Numerosi sono gli studi che avvalorano la correlazione fra l’obesità ed infertilità maschile che è molto più marcata se associato alla presenza di patologie concomitanti come il diabete, l’ipertensione, la dislipidemia (ipertrigliceridemia ed ipercolesterolemia con incremento del colesterolo “cattivo” LDL e riduzione del colesterolo “buono” HDL), il fumo, l’alcool, l’età e l’esposizione a particolari sostanze chimiche come gli ftalati presenti in alcuni tipi di vernici. I fattori sopraelencati nell’insieme configurano quella che viene definita “sindrome metabolica”. Secondo l’Ente Americano NIEHS-AHS basterebbe un incremento di 9kg per diminuire la probabilità di fertilità nell’uomo. Si è calcolato che la incidenza nella popolazione maschile di associazione fra obesità ed infertilità è pari al 15-18% e rappresenta il 56% dei casi di infertilità di coppia.
Il sovrappeso la cui entità è definita dall’incremento dell’Indice di massa corporea (IMC) o BMI (body mass index) ottenuto dalla formula Peso (Kg)/ altezza al quadrato (m2) è direttamente correlato a:
1) incremento del numero di adipociti (cellule del grasso) che a loro volta determinano un incremento di un enzima definito aromatasi che converte il testosterone (ormone sessuale maschile) in estrogeni (ormoni sessuali femminili) che a loro volta inibiscono la produzione di ormoni fondamentali per la normale crescita e differenziazione degli spermatozoi ovvero l’FSH (ormone follicolo stimolante) e l’LH (ormone luteinizzante) prodotti dal sistema ipotalamo ipofisi situato nel cervello; contestualmente si osserva un incremento della SHBG (Sex Hormone Binding Globuline) cioè della globulina che veicola il testosterone.
2) aumento dei radicali liberi da eccessiva presenza di derivati energetici (ATP) con conseguente stress ossidativo degli spermatozoi
3) alterazione dei geni di Leptina e PPAR-g (Triphty gene) geni che regolano il risparmio di sostanze energetiche per metterle a disposizione al momento del bisogno, ma ovviamente questi soggetti oltre all’introito di notevoli quantità di calorie sono anche sedentari e quindi questi geni non fanno altro che determinare l’accumulo di sostanze in eccesso che poi però non vengono adeguatamente smaltite.
Il numero di cellule adipose si costituisce in epoca infantile (maggiore è il numero maggiore è la tendenza ad accumulare grassi) di qui le numerose raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel regolamentare l’assunzione di cibo ai nostri figli evitando gli eccessi, stimolandoli a svolgere una regolare attività fisica, eliminando sin dai due anni l’uso e del passeggino ed anche del biberon, tutto questo per prevenire sin da piccoli quella che viene definita la malattia del secolo ovvero l’obesità che a parte l’infertilità predispone l’individuo allo sviluppo di patologie quali l’ipertensione, il diabete, problemi cardiovascolari (infarto), problemi alle articolazioni ecc.
Di recente si è riscoperto il ruolo di numerosi integratori alimentari quali Zinco, Rame, Proantocianidine, Arginina, L-Carnitina, L-Acetilcarnitina, Omega 3, Glutatione, Coenzima Q10, Vitamina B12, Acido Folico, Vitamine C, D, E che combinati in vario modo sono utilizzati per migliorare la qualità del liquido seminale.
In conclusione nei pazienti obesi con BMI > 35 si verifica:
- Riduzione del volume dell’eiaculato
- Alterazione del DNA degli spermatozoi
- Riduzione del numero di spermatozoi e della loro motilità
- Aumento degli spermatozoi atipici
- Alterazione della concentrazione degli ormoni sessuali
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