Per decenni la donna ha lottato per emanciparsi, ottenendo nel 1946 il diritto di voto e negli anni 70 il diritto ad un salario equo, al divorzio e alla tutela della maternità (che prevedesse sostegno e assistenza pubblica e gratuita, oltre alla possibilità di abortire legalmente). Negli anni 90 si cercò di riorganizzare il lavoro per non penalizzare la figura della donna che divisa tra famiglia e carriera non poteva accedere alle condizioni migliori offerte all’universo maschile. Purtroppo, nonostante il passaggio al millennio successivo, la condizione non è migliorata o si può, certamente, affermare che è peggiorata rispetto alle aspettative.
Il rapporto quinquennale della Piattaforma d’azione di Pechino, 2009-2014, che è stato presentato presentato all’ONU, non fa emergere un quadro chiaro della condizione reale della donna italiana, è quello che sostiene Simona Lanzoni, vicepresidente di Fondazione Pangea Onlus, che ha redatto un rapporto ombra alternativo dove si evidenzia la violazione dei diritti fondamentali delle donne. La conferenza mondiale di Pechino del 1995 stabilì di verificare ogni 5 anni l’attuazione del programma d’azione dei paesi sottoscrittori, per cui ogni cinque anni i Paesi devono stilare un rapporto dove si evidenziano i passi in avanti. La conferenza del 95 pose le donne su di un piano di parità esistenziale nei confronti degli uomini, individuando diversi punti critici da monitorare per migliorare la condizione femminile, quali:
– Donne e povertà
– Istruzione e formazione delle donne
– Donne e salute
– La violenza contro le donne
– Donne e conflitti armati
– Donne ed economia
– Donne, potere e processi decisionali
– Meccanismi istituzionali per favorire il progresso delle donne
– Diritti fondamentali delle donne
– Donne e media
– Donne e ambiente
Complice la crisi, la donna ha subito un aggravamento della qualità di vita e di lavoro, con discriminazioni sociali che giungono al culmine con i fenomeni di femminicidio, aumentati esponenzialmente negli ultimi anni, segno di una conclamata violenza contro le donne difficile da estirpare da una società che pensa al maschile. La piattaforma italiana, rappresentata dalla onlus Pangea, che ha raccolto i dati provenienti dalle organizzazioni dei diritti, dalle associazioni delle donne, da vari coordinamenti sarà presente alla 59esima sessione della Commissione sulla condizione femminile nel mondo che si terrà a New York per fare il punto sulla condizione femminile nel mondo. “Ultimamente si sono registrati passi in avanti, seguendo un trend internazionale e si è scelto di coinvolgere maggiormente le donne in politica. È cresciuta la percentuale femminile tra i parlamentari”, afferma la Lanzoni. “Sono state nominate diverse donne ai vertici di aziende pubbliche e parapubbliche anche importanti ed è aumentata la presenza femminile nei CDA di aziende quotate in borsa. Tutto questo però non migliora le condizioni di vita delle donne in Italia”.
Mancano ancora, in Italia, politiche adeguate che riconoscano e garantiscano la dignità e i bisogni delle donne, a partire dall’inserimento nel mondo del lavoro che è ancora minato da diseguaglianze di pari opportunità che costringono le donne a scegliere tra accudire la famiglia o lavorare, come pure un diritto all’assistenza sanitaria che presenta molti cedimenti, a conferma di ciò la diminuzione della speranza di vita che si sta sempre più eguagliando a quella degli uomini. Molto si è ottenuto rispetto al secolo scorso, le donne hanno diritto di voto, godono di maggior libertà, hanno accesso alla cultura, possono svolgere funzioni importanti anche a livello politico, ma tanto resta da fare .
Fonte Bibliografica: Rapporto sull’attuazione della Piattaforma d’Azione di Pechino Rilevazione quinquennale: 2009-2014 Cosa veramente è stato fatto in Italia PDF
Il rapporto quinquennale della Piattaforma d’azione di Pechino, 2009-2014, che è stato presentato presentato all’ONU, non fa emergere un quadro chiaro della condizione reale della donna italiana, è quello che sostiene Simona Lanzoni, vicepresidente di Fondazione Pangea Onlus, che ha redatto un rapporto ombra alternativo dove si evidenzia la violazione dei diritti fondamentali delle donne. La conferenza mondiale di Pechino del 1995 stabilì di verificare ogni 5 anni l’attuazione del programma d’azione dei paesi sottoscrittori, per cui ogni cinque anni i Paesi devono stilare un rapporto dove si evidenziano i passi in avanti. La conferenza del 95 pose le donne su di un piano di parità esistenziale nei confronti degli uomini, individuando diversi punti critici da monitorare per migliorare la condizione femminile, quali:
– Donne e povertà
– Istruzione e formazione delle donne
– Donne e salute
– La violenza contro le donne
– Donne e conflitti armati
– Donne ed economia
– Donne, potere e processi decisionali
– Meccanismi istituzionali per favorire il progresso delle donne
– Diritti fondamentali delle donne
– Donne e media
– Donne e ambiente
Complice la crisi, la donna ha subito un aggravamento della qualità di vita e di lavoro, con discriminazioni sociali che giungono al culmine con i fenomeni di femminicidio, aumentati esponenzialmente negli ultimi anni, segno di una conclamata violenza contro le donne difficile da estirpare da una società che pensa al maschile. La piattaforma italiana, rappresentata dalla onlus Pangea, che ha raccolto i dati provenienti dalle organizzazioni dei diritti, dalle associazioni delle donne, da vari coordinamenti sarà presente alla 59esima sessione della Commissione sulla condizione femminile nel mondo che si terrà a New York per fare il punto sulla condizione femminile nel mondo. “Ultimamente si sono registrati passi in avanti, seguendo un trend internazionale e si è scelto di coinvolgere maggiormente le donne in politica. È cresciuta la percentuale femminile tra i parlamentari”, afferma la Lanzoni. “Sono state nominate diverse donne ai vertici di aziende pubbliche e parapubbliche anche importanti ed è aumentata la presenza femminile nei CDA di aziende quotate in borsa. Tutto questo però non migliora le condizioni di vita delle donne in Italia”.
Mancano ancora, in Italia, politiche adeguate che riconoscano e garantiscano la dignità e i bisogni delle donne, a partire dall’inserimento nel mondo del lavoro che è ancora minato da diseguaglianze di pari opportunità che costringono le donne a scegliere tra accudire la famiglia o lavorare, come pure un diritto all’assistenza sanitaria che presenta molti cedimenti, a conferma di ciò la diminuzione della speranza di vita che si sta sempre più eguagliando a quella degli uomini. Molto si è ottenuto rispetto al secolo scorso, le donne hanno diritto di voto, godono di maggior libertà, hanno accesso alla cultura, possono svolgere funzioni importanti anche a livello politico, ma tanto resta da fare .
Fonte Bibliografica: Rapporto sull’attuazione della Piattaforma d’Azione di Pechino Rilevazione quinquennale: 2009-2014 Cosa veramente è stato fatto in Italia PDF
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