domenica 23 aprile 2017

SOS carie: rischio di trasmettere il virus già in dolce attesa

SOS carie: rischio di trasmettere il virus già in dolce attesa
      Con la consulenza della professoressa Raffaella Docimo, Direttore della Cattedra di Odontoiatria Pediatrica Università e neo Presidente e del Corso di Laurea Igiene Dentale Università Tor Vergata Roma, Responsabile Odontoiatria Pediatrica Ospedale Fatebenefratelli – Isola Tiberina (Roma).

      Che la carie sia una problematica piuttosto diffusa tra bambini è cosa nota. Basti pensare che colpisce più del 20 percento dei piccoli tra i due e i cinque anni. Secondo i dati del Ministero della Salute, a 12 anni la percentuale aumenta fino a sfiorare il 40 percento, mentre si arriva all’80 percento in età adulta. La prevenzione inizia dalla nascita e ancor prima durante il periodo della gestazione. “La gravidanza è una fase molto particolare per la donna e il bambino”, spiega la professoressa Raffaella Docimo, specialista in odontoiatria pediatrica, “i cambiamenti fisiologici possono influire non solo sulla salute orale della mamma, ma compromettere anche quella del nascituro. Pertanto, la colonizzazione delle superfici orali da parte di colonie batteriche cariogene si può verificare dal momento della nascita, anche se quella più significativa si manifesta dopo i primi dentini. Quanto più è elevata nella mamma la concentrazione di Streptococco mutans (batterio responsabile della carie), tanto maggiore è il rischio di trasmissione al figlio”.

Prevenzione
      Ancora oggi, la somministrazione del fluoro in dolce attesa per evitare il proliferare della carne è un argomento molto discusso tra gli esperti. Di contro, la ricerca si sta focalizzando sul ruolo della vitamina D. Sembra infatti che la sua carenza in gestazione possa essere causa di sviluppo di carie durante il primo anno di vita del bambino. In generale, le donne incinta dovrebbero seguire alcune semplici regole di igiene di vita:
  • Prestare attenzione alla salute dei denti e di conseguenza all’alimentazione. 
  • Dopo eventuali episodi di vomito effettuare risciacqui con acqua addizionata da un cucchiaino di bicarbonato di sodio, per neutralizzare l’acidità della zona orale, responsabile di erosione dentale. 
  • Masticare chewing-gum senza zucchero dopo avere mangiato.
  • Sottoporsi a controlli odontoiatrici periodici e documentarsi sui protocolli di prevenzione per il piccolo.

Il bambino e il dentista
      “È consigliabile che la prima visita sia effettuata nell’arco del primo anno di vita”, prosegue la professoressa Docimo, già presidente Sioi (Società Italiana Odontoiatria Infantile), “anche se non sono ancora presenti i primi denti da latte. Questo sarà un momento molto importante, per informare e sensibilizzare i genitori, correggendo possibili scorrete abitudini, come il ciuccio con il miele, i biberon notturni, e istruendo sulle manovre di igiene orale che devono iniziare con la detersione delle arcate ancora prive di denti, tramite una garzina inumidita e particolari guanti in microfibra”.

Igiene ad hoc
      In modo graduale, sotto il controllo vigile di un adulto e sotto forma di gioco, si deve introdurre l’uso dello spazzolino, un’operazione che il bambino riuscirà a fare in completa autonomia a partire dai cinque anni, in rapporto al suo grado di maturazione. Il dentifricio deve essere al fluoro, con una concentrazione adeguata in base all’età. Il fluoro topico, veicolato attraverso il dentifricio, è fondamentale per la sua azione mineralizzante ed è il miglior presidio per la prevenzione della carie. Sul fronte quantità, nei primi anni, è sufficiente una dose pari alla grandezza di una lenticchia, per evitare un’ingestione involontaria. “Ricordiamo che la carie, quando non curata”, conclude la professoressa Docimo, “può alterare la masticazione, l’accrescimento delle arcate dentarie, l’articolazione del linguaggio e la perdita precoce degli elementi dentari. Non sono da sottovalutare gli effetti sul piano psicologico, dovuti alla compromissione della salute della bocca e dei denti, che incidono negativamente sulla percezione estetica di sé e nei rapporti di relazione con gli altri bambini”.   

Di Simona Lovati

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