«Il parto è un'esperienza molto potente – aggiunge l'ostetrica Paola Scavello del Centro Medico Santagostino di Milano – e il modo migliore per affrontarlo è quello di essere preparate e di essere in un ambiente propizio, intimo e rispettoso in questo momento così unico e delicato».
Luci soffuse e silenzio, ma soprattutto la possibilità di avere libertà di movimento. «Sono tutti elementi utili a sentire meno dolore. Sebbene non esistano posizioni antalgiche al 100%, le donne sanno naturalmente posizionarsi in modo da ridurre le forti sensazioni che sentono».
UNA DOTE NATURALE Partiamo da ciò che sarebbe meglio evitare: «La posizione supina, stese sul letto a pancia in su è quella meno indicata perché aumenta il dolore». Ma se la donna è lasciata libera di muoversi, «eseguirà autonomamente degli accorgimenti posturali che le consentiranno di affrontare con più tranquillità questo momento. Un po' come succede quando si hanno forti dolori da ciclo: ci si raccoglie naturalmente in posizione fetale per attenuare la sensazione di disagio».
L'importante è creare l'ambiente giusto per evitare costrizioni e dove magari siano presenti un tappetino a terra, una poltrona reclinabile, una palla e, soprattutto, dei punti di appoggio, come ad esempio una sedia.
LE POSIZIONI ANTALGICHE La cosa che aiuta di più le donne a sentire meno dolore è quella di camminare lentamente e di muovere il bacino: «Proprio come se stessero danzando. Nella contrazione, però, hanno bisogno di un appoggio: il muro, le spalle del compagno, una poltrona».
La flessione in avanti del busto aiuta moltissimo ad alleviare la sofferenza: «La posizione in piedi e inclinata un po’ in avanti è quella che facilita maggiormente il lavoro dell’utero. In generale la posizione che vi dà maggiormente sollievo è quella più adatta voi in quel momento. Potete e dovete cambiare posizione e muovervi durante il travaglio: faciliterà il lavoro dell’utero» prosegue Giulia Mandrino nel suo libro. Questo anche perché il dolore si sposta e cambia: ecco perché è importante potersi muovere per assecondarlo e rispondere alle sue trasformazioni.
Man mano che il tempo passa, però, le gambe si stancano. Ecco perché, a un certo punto, le donne hanno bisogno di continuare il travaglio da sedute o sul letto. «Una buona posizione può essere quella di mettersi a cavalcioni della sedia, appoggiate con il busto allo schienale, in modo da avere le gambe sostenute; spesso poi le future mamme si mettono sdraiate su un fianco, alzando una gamba; oppure semi-carponi appoggiate alla sponda di un letto o al divano, inclinate in avanti» riprende l'ostetrica Paola Scavello.
La flessione in avanti del busto aiuta moltissimo ad alleviare la sofferenza: «La posizione in piedi e inclinata un po’ in avanti è quella che facilita maggiormente il lavoro dell’utero. In generale la posizione che vi dà maggiormente sollievo è quella più adatta voi in quel momento. Potete e dovete cambiare posizione e muovervi durante il travaglio: faciliterà il lavoro dell’utero» prosegue Giulia Mandrino nel suo libro. Questo anche perché il dolore si sposta e cambia: ecco perché è importante potersi muovere per assecondarlo e rispondere alle sue trasformazioni.
Man mano che il tempo passa, però, le gambe si stancano. Ecco perché, a un certo punto, le donne hanno bisogno di continuare il travaglio da sedute o sul letto. «Una buona posizione può essere quella di mettersi a cavalcioni della sedia, appoggiate con il busto allo schienale, in modo da avere le gambe sostenute; spesso poi le future mamme si mettono sdraiate su un fianco, alzando una gamba; oppure semi-carponi appoggiate alla sponda di un letto o al divano, inclinate in avanti» riprende l'ostetrica Paola Scavello.
In ospedale è difficile che siano a disposizione, ma in realtà sono molto utili degli “appendimenti”: «Soprattutto verso la fine del parto, la donna sarà facilitata nelle spinte se può attaccarsi a una corda o a un telo robusto con le braccia, sia da sedute sia in piedi. In quest'ultimo caso, il bacino sarà completamente libero, adattandosi alla pressione del bambino che dovrà attraversarlo, e anche le gambe potranno cedere un po'. Le braccia appese, infine, favoriscono la respirazione più adatta alla fase finale: facendo sollevare il diaframma respiratorio, lasciano risalire di riflesso anche il pavimento pelvico e questo dà più spazio al passaggio del bambino».
Detto questo, è bene ricordare che «ci possono essere situazioni particolari, come ad esempio difficoltà nella discesa della testa del bimbo o episodi di “sofferenza fetale” che spesso possono essere risolti assumendo determinate posizioni suggerite dall’ostetrica. In tal caso, anche se risulteranno poco comode, o se ci daranno meno sollievo durante le contrazioni, noi le assumeremo, tenendo presente che sarà utile al nostro bimbo e ad assicurarci un travaglio senza rischi per nessuno» si legge su Mamme prêt-à-porter.
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