisiatri e una nutrita équipe di venti fisioterapisti.
         «Presto – annuncia l’amministratore delegato Claudio Riccobon – trasferiremo nella nuova area chirurgica del Polo 2 quasi tutti gli interventi ambulatoriali, oculistica e ortopedia in primis, recependo così i nuovi indirizzi che prevedono percorsi organizzativi specifici per questa particolare tipologia di assistenza.
         Si tratta, infatti, di condensare in poche ore un’assistenza ad alto contenuto di qualità e sicurezza e garantire tutta la continuità che una struttura deve assicurare al paziente e ai suoi familiari. Passare dal regime di ricovero, anche breve, a quello ambulatoriale – constata – richiede una complessità diversa ma non inferiore rispetto agli standard previsti per le degenze».

Fonte http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2017/04/21/news/fecondazione-assistita-il-2016-anno-dei-record-1.15227889

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